di ELENA VAN HEES
“A volte, mi sembrava che lo spirito greco non avesse spinto sino alle sue conclusioni estreme le premesse del proprio genio: restavano da cogliersi i frutti; […]. Intravedevo la possibilità di ellenizzare i barbari, di atticizzare Roma, di imporre pian piano al mondo la sola cultura che un giorno si sia affrancata dal mostruoso, dall’informe, dall’inerte, che abbia inventato una definizione del metodo, una teoria della politica e del bello”. Così Marguerite Yourcenar, nelle Memorie di Adriano immaginò l’imperatore descrivere il suo amore per la cultura greca.
Adriano, che iniziò il principato nel 117 d.C., si discostò notevolmente dalle mire espansionistiche del predecessore Traiano, che avevano portato l’impero ad un continuo stato di guerra. La politica adrianea, improntata ad un maggiore consolidamento dei confini e all’attenzione per le vicende e l’amministrazione delle province, spiega in parte i numerosi viaggi intrapresi dall’imperatore. Tuttavia Adriano veniva spinto anche da una personale curiosità, che lo portava ad esplorare luoghi nuovi e lontani.
La Grecia fu da sempre la meta prediletta. Ad Atene trascorse sei anni, fu la città della sua formazione e dove ebbe anche un’importante carica. Egli la elesse a seconda capitale dell’impero.
Venti opere in prestito da Atene
La mostra allestita all’Antiquarium di Villa Adriana, intende proprio affrontare il rapporto fra Adriano e la Grecia, analizzandolo nel contesto della magnifica villa tiburtina fatta costruire dall’imperatore. L’esposizione, curata da Elena Calandra e Benedetta Adembri, che si potrà visitare fino al 2 novembre, comprende più di cinquanta opere, oltre venti provenienti da Atene, Maratona, Pireo e Corinto, molte delle quali hanno varcato per la prima volta i confini della Grecia.
La villa diventa così il luogo privilegiato dove poter fruire queste sculture. Si crea infatti un inedito gioco di rimandi fra le testimonianze provenienti dalla Grecia e le rielaborazioni dell’arte greca esposte nell’Antiquarium.
Del poliedrico profilo dell’imperatore, non va dimenticato l’interesse per le arti, in particolar modo per l’architettura, nella quale si dedicò con passione. Fu di Adriano il progetto del Tempio di Venere e Roma, qualcuno sostenne, anche del Pantheon. Dobbiamo quindi immaginare come egli fosse in prima linea anche nella progettazione della villa seppur circondato da uno staff di architetti ed ingegneri. La residenza reale tiburtina è quindi frutto di una concezione personalissima di un uomo e ne esemplifica sia le idee politiche e filosofiche che l’amore per l’arte greca.
Nella biografia più attendibile dell’imperatore, che fa parte della raccolta Scriptores Historiae Augustae, attribuita ad Elio Sparziano, leggiamo che Adriano eresse mirabilmente la Villa di Tivoli, attribuendo agli edifici i nomi più celebri dei luoghi e delle province, come Liceo, Accademia, Pritaneo, Canopo, Pecile, Tempe, e perfino Inferi.
Questo documento, ha portato a credere che la villa sia composta dai siti più noti e simbolici che Adriano aveva visto nei suoi numerosi viaggi. I luoghi citati da Sparziano tuttavia, non sono ancora stati identificati con sicurezza, ad eccezione del Pecile e del Canopo.
Un continuo rimando all’arte greca
Più che cercare dei rimandi puntuali o topografici, bisogna dare quindi un nuovo senso a questi nomi, che probabilmente volevano evocare luoghi lontani e conosciuti, per mostrare la concezione universalistica e totalizzante dell’impero. Emerge infatti chiaramente come ogni parte della villa si inserisca pienamente nella tradizione dell’arte greco-romana. Il Canopo, pur evocando il canale che collegava Alessandria all’omonima città, sotto il profilo architettonico non ha nulla dell’arte egizia. Le stesse fanciulle-cariatidi lì rinvenute, sono un chiaro riferimento all’Eretteo di Atene. Tutta la villa di Adriano quindi è un continuo di rimandi all’arte greca, ma non solo è presente la Grecia classica, ma anche quella che fu dopo Alessandro Magno, durante i regni ellenistici.
Bisogna poi includere gli interventi edilizi promossi dall’Imperatore ad Atene. Tenendo a mente tutti i riferimenti scorgiamo evocazioni non citate da Sparziano. ed ecco che la Piazza d’Oro riprende la planimetria della cosiddetta Biblioteca di Adriano ad Atene, gli archi siriaci del Canopo sono gli stessi usati per l’acquedotto di Atene, la Torre di Roccabruna riprende il Tempio di Afrodite Cnidia.
Come le architetture evocano specifici templi ed edifici greci, così nella mostra ‘Adriano e la Grecia’ le statue rinvenute nella villa tiburtina si specchiano nella statue rinvenute nelle città greche. Questo gioco di specchi viene sottolineato dall’allestimento della mostra: la Cariatide del Canopo è di fianco ad una Cariatide trovata a Corinto, il volto di Vibia Sabina richiama il volto delle teste femminili provenienti da Atene, il ritratto di Matidia Minore trovato nella villa è messo in parallelo con il ritratto proveniente da Corinto. Altro gioco di specchi è stato creato mettendo a confronto Villa Adriana con le ville a Maratona e a Loukou di Erode Attico, oratore ed altissimo funzionario appartenente alla ristretta cerchia dell’imperatore.
Ogni sala un tema
Ad ogni sala è dedicato un tema particolare, dall’ambiente culturale all’ideale estetico incarnato pienamente dall’Antinoo proveniente da Patrasso, fino ad arrivare al volto militare dell’impero, esemplificato dalle statue loricate, delle quali è da menzionare quella colossale di Adriano proveniente dalle rovine del teatro di Hierapytna a Creta.
Sempre di Adriano, numerosi sono i ritratti provenienti da Atene, che documentano la presenza e i vari soggiorni dell’imperatore nella città.
La Grecia così come la vede e la conosce Adriano è presente nella mostra, che la evoca, la presenta e la riflette. E’ da giudicare quindi superfluo, e forse anche di cattivo gusto, la proiezione del cielo della Grecia nelle sale dello spazio espositivo. L’aura di cui sono cariche le immagini del tempo di Adriano bastano ad evocare da sole, della Grecia, il suo cielo, la sua storia, la sua cultura, l’arte, tra classicità ed ellenismo.
In mostra all’Antiquarium del Canopo, Villa Adriana, aperta al pubblico fino al 2 novembre, orari:
09.00-19.00 aprile
09.00-19.30 maggio-agosto
09.00-19.00 settembre
09.00-18.30 ottobre, ora legale
09.00-17.00 ottobre-novembre, ora solare.
09.00 – 19.30 Maggio-Agosto
09.00 – 19.00 Settembre
09.00 – 18.30 Ottobre, ora
09.00 – 19.00 Aprile
09.00 – 19.30 Maggio-Agosto
09.00 – 19.00 Settembre
09.00 – 18.30 Ottobre, ora legale
09.00 – 17.00 Ottobre, ora solare – Dicembre
09.00 – 17.00 Ottobre, ora solare – Dicembre