COLLE CESARANO IL lunedì, Antonio Angelucci (l’ordine alfabetico è casuale) il mercoledì, nei prossimi giorni elencheremo sicuramente altro. Si inizia allora dal deputato di Forza Italia, accusato di aver tentato di “aggiustare” due processi in Cassazione: il sequestro per 7milioni di euro disposto dalla Procura di Bari nei confronti del consorzio San Raffaele e della Finanziaria Tosinvest (con l’aggiunta di una misura cautelare); una causa di lavoro con un medico, dipendente del San Raffaele, il cui ricorso pende in Cassazione dopo la decisione del tribunale civile.
Un’indagine che ha condotto ben oltre, per questo divisa in tre tronconi, scoperchiando “una ramificata rete di reciproche facilitazioni affaristiche finalizzate alla realizzazione di profitti e vantaggi personali, perpetrate mediante traffici di influenze e la redazione di false attestazioni“ e sfociata, come riferiscono le agenzie, in 3 provvedimenti di detenzione in carcere. Maurizio Ferraresi, medico dirigente preposto alla commissione certificazione patenti, Claudio Cascarino, dirigente responsabile della gara di appalto da 14 milioni di euro per la manutenzione di edifici di competenza della Roma1, e Mario Dionisi, amministratore della “Lag” (Laboratorio analisi Guidonia) nella qualità però di titolare della “Diagnostica medica srl”. Le accuse: corruzione e turbativa di appalti nella sanità pubblica.
Il manager guidoniano (in passato, non portata a compimento l’aspirazione di candidarsi sindaco, ha ricoperto il ruolo di consigliere comunale per Forza Italia) entra nella vicenda non relativamente al “caso” Antonio Angelucci-Cassazione ma in quanto perché accusato di essere fisicamente il daziere, ossia colui che materialmente bonificava i funzionari pubblici. Ferraresi, secondo l’accusa, era stipendiato da Mario Dionisi e da sua sorella Rossella (ai domiciliari). 5mila euro al mese per consigliare, a chi si rivolgeva alla Commissione patenti, gli studi Dionisi. Una “pratica”, secondo gli accertamenti, iniziata nel 2010. Che avrebbe fruttato 330mila euro. Sequestrati dai carabinieri del Nas. Unitamente a beni e denaro per 4,140 milioni di euro, risultanti, secondo la Procura di Roma, dal profitto illecito ricavato dalla “Diagnostica Medica srl”.
Altre sei persone sono finite ai domiciliari, ulteriori 10 iscritte nel registro degli indagati tra dirigenti e pubblici ufficiali, imprenditori privati e altri soggetti ritenuti coinvolti in una ramificata rete di reciproche facilitazioni affaristiche finalizzate alla realizzazione di profitti e vantaggi personali, perpetrate mediante traffici di influenze e la redazione di false attestazioni.