LACONICA la notizia diffusa: la “notte bianca” promossa dai commercianti di Villalba di Guidonia non ha ottenuto il patrocinio del Comune. “Bene” il commento ricorrente del lettore, con i tempi che corrono un bel po’ di soldi risparmiati. Però, se si fosse aggiunto che il municipio non avrebbe speso nulla perché gli esercenti hanno chiesto sì il “patrocinio” ma gratuito (altro non vuol dire che utilizzo del logo del Comune sui manifesti), i giudizi sarebbero stati meno sbrigativi. Anzi, sarebbe stata sollecitata la curiosità: ma allora perché piazzale Matteotti ha detto “no”?
Comunque, ieri, la manifestazione non s’è svolta. In sua vece una scia di malumori e polemiche. Provocati non solo dal “niet” ma forse ancor più dalla motivazione della bocciatura, fissata in l’“istanza in oggetto non risulta meritevole di accoglimento” e scolpita nella nota firmata da Corrado Cardoni e Rossella Solidoro, vertici amministrativi dell'”area V, servizi alla persona” (quel “meritevole” meriterebbe un apologo). Ma perché? A causa dell’“evidente contrasto con i criteri enunciati” dalla delibera di giunta 140 del 2011 si precisa. Talmente tale che gli organizzatori sono impegnati a decifrare, ma senza riuscire a cavare un ragno dal buco: “evidente contrasto” è un limite lapidario, invalicabile formula messa nero su bianco nella replica ai commercianti. Con i “criteri”? Quelli “enunciati”?
Fallito il tentativo, ci si impegna nella ricerca di traduttori “esterni” capaci di interpretare un capolavoro di burocratese. Dal Comune solo sussurrii e mezze frasi. Di ufficiale nulla. Al ché ci si chiede fosse così difficile spiegare la delibera 140 (del 2011, valla a trovare… però sul sito del Comune appare il modello-standard per la richiesta e non sembrano risultare ostacoli), verificare con i richiedenti la “misteriosa” differenza tra la manifestazione programmata per ieri, sabato 24 settembre, e il non possumus (la richiesta è partita da Villalba il 25 luglio, la replica di Cardoni e Solidoro è datata ieri l’altro, 23 settembre: per l’esame dei pro e dei contro è occorso un approfondimento accurato…). Oppure, giacché i richiedenti risiedono nella medesima città dei governanti, tentare di “limare” di comune accordo le eventuali contraddizioni? Non mancava di certo il tempo, due mesi…
Passati a chiedere una risposta, arrivata alla vigilia della scadenza. Una condotta che solleva fondate perplessità. A parte l’“evidente contrasto” palesato in “zona Cesarini”, il tutto appare meritevole di rimarco per più ragioni, a cominciare dal fatto che gli uffici sapevano che la “notte bianca” a Villalba non sarebbe stata un inedito. Perché nel 2015 s’era svolta senza problemi, sulla concessione del patrocinio nessun “evidente contrasto”. Cosicché la decisione negativa suona a vantaggio della qualunquistica impressione che la definizione di un atto, in un verso e nell’altro – in questo caso il benestare – dipenda dalla “simpatia”. Il che dev’essere assolutamente escluso, non sarebbe comportamento lecito nella pubblica amministrazione. Ne hai o non ne hai diritto, tertium non datur.
Qualcuno afferma che sarebbe stato del tutto inutile poiché le ragioni risiedono altrove, che l’“evidente contrasto” alberghi in un’altra manifestazione andata male lo scorso anno a causa del richiamo della “notte bianca”. Si tratta della Festa tricolore, la “tre giorni nera” coincidente con la “notte bianca”. Il meeting fissato quest’anno dal 16 al 18 settembre è stato spostato alla settimana successiva a causa delle condizioni atmosferiche (i due manifesti risultano, in evidenza, sul profilo Facebook della stessa Rossella Solidoro).
Argomento, si ribadisce, che riporta all’analogo sabato settembrino promosso dai commercianti l’anno scorso, un parallelismo che avrebbe svuotato le attività e le presenze tricolori. Qualcuno narra di un pourparler seguito non del tutto amichevole. Cattiveria gratuita, la lingua non cessa di battere dove il dente duole. Con l’effetto di sottrarre il Comune dalle sue responsabilità (a scelta: del 2015 o del 2016) e deviando il discorso alle chiacchiere da bar. Anche a Guidonia Montecelio è vietato pensare che un manifesto dica niente, mentre due offrono un indizio. Anche se chi sosteneva il calembour era certamente un intenditore.