di TOMMASO VERGA
UN TERREMOTO. PER ORA solo annunciato, ma, data la fonte – un comunicato alla stampa del sindaco Eligio Rubeis – entro pochi giorni se ne potrà misurare l’intensità. E, almeno per i fautori, valutare i danni. Tutto dipende dalle decisioni che in questi giorni informeranno le scelte di Alfonsina Russo, dal 3 marzo responsabile per il Lazio del Mibac (il ministero dei Beni culturali). Incarico che si somma al mantenimento della
Soprintendenza per i beni archeologici dell’Etruria meridionale e che comprende la fama – acquisita appunto nella terra degli Etruschi – di dirigente interessata ed attenta alla difesa del patrimonio comune.Il sindaco di Guidonia Montecelio ha incontrato la soprintendente la settimana scorsa.
Oggetto, il sistema viario Selciatella-Tor Mastorta. Leggendo tra le righe, dal comunicato si apprende che Rubeis non è riuscito a rimuovere gli ostacoli che bloccano il cantiere da oltre cinque mesi. Non solo. La dirigente del Mibac intende “approfondire”. Dalla valutazione delle carte e dalle probabili perlustrazioni dell’area potrebbero scaturire “vincoli, diffusi e puntuali” precisa il comunicato. Se sarà ciò, il primo effetto dovrà essere obbligatoriamente la modifica e comunque il ridimensionamento del progetto. Atti vietati dalla normativa comunitaria.
Quale che sia, c’è giustificato ma tardivo timore nel Palazzo (e in città…). Poiché la scelta condurrebbe alla revoca del finanziamento targato Plus (Piano locale sviluppo urbano), deliberato dalla Comunità europea per sei milioni di euro principalmente per la nuova viabilità. Conseguenza ed effetto: il default delle casse comunali. In parole povere, il dissesto. Perché, né se ne comprende la congruenza, Guidonia Montecelio ha già anticipato metà della somma deliberata a Bruxelles. Con il risultato che la differenza tra le somme (tre milioni usciti dalle casse comunali, 700 mila euro del Plus incassati), sarebbe insostenibile per il bilancio cittadino.
Il cantiere Selciatella-Tor Mastorta venne bloccato dopo il ritrovamento degli scheletri femminili (il 10 settembre dell’anno scorso) e la successiva scoperta di una fornace. Il che portò il Mibac a decidere di allargare il perimetro degli scavi (non ci si trovava di fronte a un pur significativo cimitero ma a una città). Incombenza assegnata dal capo di gabinetto del sindaco-direttore dei lavori, architetto Angelo De Paolis, all’Edilmoter il successivo 23 ottobre (anche qui: palese e ignorato il conflitto di interessi, visto che si tratta della stessa impresa aggiudicataria delle opere interessanti il sistema viario).
L’origine del “terremoto”, è costituita dall’esposto presentato dal Movimento 5stelle il 14 agosto del 2014 alla procura della Repubblica di Tivoli. I pentastellati sottolineavano i pericoli che corre il patrimonio antico della città e del comprensorio a causa della realizzazione del nuovo sistema viario. Di conseguenza, si annotò il sopralluogo della polizia provinciale, e, dopo il furto del teschio di un bambino, l’interesse del nucleo dei carabinieri per la tutela del patrimonio artistico. Ora si cominciano ad avvertire le scosse di assestamento.