di TOMMASO VERGA
I COMPLIMENTI? NON AL SINDACO. E non perché raccapezzare un elogio per Michel Barbet significherebbe obbligare il penitente a individuarne la ragione. Ma perché essendo stato stabilito il record d’incassi del «museo civico archeologico Rodolfo Lanciani» – nelle casse del Comune sono stati versati in un anno quasi 900 euro – si pone il problema di trovare chi si propone di batterlo. Se Barbet volesse competere… Decida di scendere in campo (lo diceva Berlusconi? ma anche i seguaci). E sfidi Elisa Strani, la sua consigliera di fiducia in possesso del titolo. La prova è semplice: dovrà versare la somma di 892 euro nelle casse del Comune di Guidonia Montecelio. Ossia, un euro in meno della cifra-record risultante dallo sbigliettamento svolto nella contea dell’assessora-pupilla, che s’è arrestata a 893 euro.
Non se ne sa niente? Solo perché in Elisa Strani ha prevalso la riluttanza a propagandare il risultato, la consueta ritrosia dell’apparire.
Ecco, narrati lo spirito e le fasi della contesa, provi Balbet a emularla. La sfida è molto semplice, deve incassare complessivamente 1.788 euro. Al botteghino del «museo civico archeologico Rodolfo Lanciani». Farà fede lo sbigliettamento.
Risale al 2014 (per lo «Zingarelli») l’ingresso nel lessico “riconosciuto”. Assieme al ‘simpatico’ «cazzillo» e agli assolutamente dominanti hastag e selfie. Allora? il debuttante? E’ «sbigliettamento», a indicare l’emissione di biglietti (teatro, cinema, mostre, musei, eccetera).
A praticare lo sbigliettamento è il «Rodolfo Lanciani» di Montecelio, museo oggetto di una determinazione pubblicata dall’assessorato alla Cultura del municipio. Per evitare che il lettore si incarti nel tentativo di scoprire di cosa e di chi si parla («assessorato della Cultura? a Guidonia Montecelio? … e l’assessore chi sarebbe?»), si dirà che l’illustrato è frutto della delega detenuta – vedi sopra – dall’avvocata Elisa Strani. Appunto.
Concesso: non capita sovente di leggere gesta della professionista relative alla delega; mentre si trabocca sull’extraufficialità. Nonostante si descriva la figura decisamente più significativa della congregazione fu-post-ex grillina al governo del Comune di Guidonia Montecelio. Dal peso specifico più rilevante dello stesso sindaco perennemente anelante di effondere meriti e lodi alla signora.
L’evidenza riguarda la determinazione numero 11 del 2 marzo 2020. Oggetto: «somme provenienti da sbigliettamento presso il Museo civico archeologico Rodolfo Lanciani. Periodo 18/2/2019-18/2/2020». Un anno, 1.786 euro.
Un consuntivo che necessita di un esame puntuale. Nella determinazione si legge che la «Una Quantum inc» il 26 novembre 2019 «ha dichiarato che i proventi per la vendita dei biglietti di accesso ammontano ad € 488,00 (dei quali € 244,00 al Comune) per il periodo compreso tra il 19 giugno 2019 e il 18 ottobre 2019»; altro protocollo, il n. 100890 del 26 novembre 2019, con il quale l’associazione ha «dichiarato che ammontano ad € 728,00 (dei quali € 364,00 al Comune) e per il periodo compreso tra il 19 ottobre 2019 e il 18 febbraio 2020 ( prot. n. 17637 del 21 febbraio 2020), ammontano ad € 570,00 (dei quali € 285,00 al Comune)»; quindi la «Una Quantum Inc», come si evince dalla documentazione allegata al prot. n. 17637/2020, ha corrisposto, «per il periodo compreso tra il 18 febbraio 2019 ed il 18 febbraio 2020, la somma totale di € 893,00, a titolo di rimborso del 50% dei proventi derivanti dalla vendita dei biglietti del Museo, con bonifico a favore dell’ente eseguito in data 21 febbraio 2020». Un anno per quattro soldi.

