(t. ve.) SCRIVE GIUSEPPE Marani il commissario straordinario al vertice del Comune di Guidonia Montecelio: “Il 20 aprile 2016 la giunta (Di Palma, ndr) ha approvato lo schema di bilancio (…); successivamente sono emersi debiti fuori bilancio di rilevantissima entità (…); (inoltre) il 16, il 21 e il 22 settembre i dirigenti delle aree V, VI e VII hanno proposto il riconoscimento di debiti fuori bilancio” risalenti al 2014-2015, per un importo complessivo di 99.900 euro. Quindi: “voglio sapere cosa è accaduto”. Così l’Unità di controllo interno, coordinata dalla (nuova) segretaria generale (Annalisa Puopolo), con il supporto, qualora necessiti, dell’Avvocatura comunale (Antonella Auciello) e del responsabile anticorruzione (Marco Alia), entro sette giorni deve accertare e comunicare l’esito delle indagini. A rispondere Gerardo Argentino, Gilberto Pucci, Gianna Recchia, Angelo De Paolis.
Il casus belli riguarda i residui passivi, le somme non utilizzate nei bilanci precedenti che sono state riassegnate con nuove determinazioni, benché, si suppone, comunque prive di copertura finanziaria. Errori contabili e/o amministrativi? Oppure una fattura inoltrata al Comune pur in assenza della fornitura dei beni? Esempio: come s’è conclusa la vicenda dell’acquisto dell’arredo urbano previsto dalla determinazione 78 dell’area VII attraverso il reimpiego d’un residuo passivo del 2006, somma destinata alla Gea srl” e non utilizzata dall’impresa?
Altro quesito al quale la commissione d’inchiesta dovrà rispondere: le aree descritte hanno chiesto al dirigente delle Finanze (Gilberto Pucci) se quegli “avanzi” erano o meno reimpiegabili? Siccome si è in presenza di fondi non disponibili, l’accertamento interessa anche il benestare, richiesto o meno, e, nell’eventualità del diniego, il corrispondente perché dell’impiego comunque. Va ricordato che la stessa materia, nel bilancio 2011, fu oggetto delle attenzioni di Adriano Mazza, il “ministro del Tesoro” del sindaco Eligio Rubeis, che volle il “riaccertamento” dei residui attivi e passivi. 150 milioni si disse. Poi, più nulla.
Un’altra storia di soldi, in sostanza. Dei quali non sono chiarissimi procedura e impiego. Simbiotico – per un importo in questo caso minore – del procedimento in corso contro Umberto Ferrucci, Gilberto Pucci, Rosa Mariani e Michele Maccaroni per i 605 mila euro venuti meno alle casse del Comune di Guidonia Montecelio.
Il decreto lascia intendere che Marani non intende soltanto conoscere chi e perché ha sbagliato. Non si tratta esclusivamente di un appello alla eventuale “punizione” prevista dal Tuel (testo unico degli enti locali), e nemmeno del minacciato invio alla magistratura contabile del relativo fascicolo, ma di un rovello che, con il decreto pubblicato stamattina, avrebbe trovato conforto: il sospetto di aver individuato una delle modalità utilizzate perché si “formassero” i debiti fuori bilancio e la conseguente distribuzione dei benefici.
Quindi, ancora una volta appare chiaro il motivo per cui il commissario “non può” licenziare il rendiconto, non per cattiva volontà o incapacità – se avesse saputo in che circolo dell’inferno si sarebbe venuto a trovare non avrebbe certo sin dai primi giorni annunciato scadenze per la pubblicazione –, ma perché il “sistema Guidonia” custodisce gelosamente modalità e funzioni rispondenti alla fedeltà di parte e di partito e ai clientes e non alla salvaguardia dei diritti e del bene comune. Oggi si direbbe abbia “scoperto” il vicolo che conduce in piazza. Sarebbe necessario e opportuno non intralciare la sua opera.