Mauro Lombardo
GLI ASSESSORI DI LOMBARDO
Mauro Lombardo, sindaco, rifiuti, attività produttive
Paola De Dominicis, vicesindaco, ambiente
Alberto Cuccuru, finanze
Anna Mari, urbanistica
Mario Proietti, lavori pubblici
Michela Pauselli, cultura, pubblica istruzione
Cristina Rossi, servizi sociali
Stefano Salomone, trasporti, commercio

di TOMMASO VERGA
«LA PEGGIORE GIUNTA DI SEMPRE» pontificava il leader del cosiddetto «Polo civico (della terza età ormai)». Cinque anni. Ininterrottamente contro il sindaco Michel Barbet e il suo movimento, sia nella versione monocolore che in quella di coalizione con il Partito democratico. La regia? di Aldo Cerroni, per un lustro comprendente persino un altolà a Nicola Zingaretti: “non t’accostare ai 5Stelle”. La giustificazione passava per «Guidonia, città mia!»: e lo scriveva pure. Davvero…
Dunque, «la peggiore giunta di sempre» come parole crociate durate un lustro. Che però – accidenti alla memoria, nella terza età può fare brutti scherzi –, non son bastate a cancellare nella popolazione i fatti che videro Eligio Rubeis protagonista di turbamenti sconosciuti, quel rendersi inaspettatamente conto dell’elenco dei reati enumerati dai pubblici ministeri nell’«Operazione Ragnatela».
Effetto, scioglimento anticipato dell’assemblea cittadina e sottrazione della cadrega anche al presidente del Consiglio comunale, Aldo Cerroni, costituente il vertice della migliore congregazione politica di sempre. Avvenimenti che, in quota-parte, spianarono la strada elettorale a Michel Barbet verso la carica di primo cittadino.
Un risultato che nemmeno un avversario-«mostro delle preferenze» come il dipietrista-astorriano-della-corrente-dei-Castelli, Emanuele Di Silvio riuscì a rovesciare. A costui, altro non rimase che continuare a contendere la palma di consigliere comunale a vita – palma longeva, dura tuttora – a Simone Guglielmo, il collega di partito (figurarsi l’orrore dei due ad ogni casuale incontro con i grillini vincolati a due mandati). Prosit.
Il 12 giugno la «peggiore giunta di sempre» se n’è andata ed è stata rincalzata da quella voluta manco a dirlo da Aldo Cerroni, depositario delle confidenze di Mauro Lombardo, MSI-Alleanza nazionale, corrente “Nuova Italia” di Gianni Alemanno. Per tali successi, ciacolavano gli esegeti, «Cerroni sarebbe da eleggere in Parlamento». Dimenticando ogni volta che s’è presentato alle urne i risultati non sono stati eccelsi.
Oggi, 14 luglio – Giornata mondiale degli squali –, il nuovo Consiglio comunale di Guidonia Montecelio ha preso possesso degli scranni. Dopo l’adempimento dei compiti burocratico-istituzionali – giuramento di Mauro Lombardo sindaco, elezione del presidente del Consiglio, Erick D’Alisa – l’attenzione e l’interesse si sono rivolti principalmente alla formazione dell’esecutivo «Polo civico-Partito democratico». La «migliore giunta di sempre» aggiungerebbero i tre fondatori del Polo civico (Mauro Lombardo, Aldo Cerroni, Paolo Morelli, ex PSI ed ex segretario cittadino della Margherita).

