di TOMMASO VERGA

Umberto Ferrucci

Umberto Ferrucci

APPUNTAMENTO IL 18 novembre, presidente Mario Frigenti. In 13 dovranno affrontare il dibattimento. Che riguarda sì i reati di falso, truffa e peculato, ma per sei si estende anche all’aggravante di associazione per delinquere. Oltre due ore di camera di consiglio per il gup Alfredo Maria Bonagura che ha così accolto pressoché integralmente le richieste di Luigi De Ficchy, l’ex procuratore capo di Tivoli (ora trasferito a Perugia) personalmente autore della maxinchiesta conclusasi oggi con la parte relativa all’udienza preliminare.
Oltre che associazione per delinquere, le incriminazioni di peculato e falso ideologico riguardano tre dipendenti del Comune di Guidonia Montecelio. Insieme con il funzionario Michele Maccaroni – che la Procura ritiene il “cervello” dell’organizzazione messa in piedi per “spolpare” le casse pubbliche – ci sono Gilberto Pucci e Umberto Ferrucci, dirigenti rispettivamente del Demanio e
Gilberto Pucci

Gilberto Pucci

dell’Urbanistica dell’ente (quest’ultimo è stato allontanato e sospeso per 18 mesi il 23 marzo scorso): avrebbero agito in maniera sistematica attraverso l’emissione di determine, mandati di pagamento e fatture false; per il funzionario anche l’accusa di truffa. Tutti in combutta con gli imprenditori Marco Fanali e la moglie Livia De Acutis, e Anna Maria Marsili. Nella fase istruttoria è uscito dal procedimento Gerardo Argentino, responsabile della Pubblica istruzione e Cultura, mentre invece dovrà discolparsi dall’accusa di falso ideologico la segretaria comunale Rosa Mariani.
Per il Comune di Guidonia Montecelio il danno ammonterebbe a 604.687 euro e 68 centesimi. Secondo le carte, l’associazione si sarebbe costituita fra il 2007 e il 2010, il che vuol dire che le “operazioni” sarebbero iniziate con l’amministrazione di centrosinistra presieduta da Filippo Lippiello, e proseguite quindi con quella di centrodestra, sindaco Eligio Rubeis. Il materiale risultava destinato al Comune, dove invece non è mai arrivato. Poltrone, divani, computer, arredi, insomma ce n’è da arredare più abitazioni e con lusso. tutto documentato in tre anni d’indagini dai carabinieri del Nucleo specializzato nei reati contro la pubblica amministrazione di via In Selci che ritengono di aver accertato 26 casi di sottrazione dei soldi pubblici. E per 18 volte Michele Maccaroni ci avrebbe messo lo “zampino”, falsificando atti, occultando fatture e regalando ad amici cellulari e pc di ultima generazione. 
Nei suoi confronti, di Pucci e di Ferrucci, Luigi De Ficchy aveva chiesto l’arresto: respinto del giudice per le indagini preliminari Alberto Michele Cisterna a ottobre del 2013.
Ora, in attesa dell’autunno, l’attenzione si sposta sulle decisioni che assumerà il sindaco Rubeis, sia rispetto alla permanenza degli imputati nel loro incarichi, sia sulla costituzione di parte civile dell’ente. Intanto, oggi, né in aula né fuori, si sono sentiti esprimere orientamenti e segnali in qualsivoglia direzione.