CASSATO? NO, NASCOSTO. Lo stanziamento di 97 milioni per la “Ryder Cup” a Marco Simone nel bilancio dello Stato non c’è più. Cancellato? Per nulla. Ha semplicemente cambiato titolo e destinazione. Nella manovra finanziaria, prima versione, i 97 milioni rappresentavano una polizza assicurativa, a garanzia della “Ryder Cup Europe LLP”, società che organizza la competizione golfistica nel continente europeo. Adesso, due terzi della cifra, 60 milioni (in dieci anni, ma in danaro contante), li incasserà invece la Federazione Golf. Il che non esclude affatto che per gli altri si tratta soltanto di un rinvio, una riproposizione in tempi a venire, figurarsi se la società organizzatrice rinuncerà, tanto più che la Ryder Cup si svolgerà nel 2022.
Alte le proteste – incavolatissimo il senatore pd Francesco Ranucci (al sesto posto nella classifica dei “paperoni” di Palazzo Madama) – allorché Francesco Boccia (“Pd non renziano” precisava la Gazzetta dello sport), presidente della commissione Bilancio della Camera, aveva stralciato la norma, a suo dire connessa alla “natura localistica, micro-settoriale e ordinamentale”. Salvo gettare abbondante acqua sul fuoco delle polemiche nel giro di qualche giorno assegnando allo “stralcio” un’altra collocazione, quella di “Giovani e sport”. Capitolo nel quale trova spazio il torneo di golf. Infatti, tra le tabelle del ministero dell’Economia, si legge la “variazione di 5,4 milioni dal 2017 al 2027 per lo svolgimento della Ryder Cup“. Anche il governo paga a rate.