(t. ve.) TUTTI ALLA resa. Dei conti. Tanto che lo sfacelo del centrodestra di Guidonia Montecelio manda in crisi il Partito democratico. Eligio Rubeis, Forza Italia, il sindaco eletto, agli arresti domiciliari da otto mesi; il vice Andrea Di Palma, Ncd, more solito nominato, stavolta dal Prefetto, smette le vesti del facente funzioni e inaugura la “stagione del basta” (diretto a chi?), con un discorso in aula sullo Stato della (dis)unione. Arriva Sky Tg24 ma “non riesce a raggiungerlo” e lo sostituisce con Marco Bertucci, primo eletto di Fi, inopinatamente dimessosi da presidente del Consiglio comunale e poi dalla stessa assemblea, il quale, “novello Enea”, accusa la famiglia dei casalesi di essersi impadronita delle chiavi della città. (E lo dice a Sky? chi ha contezza di movimenti di organizzazioni criminali di tale natura e portata dovrebbe rivolgersi alla Procura della Repubblica. Quanto all’insieme del resoconto, all’emittente andrebbe rammentato il fulcro della deontologia professionale: intervistare Sebastiano Cubeddu, il capogruppo dei 5stelle, e tagliarlo completamente fuori dal servizio, non è nemmeno commentabile).
Un quadro ad esser buoni desolante. Rafforzato (o indebolito: tanto è uguale) dal Pdv (Partito de vincenzi), che accusa il Pd (Partito democratico) di non essere stato “forte”, incapace di governare gli avvenimenti e di non aver condotto alla resa – leggi scioglimento anticipato del Consiglio comunale – la maggioranza di centrodestra. Dopo aver mandato in avanscoperta le batterie di famiglia, DDV ha posto direttamente e personalmente riparo. Ergo: fuori il capogruppo Emanuele Di Silvio, dentro a sostituirlo Patrizia Carusi. Prescelta quache ora fa dal gruppo consiliare. Decisione ‘politica’ che obbliga al resoconto (purtroppo inevitabile il ricorso alla cronaca politica “gossippara”; chi legge perdoni).
“Anima” del ribaltone, come detto, DDV, per esteso Domenico De Vincenzi, l’ex vicesindaco del socialista G.B. Lombardozzi nella giunta di tangentopoli. Espulso dal Pci, ha girovagato per liste e partiti per poi approdare nel Pd. Consigliere d’amministrazione di “Assiroma” – la società di assicurazioni del Campidoglio –, presidente e vice di Cotral, in precedenza in quella di Bruno Astorre, ora nella segreteria di Daniele Leodori, presidente del Consiglio regionale del Lazio. Un incarico che, a differenza di quelli precedenti, gli lascia sufficiente tempo per “occuparsi della città” (fonte: lettera agli elettori nell’ultima campagna elettorale). Evidentemente non lo distoglie neppure l’altra poltrona alla Pisana: DDV, al 16 ottobre 2015, risultava presidente di “Atral scrl” (16mila euro lordi di trattamento annuo), società di trasporto pubblico partecipata dalla Regione Lazio.
Il primo paradosso – non infrequente nel Pd – è costituito dal fatto che Emanuele ‘stai sereno’ Di Silvio è stato il fedelissimo di DDV fino a qualche mese fa, quando De Vincenzi l’ha ‘scaricato’ dando il via all’operazione che si è conclusa con la defenestrazione del delfino. Va tutt’altro escluso che il “titolato” stia preparando il terreno per le prossime quando saranno elezioni comunali. Alle quali – dopo anni di insulti e di velenose accuse i due ora si sono accordati – candiderà il “big bang” Simone Guglielmo, il renziano fedelissimo di Marco Vincenzi, che trovava opposizione proprio in Di Silvio, a sua volta ambizioso di prevalere nella corsa alla poltrona di primo cittadino per conto del Pd.
Insomma, Emanuele Di Silvio fuori per essere stato incapace di contrastare il centrodestra guidoniano. Accusa sostenuta da DDV, ovvero da colui che due anni fa perse le elezioni proprio contro Eligio Rubeis. C’è ancora chi si domanda come sia stato possibile. Avanti il prossimo.