di TOMMASO VERGA
“Spiacente, avete perso, bisogna pagare”. Perso che? Pagare chi? “Quello che so è che le sentenze dicono che dovete pagare”. Vedi se riesci a sapere di quale procedimento stiamo parlando… L’avvocato (il tuo) scrive all’omologo di parte avversa: “Sa dirmi di cosa si tratta?”; risposta: “Pagate. Il tribunale civile vi ha condannato, il Tar l’ha ribadito ed ha nominato il commissario ad acta per recuperare la somma”. Logica l’arrabbiatura: che dici? pagare? quanto? migliaia di euro…? e per che cosa? “Veramente… non lo so”. Come non lo so? Di quale procedimento si tratta? Nelle udienze di che avete discusso? “Non ero presente, nessuno mi ha avvertito”. Ma chi dovevano avvertire se l’avvocato sei tu?
Condanna di 70 mila euro (più altre spese e interessi)
A questo modo, un copione surreale, si è svolta l’ennesima commedia, con protagonisti sindaco, dirigenti e funzionari del Comune di Guidonia Montecelio. Con un creditore, l’Ipsoa (gruppo Wolters Kluwer Italia), che ha ottenuto da due giudici la sentenza favorevole per il pagamento della somma – circa 70 mila euro –, lievitata negli anni di spese di giudizio e interessi. E nemmeno bastante, visto che il commissario ad acta chiederà la relativa parcella al termine dell’incombenza assegnatagli dal tribunale amministrativo della Lombardia.
Grosso modo, scartabellando (o tentando di) ordinativi in parte ormai illeggibili – salvo imprecisioni l’anno di inizio dell”affare’ dovrebbe essere il 2006 –, la questione risulta esattamente come descritto nel proscenio: a nome del Comune – a volte la firma si capisce, talora l’ordinatore è ignoto, c’è persino chi usa l’indirizzo email privato – si acquistano o ci si abbona a libri, riviste, corsi di formazione on line. Par di capire che, se non si disdice formalmente, l’ordinativo viene replicato sine die, applicando la regola del silenzio-assenso.
Anche il ‘Codice condominio’: in tutto 100 mila euro
Il seguito… non c’è. Perché il Comune non paga. Oppure sì, ma senza lasciare traccia. Così come non v’è traccia compiuta della destinazione del materiale. Tanto che l’avvocato Antonella Auciello, dirigente dell’ente, chiede di indagare: cosa, come, quando, perché. Il 16 gennaio 2015. Consigliando altresì di pagare prima che arrivi il commissario.
Si scopre così che, in altri tempi – probabilmente con l’arrivo della citazione in giudizio –, solo Gianna Recchia (Ambiente) ha “reagito”: sì, ricevuti, ma ho subito disdetto le repliche, la legge vieta il silenzio-assenso. Data: 21 ottobre 2011.
Comunicazione inviata anche a Rosa Mariani, segretaria comunale nonché direttore generale, ma, visto l’esito, finita in chissà quale cassetto. Salvo interpretazioni errate, si direbbe che, comunque, l’Ipsoa abbia continuato a emettere fatture anche per gli ordinativi respinti. Tutto finito nel “calderone” dei 70 mila euro.
L’Avvocatura del Comune non s’è mai presentata
Poi… nulla. Udienza presso il tribunale civile di Milano, sentenza favorevole alla società; che si rivolge al Tar ottenendo la nomina di un commissario ad acta. In entrambi i giudizi, assente l’Avvocatura del Comune di Guidonia. Si spera, ci si augura, che qualcuno spieghi il motivo, visto che, almeno dal 2011, i dirigenti del municipio sapevano della vertenza giudiziaria (visto che siamo in tema di spiegazioni, si può sapere cosa se ne fa il Comune – è anche sufficiente sapere chi lo ha ordinato – di “Form. Condominio” e “Codice condominio” ordinati il 28 dicembre 2008?).
Evoluzione della faccenda? Semplice: sborsare, subito, non si può neppure ricorrere al debito fuori bilancio. C’è chi dice una somma attorno ai 100 mila euro. Si vedrà. Il Comune dovrà poi rivalersi. Su quanti non hanno osservato le procedure. La Corte dei conti attende la denuncia di Eligio Rubeis, il sindaco. A meno che non voglia essere condannato lui…