di TOMMASO VERGA
Luoghi talmente urbani che una cooperativa, la “29 giugno”, capofila dell’impero di Salvatore Buzzi, interdetta per mafia, ricorre al Tar del Lazio per non aver vinto l’appalto a Guidonia Montecelio.
Un fatto presumibilmente inedito nelle cronache nazionali, di sempre. Con un particolare talmente interessante che non si può fare a meno di prestarvi attenzione. Sotto la “29 giugno” – in associazione temporanea d’impresa (Ati) con ”Ecocar” – s’arrampicava l’”Edera”, sino a una settimana fa operante nello stesso ambito e attività. La quale non ha partecipato alla gara per il rinnovo dell’affidamento. Presente invece la capofila. In Ati con la cooperativa “Lat” di Firenze, la srl “Paoletti Ecologia” di Fiumicino, la “Ambiente, Energia e Territorio” spa di Ciampino. L’interdittiva antimafia è stata pubblicata il 30 aprile 2015, il ricorso al Tar è del giorno prima, il 29. La scaramanzia non c’entra, più appropriato immaginare che la “29 giugno”, a fronte di obiezioni dei giudici amministrativi, eccepirà la liceità dell’atto formulato in tempi “non sospetti”. Un fioco lumicino, perché – salvo sorprese magistrali – non si capisce come l’aspetto formale potrà superare l’ostacolo sostanziale. Si vedrà in aula, la data dell’udienza non è stata ancora fissata. Comunque un concerto di date, che, considerati i soggetti, dovrebbe consigliare qualche pm ad approfondire.
Per la cronaca, l’appalto – dal quale era stata subito esclusa, “per mancanza delle dichiarazioni sui requisiti morali dei rappresentanti dell’azienda”, un’altra vecchia conoscenza, l’”Aimeri” dei fratelli Pizzimbone, al tempo domiciliata a Cipro, in Ati con l’”Econord” –, se l’è aggiudicato l’Ati “Tekneko” srl-”Fratelli Morgante” srl. Cinque anni, 48 milioni di euro per il servizio di raccolta differenziata porta a porta. Assunti i 134 dipendenti provenienti dalle precedenti società appaltatrici (gli ‘stracci’ non sono volati…), oltre a una decina di impiegati amministrativi che trasferirà a Guidonia Montecelio. Che dovrebbe essere il primo impegno di più grande rilievo della società nata nel 1985. Una serie di ragioni che inducono a pensare la “Tekneko” – di Avezzano, amministrata da Umberto Di Carlo – alla ricerca di una sede in questi luoghi. 300 mila i cittadini serviti tra Abruzzo, Lazio e Molise, circa 500 i dipendenti totali.
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