di TOMMASO VERGA
E’ CADUTO UN ALBERO nel parco del Bivio di Guidonia. Che è stato chiuso, problema risolto. Dal Comune di Guidonia Montecelio. Che avrebbe agito per motivi di sicurezza, poiché pur trattandosi di un’area estesa per un paio di ettari in mezzo alla città, l’ente locale non ha alcun titolo per occuparsene. Comunque in questo caso ha deciso di decidere, probabilmente ignorando l’opinione della proprietà dei due ettari. Domande conseguenti: siccome quanto accaduto il 3 luglio ha precedenti multipli si chiede se nel Comune di Guidonia c’è un piano, un programma di interventi che impedisca la ripetizione di quanto accaduto? (altra domanda: per quanto tempo il parco rimarrà chiuso?).
Suggerimenti: siccome le carte negli archivi del Comune in passato non si sono trovate, serve un’approfondita ricerca sulla conduttura-fognaria: dove ha inizio? qual è il percorso? dove finisce? Chi ha autorizzato il collegamento tra i palazzoni di via Roma (2.265 nuovi residenti nella Guidonia Futuro) e la conduttura? Unico risultato, la sottrazione di quel numero nel 2021 da parte dell’assessora all’Urbanistica Chiara Amati dopo la denuncia da parte del Comitato di quartiere dei fatti qui illustrati, salto dei tombini inclusi (ma non dovrebbero essere due i sistemi, divisi tra acque bianche e acque nere?)

I tombini della fogna che attraversa il Parco si aprono “su richiesta” dei liquami provenienti da chissà dove

Le risposte mancheranno, per supplire è necessario risalire al 2021, data di formazione del Comitato di quartiere del Bivio di Guidonia, autore del sollecito praticamente immediato diretto a porre in opera un intervento risolutore, indirizzato a municipio e Asl.
All’azienda sanitaria di Tivoli, già da quella data, venne chiesto di decidere la cessione del parco al Comune di Guidonia Montecelio. Neanche per sogno. Il parco è un servizio che non si pone, i due ettari di verde – unica e ultima distinzione ambientale nella città della Guidonia-Futura – se non vengono sottoposti a manutenzione dai cittadini sono destinati a cattiva conclusione.
Che riporta ai cancelli del parco del Bivio di Guidonia, recintati e chiusi. A causa di una pioggia alquanto impetuosa che si manifesta (che si è sempre manifestata) .
Da anni viene detto, inutilmente, che ad ogni acquazzone, i tombini “saltano”, allagando l’area circostante di un liquido che oltre ai miasmi, alla diffusione degli odori, brucia, letteralmente, la vegetazione d’intorno. Una condizione alla quale non si è mai trovata soluzione, nonostante i rischi che presentano anche sul piano della difesa della salute © RIPRODUZIONE RISERVATA – info@hinterlandweb.pdf