(t. ve.) QUESTA MATTINA, un comunicato a firma di Francesco Menditto, procuratore della Repubblica di Tivoli, informa di aver eseguito il sequestro preventivo di beni intitolati agli arrestati nell’operazione “ragnatela” del 20 aprile scorso. Si tratta dei 15 tra esponenti politici, imprenditori e professionisti, dirigenti e funzionari del Comune di Guidonia Montecelio, definiti dallo stesso Pg “una mafia bianca che ha governato la città di Guidonia dal 2013 e ha depredato le risorse pubbliche e la fiducia dei cittadini”.
Il sequestro preventivo è classificato una “misura cautelare reale”. Che si traduce nell’apposizione di un vincolo di indisponibilità su cose mobili e immobili degli indagati, tendente ad evitare che il tempo possa compromettere l’efficacia pratica della definitiva sentenza di condanna. L’effetto si sostanzia in una vera e propria “inibitoria”, collegata con la indisponibilità di una cosa mobile o immobile il cui uso è implicato necessariamente nell’agire vietato dalla legge penale.
In sostanza, la pubblica accusa intende evitare che possano scomparire o diminuire le garanzie patrimoniali che il condannato dovrà rimettere per pagare le somme stabilite a risarcimento del danno. Una precauzione condivisa dal giudice per le indagini preliminari che ha quindi sottoscritto la richiesta di sequestro formulata dalla Procura.
Le possibilità di ricorrere contro il sequestro preventivo
In termini di procedura, la revoca del sequestro preventivo può essere chiesta al giudice dal pm, dall’imputato o da chiunque ne abbia interesse. Il sequestro preventivo deve essere revocato quando sono venute meno le esigenze preventive previste dalla legge. Il limite massimo di tempo entro cui può essere mantenuto il sequestro preventivo è la sentenza di primo grado, anche se impugnabile. Contro il decreto di sequestro emesso dal giudice possono presentare richiesta di riesame l’imputato, il difensore, la persona alla quale le cose sono state sequestrate.
Di seguito, il testo del comunicato-stampa: “Al fine di assicurare, nel rispetto del segreto investigativo e dei diritti delle parti coinvolte, il diritto di cronaca costituzionalmente garantito, comunico che i Finanzieri del I Gruppo del Comando Provinciale di Roma, hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Tivoli, su richiesta di questa Procura, nei confronti di persone già destinatarie dell’ordinanza applicativa di custodia cautelare (in carcere e arresti domiciliari) eseguita il 20 aprile 2017 per plurimi reati: associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la pubblica amministrazione ai danni del Comune di Guidonia, peculato, corruzione e falso ai danni del medesimo Comune.
“Le indagini, svolte con estrema professionalità dalla Guardia di Finanza, hanno consentito di verificare le disponibilità patrimoniali degli indagati e di ricondurle al prezzo o profitto dei reati loro ascritti, al fine di individuarle e sequestrarle in quanto giudicate, per valore equivalenti al profitto del reato.
“Nell’ordinanza il Gip, nel ritenere fondato il quadro prospettato dalla Procura, ha disposto il sequestro preventivo di beni del valore complessivo di oltre 900.000 euro: nr. 17 unità immobiliari fra residenziali e terreni, n. 11 autovetture, plurime quote societarie, conti correnti”.