Dopo 70 anni e quattro generazioni, il 4 luglio la Regione ha ‘legalizzato’ il quartiere
di TOMMASO VERGA
Hanno atteso per quattro generazioni, una settantina d’anni, hanno iniziato nel secolo scorso da ‘combattenti e reduci’, continuato con la ‘legge Gullo’ – dal nome del senatore comunista divenuto ministro dell’Agricoltura nel 1944, autore della prima riforma agraria che assegnava le terre incolte ai contadini che ne avevano preso ‘illegalmente’ possesso –, attraversato le vicende postbelliche, ma ce l’hanno fatta: i ‘Terreni ex Pio Istituto Santo Spirito e Ospedali riuniti di Roma’ (così la definizione d’origine), una porzione rilevante dell’intero appezzamento che misura 258 ettari, occupati nella notte dei tempi, possono diventare di loro proprietà. L’ha deciso il 4 luglio scorso il Consiglio regionale, inserendo una norma ad hoc tra le pieghe della legge finanziaria.
Si parla di ‘Albuccione’, lo spazio tra i Mercati generali e Borgonuovo, circoscritto dalla Tiburtina e dall’Aniene, suddiviso tra i comuni di Tivoli e di Guidonia Montecelio. Con il voto, in sostanza, la Regione ha portato a compimento il lavoro predisposto da Mario Di Carlo e del tutto ignorato negli anni della giunta Polverini.
‘Possono diventare’: al termine della procedura delegata alla Asl RmG – proprietaria dell’area dal novembre 2012 –, relativa alle incombenze di natura giuridica inerenti il passaggio di proprietà. A cominciare dalla definizione del costo delle aree. Che non sarà uguale per tutti, ma diviso per tre: un prezzo per i terreni occupati dai soci delle due cooperative ‘storiche’, formatesi all’indomani dell’occupazione delle terre; un altro per la coop nata qualche anno fa; l’ultimo per la porzione ricadente nell’area di esondazione dell’Aniene.
Terminati i rilievi e i calcoli relativi, la Asl comunicherà le sue conclusioni; chi vorrà ricorrere al diritto di opzione avrà tempo 120 giorni per esercitarlo. Ma l’acquisto non sarà obbligatorio, si potrà mantenere il contratto di locazione. Step successivo, gli oneri di legge, dalla ‘Bucalossi’ ai condoni edilizi. Oneri che escludono i residenti sull’Aniene, in nome della salvaguardia dell’area di esondazione del fiume. Costoro – interpretando la fumosa formula adottata –, saranno proprietari dei terreni e delle abitazioni, ma non usufruiranno del condono (prima conseguenza: non si potrà utilizzare la proprietà a garanzia per un eventuale mutuo bancario necessario per l’acquisto). Una soluzione ambigua, foriera probabilmente di code giudiziarie.
Cosa faranno la Regione o le Asl delle superfici rimanenti?
Avviata a conclusione la sanatoria dell’Albuccione, restano ampie porzioni del ‘S. Spirito’ da regolamentare (tutta l’area compresa tra i Pip di Tavernelle e la Tenuta del cavaliere, sulla quale insistono anche i Mercati generali). Come? Da parte di chi? Domande plausibili che non trovano cenno nella ‘finanziaria’ regionale. Non solo. Nessuna indicazione neppure sugli interlocutori legittimi, titolati. La norma, infatti, indica i terreni appartenenti ai territori di Tivoli e di Guidonia Montecelio ma non quelli confinanti, ricadenti nella Capitale, occupati da attività agricole (e, si presume, in carico alla Asl RmE).
Il rischio è quello che, complice anche il fatto che la causa scelta per alienare queste proprietà riconduce al ‘piano di rientro’ sanitario, quindi alla necessità e urgenza per la Pisana di far cassa, gli ettari del S. Spirito potrebbero rappresentare un ‘boccone’ interessante per molti, costruttori in primis – alcuni con appezzamenti già di proprietà: in questi anni la compravendita ‘mascherata’ con formule adatte, ha imperato.
Altra questione, il Parco dell’Aniene. ‘Dimenticato’ nella tratta che dalla provincia, finito l’ambito della X Comunità Montana, arriva al raccordo anulare, tanto che ‘regionale’ è rimasto solo nella dicitura. Oggi, nella pratica, l’area protetta occupa soltanto il IV e parte del V Municipio. E certamente l’intervento della Regione non si potrà limitare a costruire mura – questo l’impegno – che impediscano al fiume di esondare nella parte abitata dell’Albuccione. Ci si tornerà su.