A MONTEROTONDO IL non invidiabile primato della spesa individuale del 2016: 1.249 euro per ogni cittadino, infanti inclusi; a Guidonia Montecelio quello dell’importo totale: settanta milioni di euro nei dodici mesi. I numeri si riferiscono al 2016 ed indicano quanto si è speso tra slot-machine e videogiochi nei locali pubblici delle città a oriente della capitale.
Potrebbe essere definito il “Google-slot” il database che raccoglie i dati sul comparto slot-machine e vdl, su quanto si gioca e dove e di più. Il progetto, presentato alla Camera dei deputati nella giornata di venerdì 15 dicembre, è stato messo a punto dai quotidiani locali del Gruppo Gedi (l’Espresso) con l’aiuto del Visual Lab di Gruppo e di Dataninja, società che si occupa di datajournalism.
Disponibile un database gratuito per conoscere e valutare numeri e tendenze
“L’Italia delle slot” raccoglie dati totali sulle macchinette e sulle giocate in ogni Comune, parametrati rispetto a popolazione e reddito, confrontati su due anni, 2015 e 2016. “Questo strumento è gratuitamente a disposizione di tutti – cittadini, enti locali, sindaci, amministrazioni comunali, colleghi giornalisti – e anche la politica potrà ragionare su dati puntuali e precisi”, ha spiegato il direttore editoriale dei quotidiani locali del gruppo Espresso, Roberto Bernabò. “L’obiettivo è che questo database possa essere aggiornato anno dopo anno, per implementare sempre di più il volume dei dati”.
Nella pratica, basta inserire il nome di un Comune per ottenere una scheda con visualizzazioni grafiche di facile e intuitiva comprensione: è possibile anche mettere a confronto due Comuni e sono disponibili mappe e grafici, a livello provinciale e regionale, che descrivono il fenomeno slot in relazione a giocate e reddito pro-capite.
Le valutazioni a seguire permetteranno di aggiornare la collocazione dell’Italia rispetto agli altri Paesi nel comparto delle slot-machine. Fino al 2015 – ultimo anno conosciuto – il nostro occupava il primo posto nel ranking mondiale, per la spesa pro-capite sul gioco d’azzardo. Un risultato di portata straordinariamente negativa quando si consideri il rapporto con le retribuzioni medie, fra le più basse d’Europa. Nello stesso anno, l’Italia era in testa alle classifiche della spesa pro capite, con circa 1250 euro al mese, neonati compresi.
Le denunce di “Libera” sull’attività, regione per regione, della criminalità organizzata
Nella classifica “interna”, la regione Lazio era al secondo posto – comunque confermato nel 2016 -, con una spesa media superiore ai 2mila euro pro capite. A Roma e provincia è concentrato circa il 12% delle sale da gioco presenti sul territorio italiano.
Che il settore delle slot-machine sia decisamente cresciuto sotto il profilo della frequentazione e della spesa pro capite è dimostrato delle indagini degli ultimi anni che hanno portato alla luce molteplici situazioni di illegalità e infiltrazioni mafiose, che fanno pensare a numeri molto più alti.
Basta rammentare l'”operazione Babylonia” – che non a caso prese il via proprio da Monterotondo – di 6 mesi fa: l’alleanza fra rappresentanti delle organizzazioni criminali (sacra corona unita, camorra e ‘ndrangheta) a presiedere il giro d’affari costituito inoltre dalle molte “macchinette” prive del collegamento con i computer del Mef (il ministero dell’economia).