Dal Mare del Nord alle Piramidi
Due imprenditori. E’ nella loro disponibilità amministrare (separatamente) alle porte di Roma una enorme superficie di terreno, quasi del tutto intonsa, priva di vincoli. Non lo fanno, passano il tempo a ignorarsi, spesso a farsi dispetto, a giocare al ‘questo è mio’, ‘quello non è tuo’. Chi li osserva – ma, soprattutto attende che dalle loro iniziativa e decisioni possa cogliere benefici individuali e collettivi – ne ricava l’immagine di due comari nelle lavanderie del tempo che fu. Naturalmente, come nei film, fatti e persone sono frutto della fantasia dell’autore. Fine della premessa.
Il programma che fa acqua
Sembrano partoriti da una commedia i due punti-cardine del programma elettorale di Eligio Rubeis. All’affermazione che nel 2022 Guidonia Montecelio avrà la sua ‘città termale’ fa seguito la replica obbligatoriamente silenziosa del rag. Terranova, il patron delle Acque Albule. Silenziosa perché, in campagna elettorale, non può chiedere pubblicamente al suo collaboratore, pro tempore sindaco della città, dove andrebbe a prendere l’acqua; ‘benedetto ragazzo, non sai che scarseggia da anni nelle mie piscine? Vuoi capire che non devi promettere cose che non posso mantenere?’.
Viceversa, entrambi convergono sull’enunciazione relativa alla ‘logistica’ che il sindaco intende collocare all’uscita del casello autostradale dell’Inviolata. Condivisa dal patron, che così vedrebbe sparire l’irritante piattaforma logistica dislocata nei piani di Tivoli dalle spalle delle terme fino all’Aniene. Una questione di decoro, ha sempre detto.
Qui però sorge un problema. Quella scelta risale alla prima consiliatura del sindaco Marco Vincenzi, non ancora dipendente di mr. Terranova, ed è tuttora nei piani di sviluppo di Tivoli e soprattutto sancita nel Prusst dell’Asse Tiburtino. Che, si legge nelle carte, trovò il consenso unanime di Guidonia Montecelio, Tivoli, Castel Madama e Roma. Il ‘Fata Viem Invenient’ si classificò primo a livello regionale, con il punteggio di 89,49. A chi dirà che chissà dov’è finito, in quale cassetto, l’invito alla verifica: la conclusione dei lavori per il ponte sull’Aniene, dal quale prenderà il via la Tiburtina bis, da Pontelucano ai Mercati generali, è tra le opere del Prusst.
Non si pretende qui che l’architetto Rubeis, con sede professionale a Tivoli, conosca le cose della sua zona ma il suo staff non può fargli fare figuracce.
L’Unione dei Comuni
Invece, una seria e concreta opportunità di superare la propaganda elettorale viene dalla legge partorita il 4 aprile che istituisce le ‘città metropolitane’ e in particolare la parte relativa a ‘Roma Capitale’ (una digressione: l’aggiunta è esilarante. Immaginarsi un buontempone – perché è materia di buontemponi – di Parigi, Londra, Berlino che propone, solo propone, la qualifica di ‘capitale’ per la sua città…).
Il prossimo 1 gennaio la nuova forma istituzionale prenderà vita. Il sindaco di Roma sarà anche ‘sindaco’ di Tivoli, di Guidonia e dell’intera area pressoché corrispondente all’attuale provincia. Le competenze della ‘città metropolitana’ sottraggono alle assemblee elettive locali ogni potere strategico: dalla pianificazione territoriale e delle reti infrastrutturali alla viabilità e mobilità fino alla promozione dello sviluppo in materie economiche e produttive. I brontolii, i dispetti e le liti tra comari non sono quindi più ammessi.
L’alternativa la offre la stessa legge, l’Unione dei Comuni può volgere in positivo una prospettiva altrimenti impoverente. La pianura tiburtina, sottratta alla propaganda, può rappresentarne la chiave di volta.
Unico crocevia continentale
Con l’apertura del casello sull’A1 all’Inviolata e la congiunzione con l’A24, Guidonia-Tivoli sono diventate, a loro insaputa stando alle ricette elettorali, il ‘centro’. Infatti, la mobilità nord-sud, di merci e di persone, ha l’opportunità di raggiungere direttamente il Tirreno e l’Adriatico senza uscire dalle autostrade. E non si indica nord-sud d’Italia ma d’Europa, dalla Norvegia alle Piramidi. Unico crocevia continentale.
Da tenere presente che a Civitavecchia è in fase di realizzazione un rilevante nodo strategico, la ‘gronda merci’, per collegare la città con l’asse Genova-Livorno-Piombino a nord, e con Formia-Gaeta a sud. Una sorta di ‘capolinea delle merci’ che da Civitavecchia farebbero rotta verso altre destinazioni e il mercato dell’Urbe.
Altro ‘tesoretto’. Nella provincia di Roma (nella ‘città metropolitana’ di Roma), superfici libere e disponibili, ampie, prive di vincoli, non ce ne sono più. In parallelo, fino al raccordo anulare, dalla parte di Pontelucano, la Tiburtina-Prenestina, e, all’interno, la ex sp48 a Collefiorito, risultano le sole disponibili (fatte salve l’Inviolata e un piccolo enclave a Settecamini).
Ovviamente, per cogliere appieno i vantaggi che possono derivare da questa condizione, ai governanti locali va chiesto di mettere da parte gli antagonismi paesani e di mettere a punto linee di massima che unifichino le strategie delle due città.
Un concorso di idee per urbanisti-strateghi
Innanzitutto, un concorso di idee in comune tra Tivoli e Guidonia, un bando di gara che richiami urbanisti-strateghi atto a individuare i punti nodali, le ricette, la destinazione delle aree, le competenze. Precisando che lo studio deve soffermarsi su innovazione, rete e start up, manifatturiero, logistica. Anche sollecitando le ‘eccellenze’ locali a dare il contributo (i nomi? dal Tecnopolo ai Mercati generali, dai Pip di Tavernelle a Santa Sinforosa, dalla Merck Serono alla factory di Laura Biagiotti, ai distretti del travertino e dell’aerospazio).
Non sarebbe disdicevole l’aggiunta del ‘museo del lavoro’, in parte virtuale, in parte recuperando antichi macchinari, retaggio di un’area che negli anni ’50 sfornava 5.000 buste paga per gli addetti dell’industria ed era al secondo posto in Italia, dopo Varese, quanto a possessori di autovetture. Ma anche teatro del protagonismo operaio, dei cartai, dei lavoratori del travertino, della Pirelli, dell’Unicem. Per non perdere la memoria, per rafforzare l’identità.
Quanto al profilo gestionale, alle imprese va proposta la formazione di un Consorzio Asi (o equivalente quanto a scopi), associazione – dice la legge istitutiva – finalizzata alla ‘realizzazione di opere ed attrezzature di aree’ destinate al ‘progresso di ambiti territoriali (…) non sufficientemente interessanti per l’imprenditoria privata’. Naturalmente, si chiederà l’apporto della Regione Lazio e di Roma Capitale.
Solo così la ‘città tiburtina’ rappresenterà un’alternativa al baricentrismo della Capitale, invertendolo. Perché lavoro, studio, cultura, sport, sanità, servizi non saranno più esclusivi di Roma, ma distribuiti in un ambito riconosciuto, proprio di chi vi abita, vive e lavora.