di TOMMASO VERGA
BASTA CHIEDERLO, nuovo precetto di Guidonia Montecelio. Sino a ieri, un “avviso ai naviganti”, che accoglieva l’implorante all’ingresso del municipio, dei partiti, la risposta automatica dei telefoni-ni personali degli esponenti politici e dei funzionari amministrativi della città. Oggi scongelato da Emanuele Di Silvio, candidato sindaco del Partito democratico più varie.
Governasse la sinistra, il centro, la destra, lo slogan affonda le origini cittadine nella notte dei tempi. Sempre sussurrato, avvolto in un alone di pudore. Poi, con il passare del tempo, Basta chiederlo s’è via via spogliato d’ogni riserva, sgomberando il campo dalle obiezioni moralistiche e dalle critiche dei bacchettoni. Sino a diventare “principio”. E siccome Guidonia le ha somatizzate tutte, è finalmente assurto a “titolo” dei programmi di chi concorre alla massima carica comunale.
“A Fra’, che te serve?”, scolpito nella patria memoria della politica
Il presupposto – soltanto simbolico, illustrativo – è quell’incomparabile “A Fra’, che te serve?”, scolpito nella patria memoria della storia politica. Protagonista Franco Evangelisti, braccio destro di Giulio Andreotti. I più giovani non sapranno neppure di cosa si parli. Il 28 febbraio 1980 in un’intervista a La Repubblica, l’uomo politico dichiarò di aver ricevuto finanziamenti illeciti dall’imprenditore Gaetano Caltagirone. Funzionava così: ogni telefonata di costui iniziava con “A Fra’, che te serve?”, passato agli annali per illustrare il sistema corrotto della prima Repubblica.
Distinguendo i piani, i fatti e i soggetti, nella pratica di quel periodo, il valore massimo va assegnato al disinvolto Giovan Battista Lombardozzi, a Guidonia Montecelio ripetutamente sindaco, fino alla tangentopoli di 25 anni fa. Il suo Psi al 36 per cento del voto amministrativo: “Vedi, se uno mi dice che s’è fulminata la lampadina sulla strada di casa, io mando subito gli operai del Comune a sostituirla… e quello mi vota”. Un diritto che diventa un favore. Basta chiederlo.
Escluso che la pensi allo stesso modo Emanuele Di Silvio, risalta invece la banalità della domanda “vuoi un sindaco onesto?” alla quale si somma quella della risposta “basta chiederlo”. Immaginarsi i commenti. Quel che ne discende è una sola definizione, di una strategia politica adattata a tutte le contrade e stagioni, pasticciata e pasticciona (slogan vs slogan la precedenza va però a un secondo, della forzista Arianna Cacioni: “C’è futuro nell’aria”; perché non “La donzelletta vien dalla campagna”?).
In conclusione, va annotato il paradosso – evidentemente fomentato da un retropensiero –, la scopiazzatura del motivo portante la polemica tra 5stelle e Pd: all’insegna di “onestà, onestà” dei primi i dem rispondono che non basta, ”ci vuole un programma”. S’aggiunga la frivola spregiudicatezza infine, che rammenta offensive d’altri tempi – “nella cabina Dio ti guarda”; “forchettoni” eccetera –: allora Di Silvio vuol dire che gli altri candidati sono disonesti?
Errori da matita rossa per un “laureato in comunicazione d’impresa, marketing e pubblicità”.
Le affinità di personaggi (fino a pochi giorni fa) distanti milioni di miglia (in teoria) dal Pd
Anche se (non) si vuole, è possibile comunque arricchire la domanda, renderla utile alla circostanza. Sinora non c’è stato chiarimento alcuno su come, se eletto, il candidato del Pd riuscirà a reggere l’urto del pacchetto contraddittorio delle liste connesse, per le affinità di taluni personaggi (fino a pochi giorni fa) distanti milioni di miglia (teoricamente) dal Pd, contro i quali (fino a pochi giorni fa), in quanto capogruppo, poi semplice consigliere, egli stesso ha battagliato anche aspramente in Consiglio comunale.
Analogo dilemma sul motivo per cui Emanuele Di Silvio si avvale d’un supporto del quale si ignora il profilo. Si parla della lista autoproclamatasi “Sinistra per Guidonia”, un titolo che infatti non corrisponde ad alcuna formazione dell’arcipelago: né a Pisapia, né a Sinistra italiana, né ad Articolo 1 Mdp, né a Possibile, né ad Europa con Sipras. Unica certezza, l’apparentamento con i reduci del sostegno all’ex sindaco Eligio Rubeis (che è riuscito così a disseminare i suoi semi per l’intero orto elettorale).
Basta chiederlo. Accontentato, tutto ciò Emanuele Di Silvio agli elettori lo dovrebbe spiegare. Onestamente.