di TOMMASO VERGA
ALLA ASL ROMA numero 5 arriva Giorgio Giulio Santonocito, direttore generale numero 6. Dopo un anno e mezzo di «commissariamento» dell’azienda sanitaria a est di Roma – si conosce il da chi, si ignora il perché – e, il 17 luglio, la pubblicazione dell’elenco dei dg promossi (cinque anziché 6: mentre tanti sarebbero dovuti essere stando al numero dei posti da occupare elencati sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio del 3 gennaio 2019), alla fine la Pisana ha prevalso sul lungo tira molla «accetto-non accetto». Così, come nelle previsioni, il candidato che vien dalla Sicilia – originario di Gela, esperienze dirigenziali nelle Asp di Caltanissetta e Catania –, ha cambiato la località sul biglietto da visita, Tivoli in sostituzione di Agrigento (dov’era direttore generale dell’Asp, l’azienda sanitaria provinciale, da novembre d’un anno fa).
Dottore in Economia aziendale, Giorgio Santonocito, 50 anni, un curriculum vitae lunghissimo e variegato, che illustra un secchione nelle materie giuridico-economiche applicate alla sanità in particolare, una cultura valorizzata da una serie di saggi sul Sole24ore, il giornale di Confindustria. Stando agli attestati, un manager non-medico. Scapperà il sorriso nell’apprendere che il personale pdf contenente la descrizione dei titoli e delle «gesta» personali misura 1.036,24 kb, in assoluto di gran lunga il più «pesante» tra gli aspiranti direttori generali. Si consideri che quello di Vitaliano De Salazar, il pre-predecessore, si fermava a 100,87 kb, e dell’uscente Giuseppe Quintavalle (che «molla» così il part-time a Tivoli per riprendere il tempo pieno nell’esclusiva location di Civitavecchia), a 124,06 kb.

A «CESURNI» L’ASSESSORE ALLA SANITA’ REGIONALE, ALESSIO D’AMATO, NON INVITA I SINDACI

Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità; in alto, l’ospedale di Tivoli e, nel riquadro, Giorgio Santonocito; sotto, l’uscente Giuseppe Quintavalle

L’approccio del neo-manager sarà segnato dalle procedure relative alla costruzione del nuovo ospedale della pianura tiburtina. Procedure che sono partite male. Di tre giorni fa la visita di Alessio D’Amato, l’assessore alla Sanità regionale, al perimetro di «Cesurni», ai venti ettari sui quali sorgerà il policlinico. Una data che rappresenta l’inizio dei circa cinque anni per l’edificazione.
Un sopralluogo a inviti. Riservati al Pd (Partito democratico, però soltanto quello di Tivoli) e all’ex «commissario» della Rm5, Giuseppe Quintavalle (evidentemente l’urgenza non consentiva si attendesse che Santonocito assumesse l’incarico a pieno titolo). Non altri, men che meno i sindaci di Tivoli e di Guidonia Montecelio (chissà come si sarebbe comportato l’assessore se uno dei due fosse stato un dem… avrebbe escluso l’altro?). Un pessimo segnale di «pronti? via!».
L’incontro stimola l’introduzione a un capitoletto (per fatto personale si dice in questi casi). Da Giuseppe Quintavalle, inequivocabilmente non ancora uscito, si attende una risposta alla nota inviata il 5 agosto su dettagliata indicazione dei suoi uffici («Per telefono no, ci invii una email»). Salutando, per educazione (di rigore il non l’«arrivederci»), rimane il riverbero del mancato riscontro alla email. Con un effetto che richiama la validità dei soldi spesi dalla Asl per pagare i corsi di comunicazione di Giovanni Tagliapietra, il direttore del Nuovo Corriere di Roma e del Lazio. Incarico tenuto in entrambe le Asl amministrate da Quintavalle, la Rm4 e la 5. Il «caso» descritto potrebbe prestarsi a materia d’esame. L’esito? Giudichino i lettori. Anche tenendo conto che potrebbe aver prevalso nella direzione Asl il gusto dell’aforisma: «lecito domandare, rispondere è cortesia» oppure «…è educazione». Appunto.

IL 7 AGOSTO PUBBLICATO L’«ATTO AZIENDALE» EREDITA’ DI GIUSEPPE QUINTAVALLE

Questione del nuovo ospedale della Tiburtina (urgono dettagli sul percorso per arrivarci) e degli enormi problemi dell’azienda a parte, Giuseppe Quintavalle lascia a Santonocito l’«atto aziendale», pubblicato sul Burl lo scorso 7 agosto.

Tutto ciò, alla vigilia dell’insediamento del nuovo dg, e ad opera di un Commissario staordinario e di due direttori facenti funzioni, il sanitario e l’amministrativo (i titolari dimessi, l’amministrativo da più di un anno, il sanitario il 31 agosto).Le novità di maggior rilievo del nuovo atto sono:
– la previsione di 2 poli ospedalieri (Tivoli a nord e Colleferro a sud), la cui attività viene svolta dai presidi ospedalieri attualmente esistenti ed assegnati per contiguità territoriale (Tivoli-Monterotondo-Subiaco a nord; Colleferro-Palestrina a sud).
– la previsione di un Dipartimento delle professioni sanitarie di tipo gestionale
– il passaggio dei Servizi per le dipendenze patologiche dai territori (distretti) al Dipartimento di salute mentale (Quintavalle è uno psichiatra) e, più in generale, un potenziamento dell’offerta delle strutture psichiatriche (anche le Rems) sul territorio tale da sembrare ormai un settore strategico per l’azienda (un Dipartimento salute mentale con 8 Unità operative complesse, 3 Unità operative dipartimentali e 13 Unità operative semplici è quasi unico in Italia).
Per quanto riguarda la parte ospedaliera, tuttavia, la sola pubblicazione sul Burl non sarà sufficiente all’azienda per attivare le nuove strutture previste (ad esempio l’Urologia a Tivoli) o per modificare quelle esistenti, in quanto il tutto dovrà essere sottoposto agli uffici della Pisana che si occupano della rete ospedaliera, al fine di verificarne la corrispondenza con la programmazione regionale contenuta nel Dca (Decreto commissario ad acta) 257/2017.
Infine con deliberazione n. 1126 del 10 settembre, l’azienda ha «corretto» un proprio errore formale nel funzionigramma e nella parte normativa riguardante il Dipartimento delle professioni sanitarie, comunicando la cosa alla Regione ed ai soggetti coinvolti, dichiarando che darà comunque attuazione al nuovo assetto organizzativo.
Di certo, a parte il fatto che al cuor non si comanda, Giorgio Santonocito ambiva a un incarico prestigioso. Quindi a Tivoli si insedia un manager «pesante», oltretutto aduso a veder transitare vessilli e casacche data la frequentazione di Palazzo dei Normanni – la sede del Parlamento siciliano –, da Totò «vasa vasa» Cuffaro all’attuale Nello Musumeci. Senza segnalazioni di ricadute «politiche» sul ruolino personale. L’esperienza nell’isola si augura di buon auspicio per le modalità delle partite che dovrà inevitabilmente giocare alla Pisana (con i colori della sua Asl)…