(t. ve.) L’IMPEGNO di Massimo Forti è risultato sinora dedicato alla gestione degli “Annali” di Cineto Romano, una Rsa (residenza sanitaria assistenziale) che ebbe il suo momento di notorietà quando finirono in cassa integrazione due dozzine di dipendenti dei quali 18 persero definitivamente il posto di lavoro – tra i quali Monica Gregori, la parlamentare di Sinistra italiana – il 31 dicembre 2013. Per rientrare nei parametri fissati dalla Regione Lazio la motivazione, unita alla riduzione del budget erogato dalla Pisana: un “taglio”smentito – anzi, si descrive l’esatto contrario – dall’interrogazione al governo presentata ieri da Massimo Baroni, deputato del Movimento 5stelle, sempre molto attento alle vicende del “gruppo”.
Equivalente l’altro impegno di Forti (ma apparso non altrettanto interessante per la cronaca): la gestione anche della “Geress srl” di Manfredino Genova. Siamo nel 2004 e Massimo
Forti risulta il “liquidatore” del “Centro clinico Colle Cesarano spa”. Il cui titolare, Aurelio Casati, era stato accusato dalla Procura di Tivoli di bancarotta fraudolenta (otto anni di istruttoria e proscioglimento). Ovviamente, motivo del trapasso, la gravissima crisi finanziaria della clinica (benché perennemente in credito con la Regione Lazio; nel 1992 si raggiunsero i 22 miliardi di lire su un budget di 16). Ma la causa assurge a decisiva per il trasferimento della proprietà alla “Geress srl”, la cui costituzione risale all’ottobre del 2003. A verificare il Registro delle imprese la titolarità del 31 per cento e la carica di amministratore delegato della srl di Pontelucano risultano proprio di Massimo Forti.
Ora gli “Annali” di Cineto Romano tornano all’evidenza della cronaca. Perché Massimo Baroni vuol sapere da una flotta di ministri – salute, lavoro e politiche sociali, economia e finanze – come sia stato possibile che un finanziamento della “Geress” a Massimo Forti non appaia nei bilanci della Rsa (un problema che sarebbe già stato “attenzionato” anche dalla Procura di Tivoli).
In aggiunta, le considerazioni sull’operato nonché la domanda se le modalità di gestione degli “Annali” obbediscano ai criteri informatori d’un’azienda sanitaria che ha il compito “di salvaguardare il fondamentale diritto alla salute” delle persone anziane ricoverate. Di qui la conclusione: “non si ritiene opportuno assumere iniziative per la revoca dell’accreditamento”?
Il testo dell’interrogazione:
http://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=4/13977&ramo=C&leg=17