LA PROCURA di Tivoli propone per l’uomo il “divieto di soggiorno nei comuni frequentati dalla moglie”. Ricorrendo – un inedito – alla normativa prevista dal codice antimafia. La sezione misure di prevenzione del Tribunale di Roma accoglie. Per il momento, l’epilogo giudiziario di una brutta (ma non inconsueta) vicenda familiare.
Un provvedimento di prevenzione, urgente, non previsto dal procedimento penale. Inteso a tutelare la donna maltrattata dagli effetti derivanti dall’imminente rientro del consorte dopo la detenzione. Effetti potenziali, ma sperimentati. Infatti, esattamente due anni fa, l’uomo era stato condannato per il reato di maltrattamenti in famiglia in danno della moglie e per altri reati. Nella sentenza si descriveva il clima di terrore in cui la donna aveva vissuto a causa delle violenze patite.
“Il provvedimento, innovativo perché applicato al di fuori del procedimento penale – si legge in un comunicato a firma di Francesco Menditto, procuratore della Repubblica di Tivoli -, è stato richiesto (e ottenuto) per dare effettività alla tutela delle vittime di violenza, come richiesto anche dalla Corte europea dei diritti dell’uomo che ha recentemente condannato l’Italia per non avere agito con sufficiente rapidità per proteggere le vittime di violenza domestica”.
Nell’imminenza della scarcerazione, l’avvocata della donna si è rivolta alla Procura, che dopo aver accertato quanto segnalato e verificato la serietà, ha valutato in pericolo l’incolumità della donna, determinato dai precedenti specifici e dal fatto che, tornato libero, sul marito non sarebbe stato possibile esercitare vincoli o possibilità di serio controllo. “Il processo penale, infatti, non consente di adottare misure a tutela della donna se non dopo la commissione di un reato nei confronti della vittima. Provvedimenti di carattere amministrativo, come l’ammonimento del questore, oltre che non praticabili nel caso in esame costituiscono una mera esortazione a non porre in essere atti ai danni della donna”.
Cosicché, in “assenza di incisivi provvedimenti a tutela immediata della vittima, non consentiti dal codice di procedura penale né dall’ordinaria attuale legislazione, la Procura di Tivoli ha ritenuto di potere utilizzare la normativa prevista dal Codice antimafia e, in particolare, l’applicazione provvisoria e urgente della misura di prevenzione. E’ stato, perciò, immediatamente richiesto il divieto di soggiornare nei comuni frequentati dalla donna, in considerazione della spiccata pericolosità del marito”. Domanda che ha trovato il benestare di Guglielmo Muntoni, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Roma. Il giorno successivo alla richiesta.