Approvata la variaziome di bilancio a Guidonia Montecelio. E s’è aperta la crisi politica
di TOMMASO VERGA
Tre milioni e mezzo di nuovi mutui richiesti alla Cdp (Cassa depositi e prestiti), a fronte di tre milioni già anticipati dalle casse comunali per il Plus (Piano locale urbano di sviluppo), in larga parte per la nuova rete viaria di Selciatella-Tor Mastorta. A spanne, pari e patta.
Nemmeno per idea. Visto che sui mutui Guidonia Montecelio pagherà gli interessi. Mentre il danaro già erogato in attesa che la Comunità europea lo rimborsi attraverso la Regione Lazio non è garantito. Potrebbe non arrivare. Ci sono “nuvole nere” che mettono a rischio il progetto, vincolato a norme comunitarie stringenti. Due casi, esempi argomentati da Giuliano Santoboni, 5stelle. La “Cilento ingegneria” ha vinto l’appalto – unico concorrente – per la progettazione e la direzione dei lavori, compenso già incassato, 90mila euro. Scomparsa. Il progetto esecutivo e la direzione dei lavori risultano in dote all’architetto Angelo De Paolis, capo di gabinetto del sindaco. Seconda questione: nei saggi preliminari di scavo, di “archeologico” non è apparso niente. Eppure, da molti anni, in “Latium Vetus” e negli studi di Zaccaria Mari, archeologo di origine e residenza guidoniana, quell’area è stata esaminata e dichiarata di grande pregio. Ora, dopo il ritrovamento di una fabbrica e di un cimitero, sorgono dubbi sulla fattibilità dell’opera viaria. L’ipotesi è quella di una preesistente e consistente città romana. Tanto che la dirigente della Sovrintendenza, Elena Calandra, ha già notificato al sindaco il possibile avvio di una vasta campagna di scavi, non solamente circoscritta ai recenti ritrovamenti. Si profila un vincolo? Lo stop parziale o persino definitivo di un progetto che secondo la normativa del Plus non può subire modifiche rispetto a quello iniziale? Oltretutto, non sapendo ovviamente ancora l’esito dell’interrogazione presentata ieri, sull’argomento, dall’europarlamentare “grillino” Fabio Massimo Castaldo. Quindi, incertezza perlomeno.
Dubbi che nemmeno sfiorano il sindaco Eligio Rubeis e la giunta – si direbbe però non tutta –; l’opposizione invece li avverte come rischio serio per lo stato dei conti della città. Con un motivo, dominante, in più. La crisi politica. L’ex sindaco Stefano Sassano, Forza Italia, lo dice chiaro e tondo: “Prima va affrontata la ‘verifica’ preannunciata tra i partiti della maggioranza. Non parteciperò al voto”. E lascia l’aula. Non il solo. Tanto che l’appello è “legale”, non unanime: 13 i presenti per la coalizione che sostiene il sindaco Rubeis. L’aggiustamento di bilancio così passa.
La riunione di stamattina, comunque, si apre con un imprevisto colpo di scena: l’accusa di Sebastiano Cubeddu, capogruppo 5stelle, al sindaco. Eligio Rubeis – ha detto – è incompatibile con la carica. Perché è stato dichiarato responsabile della illegittima sopraelevazione del caseggiato di fronte a “villa Cornetto”.
Non ha esercitato il controllo sull’autorizzazione rilasciata dall’assessorato all’Urbanistica. Quindi (nonostante il parere contrario dell’Avvocatura del Comune), ricorrendo alla Corte dei conti ha provocato un danno all’erario. Di qui la condanna. Una requisitoria solida, puntuale, molto ben argomentata.
Un duello di levatura, perché il sindaco dialetticamente non è stato da meno. Motivo portante: “Con la legge 142 sono i dirigenti a definire le procedure, il mio è un potere di semplice firma”. Affermazione “non politica” né sciocca. Di seguito, i rappresentanti della maggioranza hanno ricalcato la tesi. E la sintesi: Umberto Ferrucci va rimosso. All’unisono, tutti i consiglieri comunali, hanno mostrato insofferenza verso il dirigente più “potente” – benché altri stiano crescendo – dell’amministrazione. Un giudizio che un minimo di savoir faire consiglierebbe al capo dell’Urbanistica le dimissioni. Immediate. Senza attendere altri giri di valzer della politica.