Siamo in pieno centro cittadino ma le scene farebbero venire la pelle d’oca al più collaudato dei registi “trash”. Ore 18 di un pomeriggio estivo. Pineta di via Roma e una regolare frequentazione di persone che alla piscina o alla giornata al mare preferiscono portare i figli e i cani a sgranchire le ossa al parco.
Ma quale parco? Ore 19. Il cane invece di rincorrere la palla si lancia a fiuto aperto dietro i cespugli che delimitano la recinzione tra la ferrovia, il viale alberato e l’aeroporto. Torna dal padrone e invece della palla, lasciata rotolare a vuoto, preferisce riportare un altro trofeo: carta, tutta intrisa di “cacca”. Umana. Il padrone si avvicina al suo cane che emana una svampa nauseante: la bestiola ci si è rotolata sopra. Loro non hanno colpa, a “Chanel n5” si sa, preferiscono carogne ed escrementi, ma è la loro natura. Ore 20: il sole inizia a nascondersi timidamente fra le nuvole anche se siamo ancora in piena estate. Le coppie coi bambini iniziano a dirigersi verso le proprie auto, passeggini, pattini, biciclette sotto braccio e la pineta inizia a svuotarsi. Per il cane è ancora presto per andare a dormire, padrone e animale continuano la loro personale “crociata” al “parco”. Di nuovo la bestiola alla palla preferisce ancora e ancora il cespuglio. Solo che stavolta alla cacca sbuca qualcosa che si muove.
Il padrone richiama la persona nascosta dietro la siepe e questa esce fuori. Età, sui 20 anni, statura media, abbigliamento sportivo, colore della pelle, nera (ma è un dettaglio), segno di riconoscimento: pantaloni calati. Il cane corre verso il padrone ma nel correre rimane ferito da una serie di vetri di colore verde che fino a qualche ora prima rappresentavano una bottiglia, di birra. Ai piedi del giovane di colore altre bottiglie frantumate, pezzi di carta pieni di cacca e alla domanda del signore col cane. “Che fai? E’ vietato fare i “bisogni” così”, il giovane di colore risponde, “No problem”. Che avrà voluto dire?