di TOMMASO VERGA

“UNA TELEFONATA allunga la vita” conduce al ricordo dello spot della Tim, protagonista Massimo Lopez, premiato al festival di Cannes. In teoria, equivalente il filo logico: “Vieni a insegnare alla scuola infermieri, aiuta il tenore di vita”: quella era pubblicità, virtuale, questa è propaganda, ma reale. Naturalmente diverso il teatro di posa (all’antica; oggi si dice location): il fortino nel quale era prigioniero l’attore s’è trasferito in via Acquaregna, Tivoli, sede della Asl Rm5 ex RmG.

Domenico Giubilei, uno dei “padri” dell’ospedale di Tivoli, morto un mese fa, il 5 maggio

Che include anche l’università, laurea in infermieristica e conseguenti discipline. Un fiore all’occhiello la scuola infermieri della sanità tiburtina e del “San Giovanni Evangelista”, l’ospedale. Tre anni il corso di studi, 180 le frequenze, sedi distaccate a Subiaco e a Monterotondo. Titolare del rilascio dell’attestato, l’ateneo di Tor Vergata, sede degli esami la fondazione “Santa Lucia”, sull’Ardeatina.

Vuoi imparare a diventare infermiere? Risposta pronta: “Attribuzione delle docenze corsi di laurea in infermieristica e logopedia – anno accademico 2015-2016”. Il primo atto è dunque la pubblicazione di una delibera, in questo caso la più recente, la 252, data 31 marzo 2015, 19 pagine, cinque di norme, moduli da compilare il restante. Un atto ufficiale volto alla ricerca di insegnanti. Possono aderire dipendenti della RmG e non. Anno accademico tramontato. Ugualmente l’acronimo (ora Rm5). Fa nulla, l’importante è tenere in vita la sostanza.

A Tor Vergata: “Si ritiene di dover stabilire i criteri di valutazione per la formazione delle graduatorie per le docenze”

Un doppio dettaglio mostra compiutamente gli intenti della Asl. Da un lato si ritiene “di dover stabilire i criteri di valutazione per la formazione delle graduatorie per le docenze relative all’anno accademico 2015/2016, fermo restando che gli incarichi vengono conferiti annualmente dall’Università degli Studi di Roma Tor Vergata”. Dall’altro ci si premunisce da eventuali grane con l’ateneo: “Tenuto conto, in ottemperanza a quanto contenuto nel protocollo d’intesa tra Università di Tor Vergata e ASL RM G, saranno proposti al Consiglio di Facoltà i docenti in possesso del massimo livello formativo nelle singole discipline, di norma dipendenti dell’Azienda e ove non sia presente, nelle graduatorie delle singole discipline, personale dipendente, saranno proposti docenti esterni”.

Se ci si ferma all’enunciazione non si notano falle. Anzi, perfetto. Senonché, andando oltre, affiora la sensazione che si tratti di un passepartout. Perché a tutti gli effetti non c’è effetto: soltanto una pezzo di carta che assevera l’indizione di una procedura utile a dimostrare la regolarità degli atti e l’osservanza dei disposti. Se chiedi di conoscere, o almeno di leggere, si risponde sbarrando gli occhi: scuola infermieri, quali graduatorie?

La sede del vecchio San Giovanni Evangelista

La scuola infermieri: non solo relazioni istituzionali ma la preparazione dei futuri operatori della sanità

Burocratese a parte, si capisce che Tor Vergata, tramite il protocollo, pretenda un abito su misura, con tutti gli elementi minuziosamente propri di un corso universitario, ne va di mezzo il buon nome, la reputazione dell’ateneo (al quale la Asl fornisce l’occorrente – sede, infrastrutture, materiale didattico, docenti, organizzazione – senza ricevere rimborsi). E quel “massimo livello formativo” indicato per la scelta dei docenti è cardine delle relazioni tra i due enti. Oltreché una polizza assicurativa. Perché in ballo non è solo la “questione istituzionale” ma la portata delle conoscenze dell’infermiere quando destinate alla tutela della salute di quanti si rivolgono alla sanità pubblica o privata che sia.

Un “quadretto” insieme semplice e preoccupante (il cui autore si sarà autocongratulato per l’astuzia messa in campo). Perché non trova risposta il: come si verifica se un docente della scuola infermieri è adeguato, oppure se è migliore o peggiore d’un altro? Sommariamente, nella pubblica amministrazione, in questi casi fa fede il punteggio costituito dall’anzianità del ‘mestiere’, dalle pubblicazioni, dalle specializzazioni acquisite, dai corsi specialistici ai quali si è partecipato. Addendi sommati in un totale che assegna il posto in graduatoria.

Mancando la quale, il reggente è appellato con “Sua discrezionalità”. Infatti, non mancano doglianze da parte di lavoratori che lamentano l’esclusione dall’insegnamento, pur avendone diritto. Quanto ai vertici della Asl (il direttore generale – dell’epoca – Giuseppe Caroli, quello amministrativo Daniele Aguzzi, il sanitario Bruno Lucarelli, fino alla responsabile Uoc, Unità operativa complessa, Luigia Carboni), firmando la delibera, “non potevano non sapere” che il bando per l’attribuzione delle docenze nella scuola infermieri non corrispondeva alla realtà. Analogia con quello di tanti anni prima.

Un interno della scuola infermieri

La delibera del 2011 pubblicata e revocata (successivamente alla presentazione delle domande di partecipazione ai corsi)

Infatti – nulla compare sul sito della Asl –, si spulcia un dossier, e si scopre che la pratica è praticamente praticata da sempre. Di formazione d’una graduatoria dei docenti – seppure riservata al solo personale già dipendente –, si legge in una delibera (la più antica nei limiti temporali entro i quali si è riusciti a risalire), la n. 453 del 18 maggio 2011, anno accademico 2012/2013. Con Nazareno Brizioli, direttore generale della RmG, firmano Daniele Aguzzi, il direttore sanitario Marco Rolloni, Maria Vittoria Pepe, direttrice del corso di laurea triennale e del “polo didattico”.

Adempimento portato a termine? Niente affatto. Perché il 3 agosto – scadenza per la presentazione delle domande il 20 giugno –, su richiesta di Rolloni, la deliberazione viene revocata (e mai più rinnovata). Complicato spiegarne i motivi, da quel che si capisce, vizi di forma, un elenco di codici e di modifiche normative nelle relazioni con Tor Vergata intervenuti nel frattempo. Sul “passo indietro” convengono Aguzzi e Brizioli. Una decisione probabilmente controversa ma certamente non unanime, confermata dall’assenza della firma di Maria V. Pepe, iniziale proponente della delibera. Tramontano i generosi sforzi di compilare la graduatoria dei docenti.

Però la Asl non demorde, non s’arrende. La sanità deve prevalere sul male, ancor più se oscuro come scriveva Giuseppe Berto. Così è, allorché a Nazareno Brizioli succede Giuseppe Caroli. Il nuovo direttore generale, come nel gioco dell’oca, torna alla casella di partenza. E il 31 marzo 2015 pubblica la delibera 252. Oggetto: “Attribuzione delle docenze corsi di laurea in infermieristica e logopedia – anno accademico 2015-2016”. Se ci sarà un qualsiasi seguito lo dovrebbe raccontare Vitaliano De Salazar, l’ennesimo direttore generale. Basterebbe una telefonata.