Paola De Dominicis, vicesindaca

Non può essere così, c’è qualche riserva. Si prenda l’assegnazione dell’Urbanistica alla «lista Cambiamo», della quale è fondatore Eligio Rubeis, uno dei professionisti maggiormente impegnati con i palazzinari di Guidonia Montecelio, sindaco della città con Aldo Cerroni alla presidenza del Consiglio prima dello scioglimento anticipato per colpa della «Ragnatela». Sul ritorno del clan Rubeis all’Urbanistica non si può sottacere l’ulteriore problema, una sorta di contrappasso per i tre consiglieri della lista in era Barbet saliti a cinque per la contrapposizione che vide schierati Arianna Cacioni, tuttora in campo, Giovanna Ammaturo (Fratelli d’Italia), Paola De Domicis, Tommaso Carnevali e Alessandra Ferri contro Cristina Zizzari, la dirigente del settore accusata dal quintetto proprio di… non essere dirigente. Vuoto al quale ha provveduto, stabilizzando la professionista per sei mesi, Mauro Lombardo, sicché la controversia è rimasta impregiudicata ma non è detto – conoscendo alcune delle protestanti – che il “caso” finisca accantonato. Tutt’altro. Si vedrà.
Rigorosamente fuori dell’aula la politica, il tema più maltrattato dal sindaco è stato la condanna dell’invio di 60mila cartelle esattoriali (si chiamano così?) dalla TreEsse Italia ai cittadini di Guidonia Montecelio. Si direbbe uno straordinario augurio di buon lavoro riservato ad Alberto Cuccuru, neoassessore ai Tributi, che, avesse in mente il recupero dell’evasione, alla richiesta di versare le imposte potrebbe sentirsi rispondere: «Ma quali tasse, è una vergogna, l’ha detto anche il sindaco».
Che, se volesse emendarsi dal “peccato TMB” dovrebbe dirsi colpevole di averlo costruito di concerto con Eligio Rubeis, una coppia che a quel tempo pensava positivo in proposito.

Ma perché non gli garantite una candidatura a sindaco? Sarebbe una panacea

UN «PORTAVOCE», «portavoce» di una lista civica di Tivoli in trasferta protempore a Guidonia Montecelio, per giudicare negativamente l’intesa, ha narrato che il Pd l’ha voluta senza che Lombardo chiedesse nulla. In realtà è esattamente l’opposto. Fa fede un apposito comunicato, con il quale il sindaco s’è ufficialmente appellato al sostegno dei partiti rimasti «fuori dai giochi». In realtà, soltanto due: il Pd e i 5Stelle. Non occorreva particolare immaginazione sulla piega che avrebbe preso la trama.
L’intesa, in realtà, serve al Pd alla pari del Polo civico. Privo, quest’ultimo, sul versante della giunta – per i dirigenti si vedrà poi, diranno i concorsi – di figure corrispondenti ai non pochi nodi da sbrogliare a fronte oltretutto delle casse municipali vuote. Mantenendo la delega alle Attività produttive Lombardo mostrerebbe di voler agire direttamente con i padroni delle cave. I risultati? Si misureranno, per entrambe le parti.

Il grattacielo di BNL Paribas

Tra un anno, Regione Lazio e (forse prima) il Parlamento al voto

IL PD ESULTA per essere entrato nella coalizionebiancomagentarossaverdegiallaocrablu. Una decisione che impone cautela, che potrebbe provocare reazioni anche pesanti. Basta volgere lo sguardo al prossimo anno, allorché si vedrà come voteranno i soci della “Lombardo-Vincenzi-Rubeis” per il Parlamento e per la Regione Lazio. A quella scadenza non basterà propagandare – come per il voto amministrativo – il supporto prodotto da ogni investimento locale. E’ vero che gli interessi in ballo sulla pianura tiburtina sono tali e tanti da far dormire sonni tranquilli ai big che li amministrano, ma si tratta di una fase transitoria.
Verrà il momento in cui tutti, cose e persone, si dovranno misurare su quanto sta avvenendo a Pietralata, quale relazione si stabilirà tra la Tiburtina post-Settecamini con i 13 grattacieli del “Polo est», i sette centri di ricerca de “La Sapienza”-Unindustria, lo stadio della Roma. Quello in attuazione è un disegno di pianificazione territoriale che necessita di aree di sevizio anni ’50-’60. Questioni che interrogheranno tutti (anche eventuali coalizioni di destra alla “Pisana”, quanto di peggio potrebbe capitare: esempio Alemanno). Sul «modello di governo» si deciderà la stessa sopravvivenza dei festeggianti odierni. E la carriera dei loro leader. © RIPRODUZIONE RISERVATA