La piazza del Comune di Guidonia e la torre del fascio

La piazza del Comune di Guidonia e la torre del fascio

di TOMMASO VERGA

IL BILANCIO e i dirigenti. Materie già ampiamente trattate e discusse. Materie comunque sotto esame per trovare una definizione. Secondo Giuseppe Marani, il commissario prefettizio del Comune di Guidonia Montecelio – che sui due temi ieri pomeriggio ha incontrato gli ex capogruppo consiliari –, a questo momento “bilancio” non fa ancora rima con “dissesto”, mentre rispetto ai vertici dell’ente la strategia è articolata: andranno davanti ai giudici gli autori di atti non rispondenti ai requisiti di legge; per trovare soluzione al bailamme amministrativo occorrono con urgenza supporti ulteriori, specialisti – purché-meglio se – forniti da altre amministrazioni pubbliche. Evidentemente – hinterlandweb del 15 novembre – i 99mila euro di residui passivi “scoperti” in questi giorni hanno definitivamente esaurito i bonus a disposizione del commissario nella fase del suo avvento. Nulla esclude che Marani richieda al Mef (ministero Economia e finanze) o agli Interni la formazione di una commissione d’indagine che verifichi tutta la “produzione legislativa” del Comune in questi anni nonché degli atti conseguenti, delle “determinazioni” in particolare.

Si direbbe la stretta finale. Viene alla mente la riunione di Forza Italia a carnevale di quest’anno quando Adriano Mazza “guardando negli occhi la ventina di interlocutori presi da parte, martedì scorso, aveva enumerato i benefici erogati a ognuno nelle vesti di (ex) assessore alle Finanze” (hinterlandweb del 9 febbraio 2016). Il mancato “l’ultimo spenga la luce” si sta ritorcendo contro i sostenitori del “tiriamo avanti”. Perché, se avessero messo termine rapidamente all’agonizzante giunta di Eligio Rubeis, oggi il Comune avrebbe un sindaco e un esecutivo eletti e non un commissario prefettizio messo in condizioni di approfondire la più minuta carta dell’ente. Con il tempo che gioca a ulteriore favore visto che per almeno altri sei mesi albergherà nelle stanze di piazzale Matteotti.

Adriano Mazza, ex assessore alle Finanze

Adriano Mazza, ex assessore alle Finanze

Dunque, la misura ha raggiunto l’acme. Perché, con la direttiva del 22 settembre il prefetto aveva “ammonito” l’intero corpo amministrativo, impegnandolo a consegnare tutto il materiale utile a redigere il bilancio. Si era cominciato con l’elenco dei debiti fuori bilancio (e con quello dei debiti al di fuori del bilancio), con le condanne dei tribunali e dei Tar – apprendendo così il “metodo” delle sentenze che bypassavano l’Avvocatura dell’ente –, delle determine per “somma urgenza” e via enumerando. Ma, a quanto pare, un elenco non esaustivo che ha spazientito il prefetto, consigliando decisioni ultimative.

Sul versante strettamente amministrativo, il rinvio della dichiarazione di dissesto si direbbe dovuto alla possibilità di attingere a risorse che il municipio e gli uffici hanno sottovalutato da lungo tempo, l’evasione fiscale dei grandi contribuenti. Per importi decisamente non modesti. Mentre il “gruppo Cerroni” (Inviolata e Tmb) ha rateizzato quanto dovuto e iniziato a colmare il debito, non altrettanto dicasi per la “Buzzi-Unicem” e la “Bartolini”, entrambe ricorse alla commissione tributaria provinciale. Pressoché analoghe le motivazioni: le aree  di escavazione per la prima e di servizio per l’altra non possono a loro dire definirsi “industriali” e quindi impegnate a corrispondere l’imposta relativa. Due tesi che ritarderanno l’afflusso dei proventi richiesti ma che fissano comunque sotto la voce “avere” le aspettative del Comune. Non sono soli. Alcuni altri soggetti, “grandi”, ora dovranno fare i conti. Fatti, finalmente, su di loro.