di TOMMASO VERGA
TANTO PER NON farla lunghissima: il 31 gennaio 2019 Virginia Raggi «andò sotto» su una proposta di delibera della Città metropolitana da inviare alla Regione Lazio affinché l’accogliesse nel piano regionale dei rifiuti. Il progetto da approvare verteva sul fatto che la monnezza di Roma venisse trattata nell’ambito del territorio provinciale. L’invito non piacque al Consiglio della Città metropolitana tanto che contro il suo disegno votarono gli stessi grillini (altrimenti la maggioranza non ci sarebbe stata).
https://hinterland.globalist.it/ambiente/2019/01/31/rifiuti-la-citta-metropolitana-sconfessa-virginia-raggi-anche-con-i-voti-m5s-2036804.html

Virginia Raggi; in alto, l’impianto Tmb all’Inviolata, proprietà di Manlio Cerroni, tuttora sotto sequestro da parte del tribunale di Tivoli (foto di Angelo Scipioni)

Sei mesi dopo altro scenario. Il 9 giugno Massimo Ranieri viene intervistato dal Corsera: «Io sono per la differenziata spinta – dice –, quindi sono ideologicamente contrario a inceneritori e discariche. Ma nell’immediato un problema c’è: se Roma ha il 44% di raccolta differenziata, significa che il residuo indifferenziato va trattato e ci servono impianti Tmb e discariche di servizio. Alternativa non c’è».
Massimo Ranieri è il geologo nella trimurti che dal 7 giugno amministra «Ama spa», l’azienda capitolina dei rifiuti –, nominato dalla Raggi assieme alla presidente Luisa Melara e a Paolo Longoni («vidimati» il 12) –. Del piano sui rifiuti licenziato dalla giunta regionale tre giorni fa, ne parla come segue (le colonne sono quelle di Repubblica): «Ama non farà investimenti su impianti di trattamento meccanico-biologico né su discariche».
Mentre i rifiuti differenziati (plastica, carta, vetro) siccome «producono reddito, non possiamo lasciarli ai privati». E per i rifiuti indifferenziati, quelli che hanno messo in ginocchio la città? «Sono ancora dell’idea che serva ogni tipo di impianto» risponde Ranieri, puntualizzando che a Roma però non c’è spazio e che il «fabbisogno della capitale è coperto dagli impianti che già esistono nel Lazio che mi auguro siano stati inseriti nella pianificazione della Regione».
Traduzione: siccome le ordinanze della Regione Lazio hanno prodotto l’effetto di smaltire le tonnellate di rifiuti ammucchiate sulle strade e far uscire la capitale dall’emergenza – almeno parzialmente –, sarà bene che la «pratica» prosegua. Anzi: speriamo che la Pisana abbia inserito nel «piano» una norma ad hoc così il problema degli impianti e dei rifiuti depositati in ogni dove, non si porrà mai più. Una genialata.

Massimo Ranieri

Gli spazi a Roma? non ci sono dice Ranieri. Ma allora, cosa vogliono indicare via di Tor Bella Monaca; via delle Testuggini (Trigoria); viale Ave Ninchi (Talenti); Saxa Rubra (non precisato); via di Salone (nei pressi del Tecnopolo Tiburtino), le sedi atte a ospitare discariche e impianti di Tmb, «mappate» dagli uffici della Città metropolitana e inviate in Regione Lazio proprio per la redazione del piano-rifiuti?
All’affermazione singolare di Massimo Ranieri, aveva tra l’altro già risposto a suo modo Virginia Raggi, non appena appreso il licenziamento del «piano». Nel quale si afferma che alla capitale e alla città metropolitana per i rifiuti occorrono due distinte discariche di servizio. La motivazione è decisamente banale: e risiede nella raccolta differenziata, più alta è la percentuale, minore il residuo da interrare. La sindaca ha così commentato: «la Regione propone a Roma una nuova discarica, una nuova Malagrotta. Che fa Zingaretti, minaccia i romani?».
In materia, la riesumazione di Malagrotta – nessun cenno nel «piano» – è darsi la zappa sui piedi: Virginia Raggi ha così annunciato che alla capitale non serve una «discarica di servizio» (ad esempio di un Tmb) ma una discarica toutcourt. Pertanto, se occorre tuttora un invaso come quello chiuso a ottobre del 2013 dal sindaco Ignazio Marino, vuol dire che sulla differenziata Roma è rimasta a quei volumi, non si sono fatti progressi. Non è così. Ma se la regola principale è «facimm a polemica» il problema ben difficilmente troverà soluzione.
Il corto circuito raggiunge l’acme con l’altra affermazione del signor Ranieri, secondo il quale «(Roma) si tiene la differenziata perché economicamente conviene, mentre la provincia e il Lazio si prendono la rogna della “monnezza” vera e propria, oltre agli impianti per il Tmb e alle due discariche. Una per i 120 Comuni della provincia, l’altra – ovvero Malagrotta – da utilizzare per gestire i rifiuti made in Roma, così identificati da Virginia Raggi.
Sottostante a entrambe le acrobazie dialettiche una ripetuta ma francamente insopportabile filosofia: l’area metropolitana è una stazione di servizio. Non solo. Perché nella circostanza risulta ancor più l’arroganza di chi amministra il Campidoglio. Al «Che fa Zingaretti, minaccia i romani?» si può rispondere soltanto con «Che fa la Raggi, minaccia la provincia? (della quale, nonostante non se ne sia mai accorto nessuno, neppure lei, è sindaca. ndr)».

L’ordine del giorno approvato dal Consiglio metropolitano il 31 gennaio 2019

“evitando la costruzione nei territori della provincia di ulteriori discariche o impianti Tmb per i rifiuti prodotti nel Comune di Roma”

Nicola Zingaretti

Il Consiglio Metropolitano: preso atto che la cartografia inviata dagli uffici della Città Metropolitana relativa al «sistema dei vincoli» è un mero atto tecnico;
che la stessa cartografia potrà recepire ulteriori vincoli non appena saranno resi disponibili dal Mibac o da altri soggetti interessati;
che la tematica dello smaltimento dei rifiuti ha bisogno di un pieno coinvolgimento di tutte le Amministrazioni interessate, con particolare riguardo ai sindaci dei 121 Comuni dell’Area metropolitana, e che necessita di un puntuale riscontro rispetto alle osservazioni
Impegna la Sindaca a: convocare con urgenza la Conferenza metropolitana, come già richiesto in maniera unanime dalla commissione Ambiente;
avviare l’iter amministrativo per la definizione delle zone omogenee, così da poter identificare ambiti ottimali di gestione dei rifiuti e del loro smaltimento;
ribadire al tavolo istituito presso il ministero dell’Ambiente sulla gestione dei rifiuti e nei confronti con la Regione Lazio la scelta nel medio-lungo periodo del superamento dello smaltimento in discarica, e nell’immediato di rispettare i principi dell’autosufficienza e della prossimità, evitando la costruzione nei territori della provincia di ulteriori discariche o impianti Tmb per i rifiuti prodotti nel Comune di Roma.