di TOMMASO VERGA
LA CONCLUSIONE DELLA «Conferenza dei servizi» è stata pubblicata su hinterland il 21 marzo: i lavori di sistemazione di via Inviolata possono andare a compimento, concludeva la Città metropolitana di Roma capitale. Perché nessuno degli enti interessati aveva avanzato riserve si leggeva nel verbale del 23 febbraio: «Si prende atto dell’assenza di determinazioni da parte delle amministrazioni e degli enti coinvolti relative ai “Lavori di manutenzione straordinaria per il mantenimento delle condizioni di transitabilità di Via Inviolata nel Comune di Guidonia Montecelio”. Ultimo capitolo quindi, sul quale nessuno ha presentato documenti contrari, nemmeno gli antiTMB guidoniani, né il sindaco Michel Barbet o l’assessore Antonio Correnti, o i vertici del Parco dei Monti Lucretili, ente incaricato di proteggere via Inviolata.
Diversamente dalla Regione Lazio. La quale, il 17 dicembre 2020, a firma di Gianni Gianfrancesco, dirigente Pianificazione territoriale, paesistica e urbanistica, ha sollevato corpose obiezioni, di sicura portata: per intervenire su quella strada occorre adottare una variante di PRG (probabilmente per la modifica della strettoia finale, un collo di bottiglia impraticabile per i camion). Non solo: «l’ambito d’intervento è interessato da vincolo paesaggistico per effetto del DM 16/09/2016» perché ricade all’interno del perimetro del Parco regionale naturale archeologico dell’Inviolata». Di qui la necessità d’una Valutazione di impatto ambientale per sciogliere il nodo.
Di conseguenza, secondo la Regione Lazio «gli aspetti più rilevanti dovranno essere oggetto di studio ed approfondimento del progetto definitivo». Nel quale, «dovranno quindi essere evidenziati: le analisi che consentano la valutazione della conformità urbanistica e paesaggistica (vigente ed in salvaguardia), fatte salve le disposizioni di cui alla LR 8/2012 e del DPR 31/2017; le valutazioni di merito previste dagli obblighi di cui al DLgs 152/06 e DPR 357/07; la mitigazione degli interventi in ambiti di particolare valenza paesaggistica ed ambientale».
I camion dell’Ama, l’azienda-rifiuti di Virginia Raggi, senza la ristrutturazione di via Inviolata avrebbero difficoltà a raggiungere l’impianto Tmb
L’ISTRUTTORIA. Luglio 2020, la società di Manlio Cerroni, proprietaria dell’impianto TMB, lamenta l’impercorribilità di via Inviolata. Il rischio è che i camion diretti verso la discarica, si sfascino a causa del dissesto stradale. La Città metropolitana di Roma capitale (Cmrc) ne prende nota, e pubblica la determinazione del 12 marzo 2021; nella quale si legge: «Ambiente Guidonia srl è titolare dell’impianto di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) di rifiuti urbani non pericolosi autorizzato, da ultimo, con Determinazione Regionale G07907 del 6 luglio 2020 e la stessa Ambiente Guidonia srl è cointeressata alla migliore agibilità della struttura viaria in questione essendo essa imprescindibile ai fini dell’accesso e dell’utilizzazione del suddetto TMB». A seguire, «in data 27/07/2020 Ambiente Guidonia s.r.l. ha presentato un’istanza, corredata da elaborati progettuali, relativa alla realizzazione di “Lavori di manutenzione straordinaria per il mantenimento delle condizioni di transitabilità stradale di Via Inviolata nel Comune di Guidonia Montecelio”».
Ne discende l’accordo tra Cmrc (Virginia Raggi) e Impresa Ambiente Guidonia srl (Manlio Cerroni) (stilato in una lingua fuori del comune) «che prevede di approvare lo schema di convenzione tra la Città metropolitana di Roma Capitale e, nel testo allegato, che costituisce parte integrante del presente provvedimento, per regolare i rapporti reciproci relativi alla realizzazione dei lavori di manutenzione straordinaria per il mantenimento delle condizioni di transitabilità stradale della strada provinciale denominata Via Inviolata in Comune di Guidonia Montecelio».
La procedura sancisce a questo punto lo svolgimento della Conferenza dei servizi: tutti i soggetti interessati – Comune sovrintendenza, Regione, Città metropolitana, srl –, si riuniscono ed esaminano le premesse. Quindi, ognuno per le proprie competenze, presenta o meno le osservazioni.
Una convocazione che non ha destato interesse per l’amministrazione comunale di Guidonia Montecelio. La quale, grazie al “pronunciamento” della Regione Lazio, avrebbe potuto aderire sia alla richiesta di variante di Prg, che a quella di rispetto del paesaggio. Nulla di ciò. Il che sollecita cattivi pensieri sui motivi dell’oggettiva convergenza di sindaco e assessore di Guidonia Montecelio sull’orientamento collegato all’avvio del Tmb, e propugnato a voce alta da Virginia Raggi. Tornata a teorizzare (e praticare) lo scontro tra Roma e il suo hinterland in tema di rifiuti. Una posizione sulla quale il sindaco di Guidonia Montecelio, il suo partito (quale che sia), i grillini ex ed attuali (significativo il silenzio parallelo a quello di Barbet di Sebastiano Cubeddu, il deputato guidoniano), per mesi e mesi non hanno detto sillaba. Nemmeno la Città metropolitana (ovviamente) avrebbe preso in considerazione le osservazioni della Pisana. Che, accolte o respinte, nel verbale sarebbero comunque dovute apparire. Mutismo cessato con la conclusione dell’iter amministrativo del Tmb, accolto con soddisfazione da Virginia Raggi. Come se qualcuno avesse azionato il bottone del «verde»: «ora si può protestare».
Così ha fatto Barbet: «Ci sono solide motivazioni – ha scritto – per farci dubitare che le autorizzazioni per il TMB siano state dettate da logiche lontane dal bene pubblico, quindi chiediamo alla Regione Lazio di ritirare immediatamente gli atti che consentirebbero di far accendere i motori dell’impianto. Siamo convinti che la Giunta Regionale darà ascolto alle validissime ragioni della Città di Guidonia Montecelio e dei suoi abitanti». «Sennò vado dall’avvocato» la minaccia. Forse intendeva Virginia Raggi.