di TOMMASO VERGA
COTRAL. LA PRECEDENZA alla cronaca. Al momento, sottoposto a custodia cautelare Mauro Valentini, titolare di una società appaltatrice, mentre raggiungono il numero di 50 gli avvisi di garanzia, comprendenti una ventina di dipendenti dell’azienda in tutto il Lazio, accusati di “aver favorito i proprietari delle officine di manutenzione omettendo volutamente di effettuare i prescritti riscontri e convalidando la regolarità delle lavorazioni effettuate a tutto vantaggio dei fornitori”.
Scrive Massimo Battisti, il gip firmatario dell’ordinanza (i pm titolari sono Stefano Fava e Maria Letizia Golfieri): “Il sistema Cotral (testuale, ndr) di certo trova le sue fondamenta in procedure operative complesse e farraginose, spesso disattese (talvolta anche per contingenze inconciliabili con la necessità di garantire la continuità del servizio di trasporto pubblico) e su un sistema di controlli interni lacunoso o, meglio, praticamente inesistente. Il quadro investigativo, però, dimostra che tali assunti non solo non costituiscono un esimente alle condotte illecite poste in essere ma ne costituiscono il fertile humus, volutamente costruito e strutturato, da cui tutti gli indagati hanno illecitamente attinto linfa vitale per i propri illeciti interessi a detrimento di quelli della società pubblica, che da lungo tempo rappresenta l’insostituibile fonte di indebiti profitti”.
Arrigo Giana, amministratore delegato del “Sistema Cotral”
“QUELLO DELLE MANUTENZIONI è un tema con cui ci siamo scontrati fin dai primi giorni del nostro insediamento. Da subito abbiamo informato gli inquirenti – a parlare è Arrigo Giana, l’amministratore delegato di Cotral – segnalando tutto ciò che nelle nostre attività di verifica interne era stato rilevato come anomalo.
“Parallelamente, dal punto di vista organizzativo, abbiamo potenziato le verifiche ispettive interne e attivato la rotazione del personale addetto al controllo al fine di allontanare alcuni dipendenti dalla gestione dei contratti. I controlli rigorosi sulle prestazioni in alcuni casi hanno portato all’esclusione o alla sospensione dall’albo fornitori di alcune ditte aggiudicatarie dei contratti. Proprio per questo motivo abbiamo definito una nuova modalità di affidamento delle attività di manutenzione della flotta in un full service che garantisce l’efficienza dei bus e maggiore efficacia nelle procedure di controllo”.
“Desidero ringraziare la Magistratura e le Forze dell’Ordine – conclude Giana – che ci aiutano a rendere sempre più trasparente il lavoro che stiamo portando avanti da oltre due anni all’interno dell’azienda”.
Domenico De Vincenzi & C., ex vertici del “Sistema Cotral”
“SONO MOLTO soddisfatto dei primi risultati emersi sulla presunta truffa nelle manutenzioni e nelle riparazioni dei bus della Cotral spa”: così esordisce in una odierna dichiarazione alll’AdnKronos, Domenico De Vincenzi, ex presidente della società regionale in merito alle iniziali conclusioni delle indagini della Procura di Roma. “Mi è d’obbligo però precisare che l’azione giudiziaria è scaturita dalle denunce presentate nel 2013 dal CdA di cui ero presidente. Un particolare che bisogna rammentare all’ad Giana, considerato che quanto fatto dall’attuale CdA fa solo parte dell’altrettanto fase conclusiva di un percorso avviato dall’azienda”. A conferma della posizione dell’ex presidente, giungono in contemporanea i lanci d’agenzia che riportano le dichiarazioni del duo Palozzi-Libanori, entrambi contemporanei vertici di Cotral: “Anomalie manutenzione segnalate molto prima di Giara”.
Argomentazioni “nobilissime” come si può notare. Tutte a sostegno del diritto alla mobilità, in difesa del trasporto pubblico, degli utenti, della efficienza del servizio. Espresse con tale forza e coraggio al punto che i pullman hanno smesso di prendere fuoco o di arrestarsi per strada. E pazienza se i successi comportano una certa dose di strabismo. Inevitabile quindi non prestare attenzione all’ordinanza nel punto in cui denuncia “procedure operative complesse e farraginose (…) controlli interni lacunosi o, meglio, praticamente inesistenti”. Con il potenziale effetto – ugualmente sottolineato dai pm e dal gip – che gli utenti hanno rischiato di brutto salendo su quei bus.
Meglio il battibecco su chi deve fregiarsi della medaglia attestante il “prima io”, che offusca l’accusa sulle “colpe” dei vertici di una società pubblica, sul modello amministrativo, sul motivo giustificante gli incarichi (lautamente compensati). Nonché le responsabilità di chi li ha scelti, esclusivamente per ragioni politico-partitiche e di corrente. Tu chiamale se vuoi soddisfazioni…