di TOMMASO VERGA
“Siamo pronti, a fine marzo il Tmb può entrare in funzione, abbiamo già avanzato la richiesta alla Regione Lazio”: così, con questo annuncio, l’ingegner Gianmario Baruchello – un omonimo è presente nell’indagine “Mafia Capitale” (corruzione aggravata, turbativa d’asta e illecito finanziamento) -, progettista del “Colari”, il consorzio di proprietà di Manlio Cerroni, ha accolto la delegazione del Comune di Guidonia Montecelio in visita all’impianto dell’Inviolata. Un “benvenuto” improntato all’ottimismo quello del dirigente, ovviamente non titolato a fornire delucidazioni su tutta un’altra serie di eventualità che potrebbero profilarsi a breve sulle sorti produttive. A cominciare dall’ennesimo sequestro del Tmb (Trattamento meccanico-biologico dei rifiuti).
Infatti, dopo che il tribunale del Riesame ha annullato il sequestro dell’impianto e prosciolto gli amministratori delle due imprese – le signore Monica Cerroni di “Colari Ambiente Guidonia”, e Isabella Stolfi dell'”Edilmoter”, impresa esecutrice dei lavori – il tribunale di Tivoli è ricorso in Cassazione, ottenendo soddisfazione e conseguente rinvio ad altro dibattimento. Non ancora pubbliche, salvo che per gli interessati, le motivazioni del verdetto, sicuramente non di merito visto che la Corte può annullare una sentenza per vizio formale. Così fosse – la decisione è di queste ore -, si potrebbe assistere al ripristino della condizione quo ante: inalterata l’individuazione dei crimini, a giudizio le persone e, soprattutto, nulla esclude il ripristino del provvedimento di blocco dell’installazione. Tutto il resto da definire nella ripresa della procedura.
La visita all’impianto ha permesso di verificare lo stato di avanzamento ma anche di apprendere come sia stata modificata la strategia del “Colari”, che all’Inviolata intende realizzare un sistema che tratti “indifferentemente” rifiuto domestico e non, selezionato e non. Obiettivo: produzione di compost di qualità soprattutto, derivante dal recupero di ogni residuo, compresi plastica e carta da inviare ai consorzi del riciclo. Con la precisazione che una parte della prima andrà a “irrobustire” le balle di css (combustibile solido secondario) da destinare ai forni industriali. Anche all’Unicem? “A chiunque le chieda” la risposta (da profani, non si capisce a questo punto quale ruolo svolgerà il nuovo stabilimento che verrà dislocato a “Martellona”, alle spalle del distretto sanitario di Guidonia, che, nella illustrazione degli obiettivi aziendali, fa di plastica e carta il “fiore all’occhiello” dell’attività).
Se il diavolo si annida nei dettagli, la seconda “rivelazione” è giunta al termine dell’incontro: cosa ci dice della discarica? “Il settimo invaso sarà costruito. No, non da noi, la richiesta è stata presentata da un’altra società”. Come da un’altra società? “Sì, Colari non c’entra”. Ma parla di una società del gruppo? “Sì, del gruppo…”.