(t. ve.) S’E’ SFASCIATO il “giocattolo” del Tmb. Nel senso che, abituati a vedere esaudite le loro richieste senza colpo ferire, Manlio Cerroni e il suo staff per la seconda volta consecutiva non ottengono il benestare all’avvio dell’impianto di trattamento dei rifiuti all’Inviolata. Autorizzazione temporaneamente (ri)negata, altro rinvio, la “via di fuga” scelta dalla Regione: ottenere il pronunciamento del Consiglio dei ministri (con ogni probabilità contro la Soprintendenza). In una nota, il Cra (Comitato risanamento ambientale: il quale ha convocato un’assemblea pubblica venerdì alle 17 in piazza delle Rose a Santa Lucia) afferma che “sarà interessante vedere come si pronuncerà (il CdM, ndr) dopo che il Tribunale del riesame, in sede cautelare, aveva evidenziato l’illegittimità del provvedimento autorizzatorio dell’AIA del 2010 per assenza del parere paesaggistico”. Un “rinvio” all’esecutivo foriero quindi di imprevedibili sviluppi non escluso il ricorso alla Corte costituzionale relativamente alle attribuzioni tra Stato e Regioni.
Presso l’”area rifiuti” della Regione Lazio, la conferenza dei servizi sul rinnovo dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale) si è svolta il 14 marzo. Parte del rendiconto si può ritrovare nella cronaca di sei mesi fa – hinterlandweb del 16 settembre 2015 –. Stessa stanzetta, gente in piedi, assente la Sovrintendenza ora come allora, rappresentata dalla replica della diffida nella quale si ribadisce la illegittimità dell’ordine del giorno: la conferenza dei servizi non si deve fare – la sintesi – perché il rilascio iniziale dell’Aia, quella del 2010 della Regione a favore di Cerroni, era privo dell’obbligatorio parere paesaggistico. Ne discende che mancando un presupposto dei fondamentali, gli atti susseguenti si fondano sul nulla, inficiando decisioni che non dovevano essere assunte. In aggiunta – seconda novità della riunione –, la comunicazione che l’apposizione del vincolo sui 1700 ettari dell’area comprendente il Tmb, l’11 marzo da ‘intenzione’ s’è tramutata in procedura formale. Perché, secondo la nota della Sovrintendenza, si tratta di un ambito territoriale“ di notevole interesse pubblico”. Quindi da tutelare.
Analoghe a quelle di sei mesi fa le obiezioni della “Ambiente Guidonia srl” – assente Manlio Cerroni, in quattro per sostituirlo –: l’Aia risalente al 2010 esclude il Tmb da ogni obbligo o modifica intervenuti successivamente. Come il vincolo paesaggistico. Non soltanto sorpresa la funzionaria regionale che s’è mostrata contrariata per l’atto firmato dalla Sovrintendenza “in modo non corretto a poche ore di distanza dall’inizio della conferenza”.
Insofferenza per il rinvio da parte di Andrea Di Palma: il sindaco facente funzioni ha ribadito il sostegno all’iniziativa purché siano osservati i patti sottoscritti con la società, secondo i quali ne beneficeranno le tasche dei cittadini e il bilancio di Guidonia Montecelio. Presente alla conferenza il Comune di Fonte Nuova che però è contrario alla concessione dell’Aia (tanto da aver promosso un ricorso al Tar del Lazio; unificato con l’analogo firmato dal Pd di Guidonia).
A proposito della città dell’aria, risulta non solo singolare il contrasto tra l’espressione di Di Palma e quella opposta e contraria di Paola Piseddu, dirigente dell’assessorato (“l’Aia non si può rilasciare”) depositata nella conferenza dei servizi del 16 settembre. C’è curiosità di sapere se il ff ricorrerà al Consiglio dei ministri. Oppure se deciderà per il consiglio di uno soltanto.
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