di TOMMASO VERGA
“Lo scheletro? Tranquilli, non farà un fiato”. Segreto ben custodito dunque. Salvo che per i “tombaroli”, avvezzi al trattamento. Ascrivibile a curiosi, sempre con la necessaria cautela interpretativa, la foto di giorno comunque proibita. Ma il pavimento della fornace picconato prefigura bel diverse ambizioni. Parte della recinzione divelta, i malintenzionati agiscono anche di notte, indisturbati. Accade alla “Selciatella”, nel perimetro d’uno scavo archeologico tra i più importanti degli anni recenti.
“Picconato il pavimento della fornace, distrutte le suole di metallo dei calzari”
E’ quanto denuncia Valentina Cipollari, l’archeologa che per conto della Sovrintendenza coordina l’attività, la quale denuncia “danneggiamenti alla necropoli e all’impianto produttivo, con la pavimentazione della fornace presa a colpi di piccone, come anche parte di una canaletta e due tubature fittili. Distrutte invece le suole in metallo dei calzari rinvenuti all’interno di alcune tombe, messi al riparo in loco erano rimasti in attesa del prelievo da parte delle restauratrici della Soprintendenza”.
Quando i resti vennero alla luce, il 10 settembre scorso, da più parti s’invocò la riservatezza massima sulla scoperta, almeno fino alla “messa in sicurezza” del cantiere. La notizia del ritrovamento – reperti incredibilmente ben conservati, fino alla donna con al collo “una collana in oro e pietre con lavorazione a catenella intervallata da elementi tubolari in pietra di colore azzurro chiaro e chiusura ad amo” – ha scatenato gli appetiti di chi ben conosce quella zona, forziere nel quale sono custoditi reperti di grande importanza e valore. Zona di “lavori in corso”, per realizzare una nuova viabilità, funzionale a ben altri obiettivi che alle preesistenze.
Le quali, come si vede, restano incustodite. Eppure, non solo a parole, dal Comune di Guidonia le rassicurazioni non sono mancate.
In una settimana presentazione delle fatture e determina di pagamento
Perché alla società aggiudicataria dell’appalto sulla viabilità (la Edilmoter srl, ça va sans dire), con determinazione dell’architetto Angelo De Paolis, capo di gabinetto del sindaco Eligio Rubeis, il 23 ottobre sono state affidate anche le opere interessanti il cantiere archeologico, scavi compresi, “per un importo presumibile di 200 mila euro”, da sommare ai 2,3 milioni iniziali.
Il 6 novembre 2012 viene autorizzata la liquidazione all’impresa di circa 200 mila euro. Un acconto, il primo, per fatture presentate tra il 31 ottobre e il 5 novembre. 2012. Il beneplacito all’esborso lo certifica lo stesso De Paolis, ma in quanto direttore dei lavori.
Dunque, non solo parole. Oltre alle congratulazioni al Comune per la celerità con la quale soddisfa i fornitori (una settimana tra emissione delle fatture e soddisfacimento. In sede di discussione sul bilancio si era detto si dovessero attendere oltre 300 giorni: interpretazione errata), un appunto: chi deve provvedere alla sicurezza del sito? Secondo l’archeologa addetta, il sindaco, De Paolis, l’Edilmoter, la Sovrintendenza, sono stati informati della vulnerabilità del cantiere e delle manomissioni. In programma un ulteriore stanziamento? Oppure – ricorrendo alla banalità della logica ma soprattutto alla somma impegnata – rientra tra i compiti dell’Edilmoter? Servono risposte. Rapide. Soprattutto per non lasciare il campo libero a chi pensa se il sito va a ramengo i lavori sulla viabilità procederanno più rapidamente.