E dire che il 31 marzo del 2019 la giunta di Michel Barbet aveva diligentemente provveduto all’«Adeguamento tariffe Museo civico Rodolfo Lanciani» (figurarsi che incasso se i biglietti fossero rimasti a 3 e a 1 euro!). Differenza, tra l’una e l’altra denominazione, l’«archeologico». Nella delibera, come si nota dalla riproduzione, è stato cancellato. Addebitare alla sottrazione il venir meno dell’interesse dei visitatori per l’istituzione è tesi ardita. Più corretto sottolineare l’incuria della giunta e della competente assessora per l’istituzione culturale più importante e significativa della città.
Effetto del disinteresse, due elementi. Le polizze assicurative e l’impianto antifurto. Sulle prime, si ignora se siano state effettivamente stipulate. Anche se, dato l’argomento, a Guidonia è vietato mettere becco. La città ha una consolidata tradizione di fideiussioni in bianco: evoluzione lessicale dal tempo delle fideiussioni in banca. In nome della trasparenza non ci sarebbe da stupirsi se lo sguardo riuscisse a penetrarle. Dalla Sovrintendenza dicono di non riuscire a ottenerne visione; stessa sorte sull’esistenza dell’impianto antifurto atteso da anni. Però se ne parla…
Tornando al 31 marzo – come illustrato dallo schema –, la giunta ha provveduto a innalzare le tariffe d’accesso, con il ticket passato da 3 a 5 euro per gli ‘interi’, e da uno a 3 euro per i ‘ridotti’. Sulla base di una stima relativa a botteghini recenti, la giunta aveva previsto uno sbigliettamento di 4.000 unità. Esito conseguente, divisi gli accessi a metà, il museo Lanciani avrebbe dovuto introitare complessivamente 16.000 euro, 10mila dagli ‘interi’ e 6mila dai ‘ridotti’. Incasso effettivo: 1.786 euro.

Tra l’altro, sarebbe opportuno conoscere quanto valore aggiunto hanno costituito per la «Una Quantum inc» – associazione che gestisce l’ente – le diverse manifestazioni para-museali (tra le quali la celebrazione della ricorrenza di Halloween, le cui spoglie sono custodite al piano-terra del monumento monticellese) e museali in senso stretto, tipo visite guidate, laboratori, feste varie, centri estivi. Tutte attività – ammessa la «licenza» – che sarebbero dovute essere svolte d’accordo con il Comune (anche per l’aspetto economico) mentre, fatti e rifatti i conti, l’ente non ha beneficiato di alcunché.

Si svolge il virtual tour ma non c’è nemmeno il sito internet

Il sindaco Michel Barbet con Elisa Strani

Soldi per soldi: se volesse conoscere il costo del ticket per l’accesso al «museo Rodolfo Lanciani», il volenteroso a chi potrebbe rivolgersi? Escluso Google, inutile così come ogni altro motore di ricerca: non danno risposte. Il fatto è che non c’è nemmeno un sito internet, un link qualsiasi che ne faccia cenno. Costo del biglietto? chi ha interesse si arrangi.
Anche se poi, smanettando, un sito internet a pieno titolo c’è. Si chiama «Arca» e illumina al punto da indicare quale ultimo appuntamento (10 gennaio 2016) «Antioco, il Santo venuto dal mare» ed anche il direttore del «Lanciani»: Gerardo Argentino – tra i 15 arrestati a Guidonia Montecelio per l’«operazione Ragnatela» della procura della Repubblica di Tivoli –; estraneo parrebbe all’amministrazione di Michel Barbet.
Figurarsi se in mezzo a ‘sto disordine Elisa Strani aveva tempo da perdere. Il museo mica è di travertino. D’altronde, come diceva il saggio Giulio Tremonti, «con la Cultura non si mangia». Infatti gli incassi del «Lanciani» non basterebbero neppure per la quantità di risme di carta necessarie a fotocopiare la determina descritta.
Si obietterà che c’è il virtual tour. Che permette di accedere alla presentazione dei vari spazi che compongono la struttura museale. Un progetto realizzato dalla «Una Quantum inc», che così inventando, ha inteso evitare l’accalcarsi dei visitatori sulle scale del museo. Alla faccia delle malelingue.