di TOMMASO VERGA
«PIETRALATA, LO STADIO… ‘N’ANTRO PAR DE… E FACEVA STRIKE». Non si può, nulla da fare (giustamente). La domanda su un tema proprio del sindaco oggetto dell’esame, non è prevista, i punti interrogativi del sondaggio sono gli stessi per tutti i primi cittadini, ottanta. La domanda (uguale per tutti): «Lei confermerebbe l’attuale sindaco?». Dalle risposte, la «Noto sondaggi», per il Sole 24 Ore ha ricavato la nuova classifica nazionale dei primi cittadini che è andata a formare la tradizionale Conference Call 2024. Obiettivo, ricavare quanto conserva di gradimento nella popolazione il sindaco della città individuata dalla “Noto Sondaggi”, la srl di Antonio Noto, rispetto alla percentuale che lo ha dichiarato eletto.
A complimentarsi con se stesso è il centrosinistra, poiché è tutto suo il vertice dei sindaci più stimati dagli italiani. Una vetta capeggiata da Michele Guerra (Parma, eletto nel 2022), che raccogliendo il 63 per cento dei consensi, si attesta vincitore del tradizionale «Governance Poll» 2024. A seguire, Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli (eletto nel 2021, con il 62%), mentre la terza posizione va a Michele De Pascale (Ravenna, anch’egli nel 2021, 61%). Le percentuali a fianco di ciascuno, rappresentano l’indice di gradimento.
Proseguendo l’esame, al quarto posto si incontrano, Luigi Brugnaro (sindaco di Venezia; sul conto del quale si ignorano ovviamente gli effetti dell’inchiesta “mani pulite” bis che lo ha visto raggiunto da un avviso di garanzia, mentre per l’assessore della sua giunta, Renato Boraso, è stato disposto l’arresto. Insieme, Giuseppe Cassì (Ragusa), Claudio Scajola (Imperia) e Matilde Celentano (Latina).
Il centrosinistra si difende bene. Salvo che con Roberto Gualtieri. Il sindaco di Roma precipita al 78° posto nella classifica degli 80 sindaci protagonisti del tradizionale «Governance Poll» 2024. Rispetto al 2023, Gualtieri perde il 15,2 per cento dei consensi personali. Che, paradossalmente, è un buon risultato. Perché le questioni sollevate dal suo esecutivo, seguite dalle modalità di governare, lo hanno condotto a un flop senza precedenti e, men che meno, scusanti.
Oltretutto, se i sondaggisti avessero potuto chiedere: “A Pietralata City verranno costruiti 13 grattacieli, e lo stadio della Roma (ma l’Olimpico che fine farà?), perché la cancellazione dello Sdo? (il Sistema direzionale orientale), sempre a Pietralata si insedieranno la «Fondazione Technopole» per concludere con la costruzione dell’Umberto II in sostituzione dell’attuale Policlinico con sede a San Lorenzo: «Sindaco, ma sta realizzando un nuovo piano regolatore?».
Il dato più vistoso del ventesimo “Governance Poll” – si legge in una nota della società – è però il calo di popolarità della maggior parte dei primi cittadini. Solo un sindaco su quattro incrementa il consenso rispetto al giorno delle elezioni. Tra questi, la migliore performance è quella di Clemente Mastella, Benevento (+6,3%), seguito da Jamil Sadegholva di Rimini (+6,2%) e Luigi Brugnaro, Venezia (+5,9%). Per ben tre sindaci su quattro si è invece registrato un calo. Un trend che non ha risparmiato i primi cittadini delle grandi città metropolitane. Roberto Gualtieri (Roma) registra una flessione del 15,2% rispetto al giorno delle elezioni, attestandosi in penultima posizione con il 45%, ex aequo con il palermitano Roberto Lagalla. Anche il sindaco di Reggio Calabria è tra quelli penalizzati da questa tendenza, Giuseppe Falcomatà si piazza infatti al 77° posto con il 45,5% (-12,9% rispetto al risultato ottenuto nelle urne).
Tra i presidenti di Regione a conquistare la prima posizione è Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia, 68%) che scavalca sia Stefano Bonaccini (Emilia Romagna, 67%) che Luca Zaia (Veneto, 66%). Si conferma così il trio di testa che caratterizza da anni la classifica, ma ancora una volta a piazzamenti invertiti. © RIPRODUZIONE RISERVATA – info@hinterlandweb