Come dire che a Guidonia avrebbe fatto bene il «dissesto»

Quanto segue è stato pubblicato su Facebook, a commento della recensione di Squilibrati comuni, il saggio di Alessandro Alessandrini e Maria Lombardi

Aldo Cerroni (presidente del Consiglio comunale nell’era del sindaco Eligio Rubeis) Pessime scelte di Bilancio. Il piano di riequilibrio non serviva e in futuro sarà chiaro che la gestione ragionieristica del bilancio è il vero errore di questa amministrazione. Non a caso Alessandrini e Lombardi scappano e si mettono le medaglie. I commissari ugualmente. Il piano di riequilibrio ingessa ed indebita il comune per 10 anni ed impedirà investimenti e futuro. Poteva farsi differentemente e meglio. Non servivano dei meri ragionieri. Tanto che importa loro? Entrambi non vivono a Guidonia.

Maurizio Massini (presidente attuale di Forza Italia) Mah… il solito qualunquismo manettaro e inconcludente che riporta la solita favoletta del buco milionario, facendo di tutta l’erba un fascio.
Spieghi il solerte articolista a cosa si riferiscono quei milioni di euro, invece di farli passare quasi come il frutto di una rapina spartitoria, cosa indegna. E ci dica se oggi, a fronte delle spese ridotte di questa amministrazione incapace e nullafacente, quelle poste sono state ridotte. Ne scopriremo delle belle.
Il duo autore del libro? Mah fare solo i ragionieri è facile. La politica e l’amministrazione sono altro. Hai ragione Aldo.
Michele Venturiello (capogruppo di Forza Italia nell’era Rubeis) Ancora con la retorica del buco. Mi domando se a distanza di anni qualcuno abbia effettivamente letto il piano di riequilibrio, le decisioni della corte dei conti sulla genesi e le caratteristiche del presunto buco! Del resto tutti invocano il buco ma aspetto che qualcuno me ne illustri il merito, mi dica quali sarebbero i debiti provocati senza ragione. Qualcuno si ricorda della riforma della contabilità degli enti locali del 2012 entrata in vigore nel 2014 con gli obbligatori accantonamenti? Qualcuno si ricorda i debiti sopraggiunti e provenienti dal passato? Qualcuno si ricorda dei residui attivi e passivi oggetto di plurimi riaccertamenti? Si potrebbe continuare, ma questo non interessa, interessa altro …. se fosse vero tutto quello che è stato detto fino ad oggi Guidonia doveva andare in dissesto, auspicabile per certi versi così si applicava la norma che impone di ricercare i responsabili del dissesto con la sanzione della loro ineleggibilità in consiglio comunale! Problemi ve ne erano certamente, nodi da sciogliere tanti, ma non è riempiendosi la bocca additando gli #altri e le loro colpe che sono stati risolti i problemi di Guidonia, e ciò mi pare molto evidente.

Due delle tre costruzioni di Bartolomeo Terranova al Bivio di Guidonia

Solo polemica o l’avvio d’un confronto (in)civile?

PER CONCESSIONE. Nessun obbligo. Per questa volta (solo per questa volta) – qualora dovesse proseguire – spazio anche a chi fa dell’insulto la propria cifra. Voglio però sottolineare che il giudizio sul risanamento di Guidonia viene dalla Corte dei conti, non da un’opinione di chi scrive. Il quale ringrazia: il «solerte» è un attestato positivo affibbiato da uno che immagina invece di aver liberato un insulto. Gli farebbe bene tornare a scuola, apprenderebbe il significato delle parole: se il cronista non fosse «solerte» dovrebbe cambiare mestiere.
Parlate di «problemi», «nodi da sciogliere» (?), di «presunto buco» («presunto»? non lo sarebbe stato se si fosse scelto il dissesto?), accompagnati dal «solito qualunquismo manettaro e inconcludente che riporta la solita favoletta del buco milionario, facendo di tutta l’erba un fascio».
Pensavo si stesse parlando di come si sono spesi i nostri soldi, invece, stando a quanto appare, c’è chi continua a puntare sulle medesime poste. Sentimenti di rivincita? Legittimi. Ma prima dovete togliermi dalla mente la sensazione, il senso, che vogliate barare.
Perché si deve convenire su un punto di partenza: qualunque la ricetta, la terapia, dissesto, piano di riequilibrio…, dev’essere chiaro che si parla comunque di «effetti». Di una «causa», della quale siete del tutto responsabili, colpevoli, rispetto alla quale gli #altri sono estranei. Anzi, alla pari di tutta la popolazione, #vittime.

Qualche spunto. Non ho mai capito come a Guidonia si potessero spendere quasi due milioni di euro per un asilo nido. Non, no… non c’è nessuna Jacuzzi. In una economia «domestica» se ne sarebbero tirati su 5-6-7-8-9-10, il minore per il quartiere più piccolo eccetera. Oppure, che so, decidere di costruire un parco a Villalba, costo 400mila euro. Serviva? boh, non ce n’era già già un altro? Non elenco poi le «opere urgenti», quelle assegnate con una telefonata a società dello stesso imprenditore. Non elenco quelle finite e ricominciate da capo perché nessuno le ha mai collaudate. Qualche teorico del tema gli #altri? sono quelli di adesso vuole spiegare perché i «manettari» dell’Unione europea hanno interrotto l’erogazione del finanziamento deliberato per Guidonia Montecelio (senza che nessuno della destra al governo protestasse: manco un fiato, a dimostrazione della consapevolezza sullo stato delle cose)? E le «stecche» uscite sulla Selciatella? Infine (uffa…!) – “polemica buche” –, vogliamo parlare delle strade che le due imprese vincitrici degli appalti avrebbero dovuto manutenere fino a cinque anni dopo il fine-lavori (ignoro perché monsieur Barbet non ha speso una parola sull’osservanza o meno del capitolato d’appalto).

Per concludere un’osservazione «politica» (meglio: «etica della politica»). Per sette anni Guidonia Montecelio è stata governata da un sindaco – Eligio Rubeis, di Forza Italia – tra i principali collaboratori del maggiore costruttore della zona – Bartolomeo Terranova –, con enormi interessi nella città. Vi sembra normale?

Ha assolutamente ragione chi ha scritto che «la politica e l’amministrazione sono altro». Infatti è dovuta intervenire la procura di Tivoli a mettere fine all’andazzo. Doveva provvedere la «politica»? Vero. Se si fosse giocato in campo aperto. Non occupato dall’intreccio affari-politica. Annotazione (perfida?): si presta pochissima-nessuna attenzione al fatto che con i politici sono finiti in manette e già condannati funzionari e dirigenti: proprio quelli di «fiducia».

Confesso, quel che segue non è mio, lo “rapino” perché condensa il tutto: «Ho letto i commenti, la retorica del buco …  peccato che poi lo Stato batte cassa e poi il tutto si trasforma in servizi che non si possono dare. Chi fa il buco non paga colpe, chi arriva dopo deve spalare per chiuderlo. C’è qualcosa che non va…». Squilibrati comuni.