(t. ve.) ALTRA “stangata” per Guidonia Montecelio. Con la determinazione n. G09695, la Regione Lazio ha deciso che la tariffa per la gestione dei rifiuti indifferenziati trasferiti alla “Csa srl” di Castelforte, in provincia di Latina, subisca un aumento del 25 per cento, i precedenti 99,47 euro a tonnellata lievitano a 124,74, soggetti a “rivalutazione monetaria annuale secondo l’indice Istat con efficacia dalla data di emissione del presente atto”. La decisione della Pisana è del 1° settembre, a decorrere dall’anno prima, il 2015. Si pagheranno gli arretrati.
La società beneficiaria gestisce un impianto per il trattamento e lo stoccaggio di rifiuti, pericolosi e non, in virtù dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale) rilasciata inizialmente nel 2008 e rinnovata il 26 luglio di quest’anno, con scadenza 4 aprile 2030. Cosicché, di fronte a proposte meno allettanti, per lo smaltimento dell’indifferenziata il Comune di Guidonia si rivolge alla Csa srl. Siamo nel febbraio 2014, dopo che il 12 di quel mese, Eligio Rubeis, il sindaco dell’epoca, e Nicola Zingaretti, presidente della giunta ragionale, hanno provveduto alla chiusura della discarica dell’Inviolata “in quanto esaurita nella sua capacità ricettiva autorizzata”.
A seguire, l’inedito problema – per il municipio, abituato da metà degli anni ’80 “a servirsi in casa” – della tariffa di accesso all’impianto prescelto. Come aspetto generale, nella regione Lazio è in vigore uno schema che contempla due modalità: la “provvisoria”, coincidente con l’avvio dell’attività, sulla base del piano aziendale; la conclusiva, dopo il riscontro dello stato di fatto, a cominciare dalla realizzazione degli investimenti programmati. Parola d’ordine, verificare la congruità dei costi con quanto dichiarato, rimodulando la tariffa qualora sovrastimata o insufficiente e quindi da adeguare. La finalità è assicurare al gestore il ristoro di tutti i costi sostenuti nel corso dell’attività.
Bei concetti se non si dovesse “fare i conti” con i ritardi degli uffici regionali. Che prendono tempo, non decidendo la tariffa definitiva. La Csa chiede, sollecita, afferma di non rientrare nei costi, risponde il silenzio, tanto da spingere la società a impugnare il contratto fino al punto di diffidare la Pisana, il 16 maggio 2016. E’ da quella data che si avverte l’accelerazione delle procedure tanto che la “determina dirigenziale” arriva dopo tre mesi, ferie comprese.
Il primo atto della storia risale al 14 agosto 2013, la “tariffa provvisoria dei rifiuti urbani destinati all’impianto di produzione Cdr” di Castelforte viene fissata in euro 82,72 (al netto di ecotassa, benefit ambientale ed Iva); aumentata, con la determinazione 03468 del 26 marzo 2015, a euro 99,47 (decorrenza, 1 gennaio 2010: cinque anni di arretrati per chi si trovava nella malcapitata condizione di dover sborsare), fino agli attuali 124,74 del 1 settembre 2016 (con decorrenza 18 settembre 2015). Stando a stime preliminari – che, naturalmente ci si augura sbagliate (in eccesso…) –, per Guidonia Montecelio si tratta di un esborso extra di 300 mila euro l’anno. Che risconterà “indifferenziatamente” ogni famiglia. Sulla bolletta.