Immagini della vertenza-travertino del settembre 2018: agenti di polizia presidiano l’ingresso del Comune di Guidonia Montecelio; sotto, un corteo dei lavoratori

di TOMMASO VERGA
«CI SIAMO STUFATI!». O, se si preferisce, specularmente, «Avete stufato!». Mittente, le organizzazioni sindacali; destinazione, i soggetti (non tutti) protagonisti un anno fa della vertenza-travertino nel bacino territoriale Guidonia Montecelio-Tivoli. Stando al comunicato, la condizione del settore è andata precipitando: «Sono ormai molte le aziende che denunciano uno stato di crisi, molti i lavoratori in cassa integrazione e adesso, notizia di poco fa, arrivano i licenziamenti» scrivono. Tutti motivi che hanno funzionato da detonatore. Infatti, Cgil, Cisl e Uil non mostravano tale e tanta aggressività da tempo. Ma non è tutto. Perché, si aggiunge, «alcuni imprenditori intanto continuano, sia pure nell’incertezza, a lucrare sui lavoratori ai quali non rimane altro, spinti dal bisogno, che chinare la testa, a dimostrazione di questo, nell’ultimo periodo le società a differenza di prima, pretendono dai lavoratori di aumentare i ritmi di produzione facendo temere rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori, cosa che le OO.SS territoriali hanno già evidenziato come problema sia presso l’Amministrazione Comunale sia verso gli imprenditori, senza che questo producesse alcun effetto».
Il succinto riepilogo degli antefatti, dello scontro di tredici mesi orsono, conduce però in via Cristoforo Colombo, sede della giunta regionale del Lazio. La quale, per opera di Gianpaolo Manzella, assessore alle Attività produttive, avrebbe dovuto elaborare una specifica terapia atta a ricondurre le attività estrattive sulla «retta via». Entro 18 mesi dalla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio della legge 55 sulla semplificazione. Contenente l’emendamento-travertino Manzella-Cartaginese (la consigliera regionale di Forza Italia). Periodo passato senza alcuna conclusione. Neppure parziale.
Diciotto mesi inutili anche per Cgil, Cisl, Uil si direbbe. Perché, nel comunicato sindacale, «Regione Lazio» non si legge. Semplicemente non c’è. Dimenticando che l’anno e mezzo venne proposto dal medesimo assessore in alternativa alla non breve serie di incontri che avrebbero dovuto condurre alla stipula di un «accordo di programma» tra la Pisana e i Comuni di Tivoli e di Guidonia Montecelio. 18 mesi «concessi da un provvedimento regionale nato per attappare un buco
amministrativo» scrivono.
Vien da pensare che tutto abbia giocato a favore d’una resa dei conti. Si ricorderà, Manzella si dichiarò contrario all’emendamento Cartaginese, al punto da esprimersi in tal senso nel dibattimento in aula proprio sulla legge 55. Famoso il dialogo precedente il voto: «Assessore, la sua opinione?», «La mia posizione su questo emendamento già l’ho espressa in fase introduttiva, rimarcando come ci fossero dei pareri del legislativo e degli uffici che allertavano su possibili rischi derivanti da ricomprendere i provvedimenti all’interno della disposizione». Assessore, ma è positivo o negativo il suo parere? «Mi rimetto all’Aula, scusatemi»: una conversazione ad alta voce che rimarrà incisa sulla pietra (per rimanere nel tema).
Il periodo, concordemente accettato dalle parti portò a convenire sulla sospensione delle vertenze. Con un ventaglio di impegni distribuiti tra Regione, Comuni di Tivoli e di Guidonia Montecelio, imprenditori del travertino. I quali, invece, stando alle confederazioni, non hanno cessato di impegnarsi, proseguendo nel rosario dei ritmi, della cassa integrazione, dei licenziamenti.
Con l’aggravante del fatto che – a prescindere dai giudizi – Gianpaolo Manzella non s’occuperà più del travertino (e nemmeno della regione) visto l’incarico di sottosegretario nel governo Conte due. Con l’aggiunta che il periodo potrebbe prolungarsi all’infinito se, come si profila, la giunta Zingaretti sarebbe sottoposta a un rimpasto dipendente però dalla formula, ovvero dopo l’ingresso a pieno titolo del movimento 5stelle nella maggioranza regionale. Non va sottovalutata la «voce» che vuole il rimpiazzo dei due assessori entrati nel governo (oltre a Manzella, Lorenza Bonaccorsi) con altrettante figure di provenienza grillina.
Intanto, per proprio conto, l’amministrazione comunale di Guidonia Montecelio – dopo quello di un mese fa con i sindacati – ha convocato un incontro per giovedì pomeriggio con Unindustria Lazio e Centro per la valorizzazione del travertino. Si presume che la riunione sia conseguente alla comunicazione del 5 settembre che Michel Barbet, il sindaco, ha inviato a tutti i soggetti impegnati nella vertenza d’un anno fa. Nota nella quale si intende «fare il punto sulle criticità ancora non risolte».
Dopo aver ricordato che «i provvedimenti di verifica delle autorizzazioni a cavare» sono stati ritenuti necessari da tutti i contraenti, per «dare tempo alle società e alle amministrazioni di mettersi in regola», il sindaco precisava che «sono passati 10 mesi e Guidonia Montecelio sta compiendo tutte le verifiche e le valutazioni necessarie per non trovarsi impreparata alla scadenza di legge, ma non si riscontra lo stesso impegno da parte degli altri soggetti coinvolti, senza il lavoro dei quali ci si potrebbe trovare nella stessa situazione dello scorso anno». Conseguenza? il blocco delle nuove autorizzazioni e delle proroghe.