(t. ve.) Si sono incontrati sabato mattina, ad Arsoli, e hanno deciso di “disobbedire”. Un “no” certamente singolare visto che tutti i sindaci presenti si sono ritrovati concordi nel chiedere a Fabio Refrigeri, assessore regionale all’Ambiente, un incontro perché sia applicata la legge… regionale. La n. 5 del 2014 (“Tutela, governo e gestione pubblica delle acque“). Legge “avanzatissima” – tanto da essere stata approvata all’unanimità dal Consiglio –, nella quale si ribadiscono principi di assoluta difesa dell’acqua pubblica e schemi di esercizio.
Così, allo stato dei fatti, l’annotazione più congrua è che si sono oltrepassati i limiti del paradosso per cadere nel grembo del surreale. Un “non senso”. Infatti, la “diffida” inviata dalla Regione Lazio ai sindaci dei piccoli Comuni perché consegnino il servizio idrico all’Acea (con minacce di denuncia alla Corte dei conti per danno erariale, hinterlandweb del 26 marzo) si direbbe partorita da un altro ente, in competizione, alternativo alla Regione Lazio.
A conferma, si legga il primo comma dell’articolo 5: “Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Regione individua con apposita legge gli ambiti di bacino idrografico e, al fine di costituire formalmente le Autorità di detti ambiti, disciplina le forme e i modi della cooperazione fra gli enti locali e le modalità per l’organizzazione e la gestione del servizio idrico integrato, costituito dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua, di fognatura e di depurazione delle acque reflue“. Chissà se esiste una disciplina titolata psicopolitica…
Con l’adesione del “Forum italiano dei movimenti per l’acqua” e del “Coordinamento enti locali per l’acqua bene comune”, l’appuntamento di sabato ha riunito non solo i piccoli Comuni (Agosta, Arsoli, Canale Monterano, Capena, Morlupo, Cerreto Laziale, Corchiano, Labico, Roviano, Trevi nel Lazio, Paliano). Perché, della protesta contro la “diffida”, sono protagoniste anche realtà maggiori come Ladispoli, Civitavecchia, Cassino, la X Comunità montana dell’Aniene. Unanimi, i sindaci hanno convenuto di chiedere alla Regione un incontro urgente affinché la diffida sia ritirata, richiesta sostenuta con tanto di delibera dei propri Consigli comunali (Roviano ha votato già nella stessa sera di sabato). Poi, in caso di esito sfavorevole, si decideranno altre azioni comuni. Molto probabilmente si comincerà da un ricorso al Tar.