La delegazione dei partecipanti all’incontro del 6 marzo a Tivoli. Da destra, Claudio Zarro, presidente della commissione Attività produttive di Guidonia Montecelio; Urbano Barberini, vicesindaco di Tivoli; Elisa Strani e Rachele Proietti, assessore alla Cultura di Guidonia e di Subiaco; a chiudere, Anna Checchi, consigliera comunale di Guidonia; in alto, ritrovamenti all’Inviolata


(t. ve.) SONO DIVENTATI quattro. Soci. A Tivoli, Subiaco e Palestrina il 6 marzo s’è aggiunta Guidonia Montecelio. Il Distretto del turismo nato a metà dicembre del 2017 allo scopo di promuovere le attività nella periferia a est della capitale, cresce per adesioni e per quantità di residenti. L’ingresso di Guidonia, seppure ancora alle premesse e non del tutto formalizzato, ne irrobustisce la funzione e gli scopi.
Attività sinora fissate nelle carte fondative ma delle quali il Distretto del turismo avrebbe decisamente necessità in termini operativi. Sin dalla costituzione, l’11 dicembre 2017, l’unico segno di esistenza in vita è venuto dal lancio di un concorso tra gli istituti scolastici per l’identificazione di un logo: il che la dice lunga sul «modello interpretativo» che alberga nella mente dei «padri fondatori». Mentre in un ambito territoriale come quello a oriente della Capitale, promuovere ed investire nel turismo costituirebbe uno degli asset più interessanti e di indubbio profitto.
L’apporto di Guidonia Montecelio al «patrimonio comune» del Distretto del turismo, sarà rappresentato dalla storia del borgo di Montecelio, da quella della città di fondazione e dell’architettura razionalista, dall’aeroporto «A. Barbieri» con il Centro studi ed esperienze, ricerche che hanno dato vita all’aerospazio (si pensi gli scienziati italiani ossatura della Nasa e al gemellaggio della città con Cape Canaveral), fino al patrimonio archeologico – a quando l’avvio di una campagna di scavi nell’area del Parco dell’Inviolata? –, per concludersi con i reperti custoditi nel museo Lanciani, a cominciare dalla Triade capitolina.
Quattro località dunque. Che per oltrepassare il limite numerico hanno la necessità di «arruolare» la gran quantità di enti locali del comprensorio, i paesini e le città «minori», dalla Sabina Romana alle Valli dell’Aniene e del Giovenzano.
Allo stato, i quattro punti di riferimento hanno in comune la diversità, quasi a comporre un puzzle che arricchisca l’offerta al visitatore. Tivoli e le ville patrimonio dell’umanità (alle quali è stata attribuita la singolare «protezione rafforzata in caso di conflitto armato», prevista dal II Protocollo del 1999 della convenzione Unesco dell’Aja del 1954. Una cosa alquanto balzana, come se il teatro di guerra del prossimo secolo si riducesse nei confini conosciuti, in ambiti come quelli descritti dall’assassinio dell’Arciduca Ferdinando d’Asburgo-Este). Il Tempio della Fortuna Primigenia di Palestrina; i monasteri benedettini di Subiaco.
Si attende un calendario di iniziative e l’identificazione dei programmi del Distretto del turismo (e la specifica del fondo di dotazione da parte del «suggeritore»: la Regione Lazio).