I 48 lavoratori del ‘Tiburtino’ soltanto la punta di un iceberg?
Una riunione davvero anomala quella che ha tenuti impegnati per quasi tutta la giornata di ieri i vertici di Unicoop Tirreno e i rappresentanti sindacali dei punti-vendita del Lazio. Anomala perché in precedenza si pensava che l’incontro dovesse servire a chiarire il destino dei 48 lavoratori del Centro commerciale tiburtino, che, soltanto un mese fa, era al centro di una trattativa che lo voleva destinato al trapasso verso un franchising Conad. Trattativa fallita (almeno per il momento) e ricerca di nuovi attori. Anomala perché Unicoop ha ‘apparecchiato’ un tavolo convocando i rappresentanti di tutta la forza-lavoro regionale.
Concretamente… ‘non è successo nulla’. Unicoop non ha chiarito, vaghi riferimenti al fatto che i conti non tornano, non una parola sulle strategie di breve, medio e lungo periodo. Un comportamento che ha lasciato di stucco i sindacalisti, i quali cominciano a immaginare che la sorte dei 48 guidoniani non sia ‘solitaria’, e che il gigante della grande distribuzione voglia abbandonare il Lazio, delimitando la presenza sino ai confini della Toscana. Naturalmente si tratta di impressioni, sospetti, non ci sono certezze né in un senso né nell’altro. Perché Unicoop non ha offerto alcun motivo di riflessione o discussione. La riunione s’è conclusa con l’ultimatum dei sindacali: entro la fine di settembre l’azienda deve presentare un piano che contenga indicazioni precise su cosa intende fare. E da lì dovrebbe finalmente iniziare la discussione.