di TOMMASO VERGA
SI INTITOLA «LINEE programmatiche per le azioni strategiche finalizzate al rilancio ed alla riqualificazione del settore estrattivo» l’ultimo cenno di vita della Regione Lazio in materia, risalente alla deliberazione della giunta Zingaretti del 9 aprile 2019, la n. 177. Che comprende, ovviamente, il bacino del travertino Tivoli-Guidonia Montecelio. Con la dotazione di strumenti operativi. Necessari innanzitutto per la realizzazione di una anagrafe delle cave di travertino, in attività e dismesse. Conseguente, l’erogazione dal bilancio regionale di 250mila euro da utilizzare per:
1) un’attività di collaborazione da parte di ARPA da definire mediante la stipula di un’apposita convenzione, nonché l’impiego di tecnologie innovative (foto satellitari e uso di droni);
2) per le attività di riordino della normativa di settore è prevista la costituzione di un gruppo di lavoro specializzato composto da personale interno e da esperti esterni;
3) l’attivazione di corsi di formazione in materia di attività estrattive e polizia mineraria, l’acquisto di strumentazione per rilievi e misurazioni, nonché l’attivazione di servizi in abbonamento con società e/o Enti per l’acquisizione dati di telerilevamento satellitare.

Non solo un elenco, buone intenzioni messe nero su bianco da Giampaolo Manzella, l’assessore regionale alle Attività produttive. Ma azioni da svolgersi entro 18 mesi, a far data dalla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio della legge 55 sulla semplificazione, contenente l’emendamento Manzella-Cartaginese sul travertino. Una sorta di quantitative easing per la pietra tiburtina scrivemmo a suo tempo. Perché, per lo stesso periodo, venne concordemente fissata tra le parti la sospensione delle vertenze. Impegni distribuiti tra Regione, Comuni di Tivoli e di Guidonia Montecelio, imprenditori del travertino. Tutti protagonisti di quella lotta, tutti coinvolti in una vertenza dai toni aspri, nessuna retorica ma autentico revival di battaglie d’altri tempi. Per quanto risalenti soltanto alla scorsa estate.

Testimonianze fotografiche relative all’agitazione dello scorso anno

Si ricorderà. Da un lato, gli amministratori della città di Guidonia Montecelio accusati di essere impegnati nella chiusura delle cave (almeno così descritti da una campagna di propaganda titolare di tutti gli strumenti in campo e quindi non arginabile); dall’altro, i difensori della categoria, facenti leva sull’assolutamente legittima protesta di lavoratori, surrettiziamente utilizzati per schermare lo status quo. Da qualche parte (tuttora da scoprire dove) le organizzazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil di settore.
Fino all’emendamento risolutivo per le cave di travertino di Laura Cartaginese, consigliera regionale di Forza Italia, ma anche, in precedenza, nel parlamentino del Comune di Tivoli. Approvato dal Consiglio regionale nonostante il parere contrario proprio dell’assessore Manzella (e il voto contrario del movimento 5 stelle) così inserito nella legge regionale n. 55 sulla semplificazione, pubblicata sul Bur il 25 settembre 2018. Condizione nodale: un pit-stop di 18 mesi per le vertenze in corso onde ricercare le soluzioni necessarie alla difesa dell’ambiente e alla sopravvivenza del settore estrattivo.
Nonostante gli impegni, le garanzie, le rassicurazioni (in particolare ai lavoratori), non è seguito niente, il comparto del travertino è nella medesima condizione del passato. Con il rischio che si riapra la vertenza-occupazione a causa delle inadempienze relative alle conclusioni di un anno fa. E’ il senso del comunicato di Michel Barbet, sindaco di Guidonia Montecelio, al termine della riunione svoltasi stamattina con i sindacati confederali «per fare il punto sulle criticità ancora non risolte. L’amministrazione comunale – scrive Barbet – ha lavorato moltissimo per scongiurare nuove criticità che possano mettere in pericolo il settore estrattivo e il proprio territorio».
Ricordando che «i provvedimenti di verifica delle autorizzazioni a cavare» sono stati ritenuti necessari da tutti i contraenti, per «dare tempo alle società e alle amministrazioni di mettersi in regola», il sindaco precisa che «sono passati 10 mesi e Guidonia Montecelio sta compiendo tutte le verifiche e le valutazioni necessarie per non trovarsi impreparata alla scadenza di legge, ma non si riscontra lo stesso impegno da parte degli altri soggetti coinvolti, senza il lavoro dei quali ci si potrebbe trovare nella stessa situazione dello scorso anno».
Non solo il comunicato ma anche l’invio di una nota dettagliata, a propria firma, indirizzata alla presidenza della Regione Lazio, all’assessore Manzella, al prefetto di Roma, al sindaco di Tivoli, agli industriali del travertino, a Cgil-Cisl-Uil di categoria. Oggetto: «Mancati interventi normativi a tutela del settore estrattivo. Scadenze e criticità per le cave del distretto di Guidonia Montecelio». Più che una nota, una presa di posizione. Motivata si legge, dal «rilascio delle concessioni all’estrazione (meglio: rilascio di rinnovi e/o proroghe per la coltivazione di cava) ad alcune aziende del ciclo del travertino». Scadenza, settembre 2019: «dovendo applicare le normative nazionali e regionali vigenti». Come dire: «dopo non accusatemi di non avervi avvertiti a tempo debito».
Rammentando agli interessati le ragioni della protesta dello scorso anno, Barbet, prende atto «dello stato dell’arte delle scadenze in corso riguardanti la sospensione e la mancanza di adeguamenti della normativa, si evidenzia che tutto il settore estrattivo locale è sottoposto a forte rischio di compromissione con conseguenze pessime sull’occupazione e sulla tutela del territorio». A seguire, la sollecitazione a intervenire alla prefettura («per eventuali problemi di ordine pubblico»); alla Regione («perché eviti nuove crisi del settore»); ai sindacati («perché pretendano dalla imprese un impegno diretto a porre in atto le condizioni per non farsi trovare inadempienti alle scadenze imminenti»).
Tutto compreso, si direbbe la premessa ad un autunno caldo.