Maria Elena Boschi con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni

Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 64, 22 Dicembre 2017

Il Consiglio dei Ministri  si è riunito oggi, venerdì 22 dicembre 2017, alle ore 17.30 a Palazzo Chigi, sotto la Presidenza del Presidente Paolo Gentiloni. Segretario la Sottosegretaria alla Presidenza Maria Elena Boschi (omissis…) Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni, ha deliberato (omissis…):

“a norma della legge n. 241 del 1990, il superamento del dissenso espresso in conferenza dei servizi in merito alla prosecuzione del procedimento per il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale (A.I.A.) rilasciata dalla Regione Lazio alla società CO.LA.RI. Ambiente Guidonia S.r.l., relativa all’impianto di trattamento meccanico-biologico (Tmb, ndr) per rifiuti urbani non pericolosi in Guidonia Montecelio (Roma), località Inviolata, nel rispetto delle prescrizioni indicate”. (Il Consiglio dei Ministri è terminato alle ore 19.10).

di TOMMASO VERGA

DA DOVE ENTRERANNO? Se sul cancello d’ingresso è affissa l’ordinanza di sequestro da parte del tribunale di Tivoli, da dove entreranno? E, prima ancora, potranno entrare? Il comunicato stampa non lo indica, non si va oltre la decisione sull’impianto Tmb che può essere messo in funzione. Forse da remoto.

Alfonsina Russo

Difformemente dalle notizie “lasciate filtrare” in precedenza che avevano suscitato sensazioni positive negli ambientalisti, il Consiglio dei ministri ha deliberato. Ergo, la storia si direbbe conclusa qui. Invece più ragioni ed argomenti consigliano di non soffermarsi sul verdetto negativo.

Pur sapendo che, preliminarmente, la prosecuzione deve registrare il “non potrò esserci” di una protagonista. Una sfavorevole congiunzione ha reso coincidente la decisione del Cdm e l’uscita dal game di Alfonsina Russo, primattrice della contesa contro la società di proprietà di Manlio Cerroni all’Inviolata.

La dirigente, proprio ieri l’altro, ha lasciato la guida dell’area metropolitana di Roma del Mibact. Dario Franceschini, il ministro dei beni Ambientali e culturali, l’ha voluta alla direzione del parco archeologico del Colosseo. Auguri.

“Bocciata” la tesi del Mibact anche se il parere paesaggistico rimane obbligatorio

La delibera a firma di Maria Elena Boschi-Paolo Gentiloni ha annullato proprio gli atti della Russo, visto che l’opposizione alla concessione dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale) da parte degli uffici regionali era venuta dal Mibact. La posizione del ministero: il parere paesaggistico è obbligatorio, non un’opzione soggettiva.

Il non averlo mai richiesto – Regione Lazio, Soprintendenza, Comune di Guidonia Montecelio – ha reso così illegittima ogni procedura, a iniziare dalla conferenza dei servizi del 2 agosto 2010, la prima sull’impianto, per giungere all’incontro del 14 marzo 2016 in assessorato Ambiente della Pisana, quello che s’è concluso col rinvio d’ogni decisione alla presidenza del Consiglio dei ministri. Resa pubblica ora.

La Corte di cassazione: legittimo il sequestro del “cantiere Inviolata”

A sancire l’illegittimità della procedura anxhe il giudizio della Corte di cassazione: “una autorizzazione integrata ambientale con lo strumento della conferenza dei servizi necessita la partecipazione del soprintendente o, comunque, che pervenga il preventivo parere scritto di quest’ultimo”. Tesi precisa e inoppugnabile, deciso ostacolo ai voleri cerroniani nella storia trentacinquennale dell’Inviolata.

L’espressione della Cassazione si ritrova nella sentenza che conferma il sequestro del “cantiere Inviolata” da parte del tribunale di Tivoli, unita alla convalida del rinvio a giudizio degli amministratori della società costruttrice dello stabilimento, la “Edilmoter srl”, e della “Guidonia Ambiente”, titolare dell’impianto. Procedimento tuttora in corso.

Stesso contesto – appuntamento e ordine del giorno –, la prima volta della Soprintendenza aveva trovato a sostegno altrettanta contrarietà del Comune di Guidonia Montecelio per bocca (meglio, su carta intestata) della dirigente all’Ambiente dell’epoca, Paola Piseddu. Mentre Andrea Di Palma, l’uomo che voleva farsi sindaco, si era dichiarato, e duramente, all’opposto.

