“C’E’ QUALCOSA DI nuovo oggi nel sole anzi d’antico”. No, nessuna presunzione di commentare l’opera del poeta, soltanto uno spunto (chi ha dimestichezza con la scrittura sa che a volte viene lui a cercarti, prescindendo dall’occasione) per rendere più appropriata la lettura. Fissando i presupposti. Tanto per non confondere l’uno con l’altro, nessun arzigogolo utile a rendere artificiosa la distanza tra il nuovo e l’antico. Si può vietare la propaganda? Qui sì.
I fatti. Per la terza volta, la commissione Urbanistica di Guidonia Montecelio ha svolto i suoi lavori alla presenza di Umberto Ferrucci. I più “interni” alle cose del Palazzo non hanno necessità di chiarimenti né di spiegazioni sull’identità del personaggio. Al contrario degli altri. Come, tanto per capire, i “pischelli” consiglieri comunali che si sono ritrovati a svolgere la funzione senza sapere nulla delle vicende che li hanno preceduti. Ed è loro che è dedicata la prima parte della narrazione.
Dalla sinistra democristiana di Ciriaco De Mita a “colonna” di Forza Italia
Intanto, alzi la mano chi sa o sapeva (prima di salire al soglio) che Umberto Ferrucci per poco più di due anni è stato sindaco di Guidonia Montecelio (nonché vicesindaco e pluriassessore all’Ambiente, all’Urbanistica, al Personale). Democristiano, demitiano (con “Forze nuove” di Donat Cattin, la “Base” di De Mita è stata una delle due correnti di sinistra dello scudocrociato), di recente era tra i dirigenti di Forza Italia. Oggi chissà. Interesse: zero.
In realtà, la vocazione di “Umbertone”, la principale non l’unica, è sempre stata quella di fare di Guidonia Montecelio una “Sim City”, sognando di diventare il sindaco-eroe “della città, progettando e creando una fantastica metropoli piena di vita. Ogni decisione spetta a te, man mano che la tua città diventa più grande e complessa. Usa la testa e prendi decisioni importanti che facciano felici i tuoi cittadini e che contribuiscano a espandere la tua città. Poi commercia, parla, competi e unisciti ai club con i tuoi amici sindaci. Costruisci una città straordinaria…”.
E ancora: “Costruisci grattacieli, parchi, monumenti, fabbriche e molto altro! Colloca gli edifici strategicamente, in modo che la tua città non smetta mai di svilupparsi. Affronta sfide urbanistiche reali, come il traffico, gli incendi e l’inquinamento…”. Fatto! 18 piani tra edilizi e di zona (poi ridotti a 13), dichiarati irregolari dalla dirigente dell’Urbanistica Paola Piseddu, recano la firma di Umberto Ferrucci. Così come l’atto di vendita di un parco pubblico a un costruttore di Marco Simone.
Ora, voltando pagina, si potrebbe proseguire con tutta la serie di relazioni che hanno visto Ferrucci interessato alle vicende politico-amministrative di Guidonia Montecelio. Nelle vesti professionali e in quelle programmatiche. Il suo curriculum fa fede. Anche se nel pedigree pubblico manca qualche “passaggio”: comprensibili quelli sulla fallita elezione a sindaco di Nino Novacco o sulle perturbazioni del quinquennio di Ezio Cerqua, ingiustificabile quella sulla condanna (in primo grado) che, se conosciuta, avrebbe reso inammissibile la stipula del contratto in qualità di dirigente fiduciario del sindaco Eligio Rubeis. Che fu per questo motivo costretto a sospenderlo, il 23 marzo del 2015.
Il contratto con Felice Maniero “faccia d’angelo”, il parco venduto a un’impresa edile di Marco Simone
Umberto Ferrucci è stato il braccio destro e sinistro dell’ultimo primo cittadino. Totalizzante il rapporto che lega-va i due, al punto che (tra i misteri della città nel periodo recente) fu proprio il dirigente all’Urbanistica a firmare i contratti a nome del Comune di Guidonia per la fornitura delle cassette dell’acqua nelle scuole. A proporli Felice Maniero, alias Luca Mori, alias “faccia d’angelo”, il capo della “mala del Brenta”. Complicato immaginare che i distributori di bibite dovessero sottostare a un piano regolatore. Ma tant’è…
Dopo l’antico, come da premessa, il “nuovo nel sole”. Con l’avvento dell’amministrazione monocolore 5stelle uno dei punti sui quali sembrava esserci certezza riguardava proprio la chiusura dei portoni del Palazzo alla pletora di personaggi politico-amministrativi che hanno frequentato gli uffici negli anni recenti. Non solo così non è stato, ma si sono persino riproposte figure risalenti alle giunte di Giovan Battista Lombardozzi (Psi-Pci o Psi-Dc) della fine degli anni 80, assessori spazzati via da Tangentopoli. Con tanto di personale frequentazione assidua di eletti pentastellati. Perché il silenzio dei vertici del partito? Chi ha spento il sole?
Dopo che Paola De Dominicis, rappresentante Pd in commissione Urbanistica, ha fatto ieri presente ai convenuti – in forma esplicita e diretta – che proseguire nella partita-Ferrucci fosse inammissibile, si vedrà se il meccanismo è saltato. La consigliera ha ricordato alla maggioranza che contro l’ex dirigente di Rubeis, nella consiliatura precedente, i consiglieri 5stelle Sebastiano Cubeddu e Giuliano Santoboni avevano dichiarato una vera e propria guerra. Loro la conclusione dell’allontanamento di Ferrucci dal Comune. I neo-eletti pentastellati lo dovrebbero sapere. Oppure qualcuno li aggiorni. O glielo rammenti.
Avvenimenti riepilogati all’interno di una interrogazione al sindaco della stessa Paola De Dominicis. Ma Anna Checchi, la presidente della commissione, verosimilmente non cambierà opinione. Altre lezioni, Umberto Ferrucci serve, sarà invitato nuovamente.