di ELISABETTA ANIBALLI
LE CASSE funzionavano a fisarmonica all’Ambiente, per pagare la ristrutturazione dei parchi pubblici secondo le modalità, fino al 2014, proprie dei Lavori pubblici: impegno di spesa, quindi modifica in corso d’opera del quoziente tecnico economico con rideterminazione del progetto e conseguente lievitazione dei costi.
È successo per il Parco Di Nella a Villalba, e non solo. Nel caso dello spazio villalbese il Comune ha speso 400mila euro. Tanto è costato ritinteggiare le scalinate con i colori della bandiera italica, piantumare alberature, installare panchine e strutture ludiche, realizzare i vialetti con pavimentazione in ciottoli, ovviamente dotare il parco di un campetto per le partite di calcetto, intervento sopraggiunto in corso d’opera che ha reso necessario modificare il progetto, prevedere una serie di interventi strutturali declinati alla voce “opere complementari”, con riaffido fuori procedura, e in via diretta, alle aziende, solite, specializzate nel settore. Come la Parchi e Giardini Srl, soggetto giuridico precursore nel settore per avere realizzato i lavori al Parco dei Frutti, inaugurato nel 2014 in via della Pietrara, Guidonia centro; quel giorno di maggio, tra adulti e ragazzini, c’erano 1000 persone a tagliare il nastro di un’opera straordinariamente bella e innovativa per la città. Un modello che avrebbe presumibilmente prodotto abusi nelle procedure.
L’idea della ristrutturazione villalbese è contabilizzata nel luglio del 2014. Nel settore Ambiente, da qualche settimana, si è insediato il nuovo assessore Morena Boleo, fedelissima ed espressione politica in assessorato di Fratelli d’Italia, il partito di riferimento di Alessandro Messa, consigliere comunale che con forza e determinazione l’ha voluta in quella casella.
La determina di impegno dei soldi è la numero 56, la seconda giunta Rubeis s’è appena insediata ma già ritiene urgente intervenire sullo spazio del Parco Di Nella e impegna subito 201mila euro rinviando alla procedura negoziata la individuazione della ditta che eseguirà i lavori. Funziona che individuato il responsabile del procedimento (il geometra Antonio Tuzia) in via discrezionale, si decide tra quattro o cinque imprese chiamate al telefono. La scelta ricade sulla Parchi e Giardini Srl, sede in via Sabatino Gianni, Roma.
Poi però col passare dei mesi, ci si accorge che qualcosa manca e che si può fare di meglio. Per questa ragione, con procedura di urgenza, si ri-convoca la ditta Parchi e Giardini, e con determinazione del 9 marzo del 2015 si finanziano ulteriori interventi per 79mila euro per la realizzazione di un campo di calcetto in erba sintetica. La scelta è ancora del Rup Antonio Tuzia, la procedura individuata, l’affidamento diretto. Cambiare il progetto iniziale equivale inoltre a intervenire per modificare le opere collaterali, ecco allora che il geometra responsabile del procedimento chiama al telefono al ditta Verde Nicolini Srl di Roma perché cambi l’entrata del parco, studi una adeguata illuminazione per l’impianto nel complesso, predisponga all’occorrenza una copertura per le scalinate, somma impegnata: 39.825,38 euro. La determina è del 30 aprile del 2015 e la firma come Rup Maurizio Rocchi. Ecco che i lavori del Parco villalbese costano 400mila euro. Nemmeno al posto degli alberi avessero piantato diamanti.
Nei capitoli di spesa 850mila euro, destinazione parchi e arredo urbano: il “Fondo di investimento” cittadino gestito da due assessorati come “Fondo privato”
L’avevano pensato come Fondo di investimento nel quale far confluire parte delle somme derivanti dall’accensione di mutui presso la cassa depositi e prestiti, dove attingere a piene mani, e a propria discrezione, attraverso procedure semplificate di affidamento diretto degli appalti, per piccoli o grandi lavoretti. Danaro pubblico gestito, come si vedrà, alla pari di un Fondo privato.
La delibera di giunta che lo istituisce è la 210 del 5 novembre 2013 con la quale il governo Rubeis approvava il Peg “dell’Area VII Ambiente e Parchi, all’interno del quale è stata prevista una spesa di 850.000,00 per la realizzazione del nuovo arredo urbano nei parchi comunali”. Il Peg è il piano esecutivo di gestione, da Wikipedia: “ È lo strumento con cui l’amministrazione specifica in modo dettagliato gli obiettivi che intende raggiungere durante l’anno sulla base dei programmi descritti nella relazione previsionale e programmatica e degli stanziamenti previsti nel Bilancio di previsione annuale, il Fondo veniva dunque rimpinguato ogni 360 giorni, l’investimento rimaneva immutato: 1 milione di euro, spicciolo più o meno”.
Dopo un mese dalla costituzione del Fondo, con conseguente determinazione dirigenziale (la numero 141 del 31 dicembre 2013) la gestione passava nella piena disponibilità, “per i lavori di che trattasi”, del settore Ambiente retto in quel momento dal dirigente Gerardo Argentino (nell’assessorato c’era Andrea Di Palma). E ancora: sotto l’indirizzo di un’altra delibera di giunta (la 40 del 31 marzo del 2014), l’amministrazione decideva di “variare il centro di responsabilità e di costo delle opere in discussione”, con trasferimento del Fondo dal settore ambiente e parchi “all’ufficio gabinetto del sindaco, dato che trattasi di arredo urbano”. Cosi motivava la decisione: “Tali interventi – vi si legge – sono di norma assegnati all’ufficio del capo di gabinetto del sindaco”.