Per lui – e per il sindaco Eligio Rubeis, a capo della maggioranza Forza Italia-Udc-Fratelli d’Italia – l’impianto di Manlio Cerroni sarebbe dovuto entrare in funzione. Il più rapidamente possibile.

Nuovo ricorso (al Consiglio di Stato) firmato dal Cra (Comitato risanamento ambientale)

Il “Tmb” sequestrato dal tribunale di Tivoli il 7 aprile del 2016

Rimane ancora da riferire che non tutte le strade dei palazzi di Giustizia sono chiuse. Infatti – altra contemporaneità col decreto-Gentiloni –, è stato presentato il ricorso al Consiglio di Stato firmato dal Cra (Comitato risanamento ambientale).

Che ha replicato alla bocciatura del 5 maggio 2017 da parte del Tar del Lazio. In realtà, quella sentenza negativa conferma in pieno la giustezza delle proteste sollevate dai cittadini relative al ruolo della Soprintendenza nella conferenza dei servizi.

Contraddizione? Solo apparente. Perché, “voi cittadini-ricorrenti avete ragione, il paesaggistico è obbligatorio” l’hanno ribadito i giudici del Tar. Soltanto che tra non aver sottoscritto ricorsi, o averli presentati a termini scaduti (come effettivamente successo) ha reso nulli i diritti dei cittadini. Qui appare decisamente rilevante (con responsabilità obbligatoriamente da accertare) la “disattenzione” del Mibact e delle sue strutture periferiche.

Sul settimo invaso la ritirata di Manlio Cerroni: Tmb all’Inviolata e discarica a Tivoli?

Ma perché il governo s’è impicciato in una storia che in fin dei conti riguarda 100 tonnellate l’anno (forse persino meno, di più non sono ammesse in virtù degli accordi) tra immondizia indifferenziata e umido? Di esclusiva provenienza della zona est della provincia di Roma?

IMPIANTI E DISCARICHE PER ROMA – E’ possibile che proprio in quel doppio interrogativo si annidi tutta la trama. In cima, il teorema: occorre risolvere il problema dei rifiuti di Roma. All’Inviolata, l’impianto di Cerroni si presta allo scopo. Purché, oltre a quello del potenziale produttivo – far “girare” le due linee al massimo: 180-190 mila t/anno – venga rimosso un secondo vincolo: la Regione Lazio deve ripensare l’obbligo per la capitale di gestire i rifiuti esclusivamente con gli impianti dei quali dispone (mentre è consentito l’invio dei materiali in altre regioni; è di questi giorni la richiesta di utilizzare l’inceneritore di Parma).

Cosicché la decisione del Cdm sarebbe il primo passo. Che “incastra” chiunque siederà a largo Chigi, lo stesso Gentiloni o altri, dopo il tour elettorale di marzo: chi si assumerebbe il compito di revocare il decreto del 22 dicembre? Possibile invece che la decisione venga strutturalmente “allargata” alle esigenze di Roma, magari d’accordo con chi occuperà il vertice politico-amministrativo della Regione Lazio. D’altronde Manlio Cerroni l’aveva scritto sul suo blog in tempi non sospetti: fate partire il Tmb dell’Inviolata, vi aiuterà a risolvere il problema. Il primo dado è tratto.

Virginia Raggi

Solo il primo. Perché altri debbono ancora trovare risposta. A cominciare dal quesito su dove interrare i reflui della lavorazione, dove la discarica. Non all’Inviolata. Perché lo stesso Cerroni in sede di conferenza dei servizi aveva ritirato la richiesta del settimo invaso.

Qui si ripropone l’atto della Virginia Raggi nella sua qualità di sindaca della Città metropolitana di Roma relativo alle aree utilizzabili. Che si compendia nella lettera – sette pagine cartografia compresa – inviata a metà maggio 2017 a tutti i sindaci della provincia (“Dateci le discariche, dateci gli impianti”). Che, per questa parte del territorio, potrebbe vedere separati l’utilizzo del Tmb e la discarica di servizio.

Par di capire, stando alla “carta geografica” allegata a quella sollecitazione della sindaca, che le “aree bianche” utilizzabili in questa parte della provincia si trovano a Tivoli e/o nelle realtà limitrofe. Con i tiburtini talmente consapevoli del rischio da aver svolto in quella data, era il 19 giugno 2017, il loro Consiglio comunale. Unanime il voto contrario alla richiesta della Raggi.

Per dirla in forma aulica (o manzoniana, fa lo stesso), un gran bel busillis. Difficilmente basterà il signor Cavillo.