“E SE DOMANI io (non) dovessi rivedere te?”. Perché, domani, qualcosa comunque succederà con l’esplosione della mina. In un senso o in quello contrario. I “notabili di Forza Italia” interpellati sulla crisi irreversibile del governo di centrodestra, il 31 maggio scorso, dichiaravano a Gea Petrini, direttore di Dentro Magazine on line: “Suggeriamo di attendere gli esiti giudiziari dell’ultima mossa in ordine di tempo dei legali del sindaco di Guidonia Montecelio Eligio Rubeis… il 10 giugno si dovrebbe sapere”. Domani, appunto, dieci giugno 2016. Accidentale concomitanza: il facente funzioni, Andrea Di Palma, proprio alle 10 convoca la stampa a palazzo. L’oggetto non è chiaro, generico: comunicazioni urgenti. Le dimissioni? Viste le difficoltà a tenere assieme una maggioranza composita che sembra non riuscire a trovare la quadra sull’atto di indirizzo politico più importante, il bilancio?
Il fatto certo è che domani – conferma persona molto vicina al sindaco Eligio Rubeis – l’attesa sul qualcosa che potrebbe accadere sperano si traduca in “Eligio esce dai domiciliari”. Anzi, ancor meglio, torna cittadino in attesa di processo, libero dai lacciuoli della Procura, in condizione di occuparsi a pieno titolo della sua maggioranza, dirimere controversie e guerre di potere in atto nella compagine che nonostante modificazioni sostanziali (l’entrata di Fratelli d’Italia e Ncd nel 2014) governa la città dal 2009.
Perché, il fatto certo è che da dieci mesi i suoi legali, Augusto Colatei (amico, ex capo di gabinetto dirigente del Rubeis sindaco), Santino Foresta, luminare del diritto, socio nello studio legale Coppi dell’altro luminare Franco (avvocato di fiducia di Silvio Berlusconi), tentano di dimostrare davanti alla Corte del tribunale di Tivoli che nei confronti dell’imputato Rubeis (rinviato a giudizio e mandato a processo dallo scorso gennaio senza il diaframma dell’udienza preliminare perché in presenza di prove schiaccianti) sarebbero stati violati i principi basilari fissati nella Costituzione italiana a tutela delle libertà personali. Dieci mesi (appunto) di arresti domiciliari, in via preliminare, per presunti reati contro la pubblica amministrazione, una detenzione avvalorata da un generico pericolo di reiterazione del reato. Ma i difensori si spingono più in là, sottoponendo all’attenzione del tribunale vizi formali nella conduzione delle indagini (affidate al nucleo di polizia giudiziaria della stessa Procura, avviate dal Corpo della guardia forestale e proseguite dagli agenti della polizia di Stato) che di fatto renderebbero – a detta dei legali – il processo tutto da rifare.
Quindi, si spendono i “notabili”, domani la “sentenza” dei giudici potrebbe scendere come un balsamo sulle sorti di una amministrazione sempre più appesa al filo del ritorno del suo sindaco. Forte di questa certezza, Andrea Di Palma avrebbe convocato la conferenza stampa. I bene informati dicono che un astuto, ma ormai stanco, facente funzioni sia pronto ad annunciare le sue dimissioni. Un’arma di pressione sulla maggioranza per spingere il centrodestra compatto ad approvare il documento di programmazione finanziaria dell’ente per il triennio 2016-2018, indipendentemente dai futuri assetti interni e dalla stessa sopravvivenza del governo. I conti sono sistemati e guai a permettere che elementi esterni come un commissario prefettizio ci mettano il naso, questa la priorità.
Com’è noto, l’udienza formale del processo ad Eligio Rubeis è fissata per il 15 giugno, giorno nel quale (in teoria) è prevista anche la seduta pubblica straordinaria in seconda convocazione per l’approvazione del bilancio. Lunedì 13 in prima convocazione si potrebbe andare alla conta in aula proprio sul documento di programmazione, partita della Nazionale permettendo. Intanto domattina Di Palma potrebbe essere pronto a spiegare alla stampa le motivazione delle sue eventuali dimissioni, purché passi il bilancio e magari forte del ritorno – nell’agone – del sindaco eletto Eligio Rubeis.