Una alchimia contabile e amministrativa che potrebbe essere sotto la lente dell’anticorruzione e dei procedimenti giudiziari aperti dalla procura di Tivoli nei confronti di 15 tra funzionari, dirigenti e imprenditori, tra cui Angelo De Paolis, indubbiamente il manovratore del Fondo, sua era infatti la firma che distribuiva i soldi alle imprese. Il dirigente, capo di gabinetto (nel momento della costituzione del Fondo ha anche l’interim ai Lavori pubblici) Angelo De Paolis è dal 21 aprile rinchiuso nel carcere di Rebibbia con l’accusa di avere intascato mazzette e pilotato appalti pubblici. La prima volta che attinge al Fondo, almeno per gli atti reperiti nello storico dell’albo online, non è possibile stabilirlo con esattezza, certamente lo fa il 20 ottobre del 2015, quando approva il verbale di assegnazione di un appalto mediante procedura negoziata e relativo alla fornitura di materiale di arredo urbano, cestoni e cassonetti. Ad aggiudicarselo, la ditta Parchi e Giardini Srl con sede in Capena (Rm) via di Scoranello snc , “che ha offerto un ribasso percentuale, sul prezzo posto a base di gara, pari all’ 13,30% per un importo d i 153.317,40 euro oltre Iva 22% per un totale complessivo di 187.047,22 euro. L’impegno complessivo è appena sopra i 200mila euro e la differenza “verrà utilizzata per eventuale ampliamento della fornitura”.
De Paolis, indicato come il responsabile di tutti i procedimenti inerenti la manutenzione delle aree attrezzate a verde pubblico, il 23 maggio del 2014, in base al “progetto di manutenzione ordinaria delle aree a verde comprendente arredo urbano – arredo urbano Via della Pietrara Guidonia Montecelio” aveva attinto dal Fondo e assegnato in via diretta un appalto di 44.128,00 euro sempre alla ditta Parchi e Giardini Srl. Come del resto era accaduto nell’aprile di quello stesso anno, quando sempre De Paolis aveva redatto “il progetto di manutenzione ordinaria delle aree a verde comprendente arredo urbano – arredo urbano via Monte Gran Paradiso in Colleverde” prelevando dal Fondo 48.413,15, euro, a beneficio di chi? Della ditta Parchi e Giardini Srl con sede in via Sabatino Gianni, Roma. Il Fondo, gestito esclusivamente da De Paolis, era rimasto nella piena disponibilità dell’assessorato ai lavori pubblici per qualunque intervento ritenuto d’urgenza. Nel marzo del 2014 ancora, con una macchinosa manovra amministrativa, attingeva 106.000 euro (da un finanziamento di 110.000 ottenuto dalla Cassa depositi e prestiti per i lavori di realizzazione di una pista ciclabile tra i quartieri di Villalba e Villanova) destinandoli alla sistemazione di parco pubblico dotato di strutture ludiche in via Saffi, a Villanova, lavori assegnati con affidamento diretto alla Parchi e Giardini Srl.
Con l’avvento della nuova amministrazione però, nel maggio di quello stesso anno, la gestione del Fondo era passata per metà sotto la dirigenza del settore Ambiente, negli ultimi tempi saldamente nella mani di Gerardo Argentino, che con le medesime modalità discrezionali, e attraverso le responsabilità procedurali di Maurizio Rocchi (anch’esso sotto ordinanza di custodia restrittiva per i noti fatti di corruzione) affidava alla stessa impresa. Caso emblematico (e non il solo) è rappresentato dagli interventi di riqualificazione ambientale decisi l’11 gennaio 2016 con apposita determinazione dirigenziale, con tanto di richiamo alla madre di tutte le delibere (la costituzione del Fondo), Argentino e Rocchi affidano per via diretta 34.836 euro alla Parchi e Giardini Srl per la sistemazione del Parco Caduti del Lavoro a Villalba.
Ai Lavori pubblici le modalità di affido non cambiano, a cambiare sono invece le imprese individuate: tra la fine del 2015 e i primi mesi del 2016, prima dello scioglimento anticipato del consiglio comunale del 13 giugno, l’assessorato tornava a chiedere l’accensione di mutui presso la cassa depositi e prestiti per la realizzazione di parchi attrezzati (i finanziamenti confluivano nel Fondo) guardando però esclusivamente a Colleverde e Colleverde II, per gli altri quartieri (ad esclusione di Marco Simone Setteville Nord) pensava invece l’Ambiente, secondo un piano lottizzatorio evidente anche solo scorrendo l’albo pretorio online.
È in questo periodo che sotto la gestione De Paolis-Giuseppe Nardecchia (l’assessore ai Lavori pubblici) negli uffici della Triade cominciano a fare la loro comparsa nuove aziende da contattare con somma urgenza, come la Damina di Daniele Mainolfi, sede legale a Mentana (Rm). L’impresa viene contattata, in via privilegiata, per realizzare il campo di calcio in erba sintetica nel parco pubblico in via di allestimento in via Percile a Setteville Nord. Quei lavori, è noto, sono finiti sotto intercettazione della Procura per un episodio di corruzione che riguarderebbe proprio De Paolis.