La reazione dei Cittadini di fronte alle nuove autorizzazioni concesse dalla Provincia di Roma all’inceneritore di rifiuti tossici e nocivi della BASF Italia SrL alle porte di Roma non ha sosta, anzi si intensifica. La Provincia, ricordiamo, ha autorizzato l’aumento da 240 a 850t/anno (+254%) dei rifiutipericolosi bruciati nell’inceneritore ed il trattamento di nuove tipologie di rifiuti (catalizzatori esausti liquidi) che prima non potevano essere portati e trattati a Roma, portando così i rifiuti totali da bruciare nell’inceneritore da 1100 a 1600 t/anno (+45%).

Il Comitato dei Cittadini di Case Rosse, supportato dai legali dell’associazione ambientalista Raggio Verde e grazie al patrocinio gratuito concesso dallo Stato, ha fatto ricorso al TAR contro questa scandalosa autorizzazione. Il TAR, che in questi casi arriva a un pronunciamento non prima di 2-3 anni, vista la delicatezza del caso ed i rischi per la salute, ha accolto la richiesta di accelerare i tempi e arrivare ad un verdetto finale entro i primi di Luglio.

Di fronte a tutto questo il Comune di Roma ha finalmente deciso di vederci chiaro e chiedere chiarimenti alle altre istituzioni coinvolte, a cominciare dalla sgangherata campagna di monitoraggio che la stessa Provincia ha commissionato all’Istituto Superiore di Sanità quasi a supportare un’autorizzazione già scritta. Per la prima volta, gli Assessori del Comune di Roma all’Ambiente e alla Salute, interrompendo un passato di connivenza o indifferenza, hanno scritto ai dirigenti competenti della Provincia, dell’ISS, della ASL e dell’ARPA chiedendo risposte certe alle osservazioni dei Comitati.

Nel frattempo, i Cittadini non si rassegnano e continuano a lottare per la salute dei propri figli e dei 30.000 romani che vivono e lavorano nella zona di Settecamini e Case Rosse intorno all’inceneritore. Dopo una serie di assemblee pubbliche sul territorio nel mese di Febbraio, domenica 9 Marzo alle ore 16 manifesteranno nei pressi del Palazzo della Provincia, in Piazza Santi Apostoli, luogo simbolico della loro battaglia contro l’incompetenza, l’inezia ed il complice silenzio delle Istituzioni. Tutto questo per chiedere la delocalizzazione dell’inceneritore in un’ area più idonea.