di TOMMASO VERGA
LA PRECEDENZA. ASSOLUTA: ammonta a 27 milioni il debito collettivo arretrato delle cave di travertino. Il totale delle entrate tributarie pregresse è praticamente definito. Pari a quello che (grosso modo) sarà assicurato dalla rateizzazione alle casse del Comune di Guidonia Montecelio. Naturalmente detratti i soggetti che non si trovano in stato di crisi ai quali la dilazione non potrà essere applicata. Già su questo «codicillo» si misureranno le intenzioni dell’amministrazione comunale.
Una premessa tira l’altra. In un post su Facebook, il sindaco 5stelle Michel Barbet ricordava che la presidenza del Consiglio dei ministri aveva vietato gli incontri collettivi. Ci si sarebbe aspettato che avesse proseguito con: «Quindi la riunione del Consiglio comunale (del 5 marzo, ndr) non si potrà svolgere». Tutt’altro. Guidonia Montecelio trova conferma, in continuità con la propria Costituzione, nella storia della città ampiamente applicata. Ne discende una altrettanto considerazione delle regole. Quindi… In compenso, Barbet ha detto che sono stati «rimodulati» gli scranni per rispettare la distanza di un metro tra l’uno e l’altro consigliere comunale.

VOCE FUORI CAMPO: Mi risulta che avete fatto una riunione ieri (il 4 marzo, ndr) con l’avvocato Guarino. Davvero?
Risposta (affermativa): «Tavolo tecnico con legali dei cavatori, del Comune (Tinelli), 3S e dirigenti».

Argomento del cenacolo? Interruzione. Puntualizzazione, il 4 marzo doveva essere riunito il Consiglio comunale in seconda convocazione. Quindi il sindaco è stato costretto a scegliere tra l’una riunione e l’altra. Si dirà che è già tanto l’ammissione sullo svolgimento di un incontro che ha preceduto di un giorno lo svolgimento del Consiglio comunale. Un «tavolo tecnico» si precisa. Come fosse asperrima l’indagine per andare a scovarlo: si trattava ancora sul «regolamento sulle entrate tributarie». Trattato come ordinaria amministrazione mentre è evidente che sul tema si sono addensate plurime indicazioni.

Michel Barbet e il suo «cerchio magico» hanno perso

Il sindaco Michel Barbet (al microfono) e Giuliano Santoboni, il capogruppo 5stelle

Che si condensano in «autonomia delle scelte e modalità sul praticarle». I siparietti che vedono attori Michel Barbet e il suo «cerchio magico» – a simiglianza dell’«oste: com’è il tuo vino?» l’assessora Elisa Strani nega l’esistenza – offrono la percezione che tutto si fondi sulla ricerca del compromesso. «Tecnica» diversa e discordante da «mediazione». Ormai, l’amministrazione del Comune di Guidonia ha rinunciato al motivo portante che faceva dei 5stelle la novità del momento. Ormai, tutto è ricondotto al motivo «dobbiamo governare» a prescindere dai «testi sacri».
Barbet ha perso. Per la incapacità di convincere gli interlocutori, non si intenda i soli cavatori, tutti, quali che fossero, sulla necessità, sulla indispensabilità di un nuovo metodo e quindi un cambio di passo rispetto al passato. Talmente maldestro da riuscire a rendere antipatici persino un atto di normale amministrazione come sarebbe dovuta essere  la rateizzazione delle entrate tributarie, e i relativi personaggi. Rendere fastidioso il primo gradino verso la «legalità». Paradosso indicibile per un sindaco che si è assiso sullo scranno più alto della città grazie proprio alle «virtù» della «mafia bianca», del faldone depositato presso la procura della Repubblica di Tivoli.
«Virtù» che, per essere efficaci, per produrre «risultati», avevano necessità ora come allora di un comune sentire dei protagonisti designati – il sindaco Eligio Rubeis, il suo capo staff, gli assessori «strategici», selezionati dirigenti e funzionari… –. Rubeis c’era riuscito. Barbet no. Oggi tutto si conclude con «noi abbiamo la responsabilità di portare a casa risultati per l’ente e per i cittadini»: consonanza a parte (si conosce un sindaco contrario?) quanto è differente il metodo adottato dal sindaco attuale da quello del predecessore?
Prima di arrivare alla stipula di accordi su temi e con categorie, dica Barbet quanto si è speso per far sì che le parti acquisissero consapevolezza sulla necessità di modificare consolidati atteggiamenti, che non era-non è più tempo di far prevalere l’interesse personale e particolare su quello pubblico, della città.  Il cahier non è un foglio bianco, però le annotazioni interessano la sua persona e il suo ruolo. Non si ripeteranno cose già pubblicate, preferibile il ricorso all’esempio. Meglio due.
Intanto, il fatto che nel gran daffare di compilazione del regolamento (qualcuno dirà mai chi ne è l’autore?) il Comune ha scelto di non audire la «Tre Esse Italia», la società che svolge il compito di esattoria del Comune. Non risulta di gran simpatia, un sentimento su larga scala. Ma, a prescindere – per Padoa Schioppa (ma non soltanto per lui) «le tasse sono una cosa bellissima, un modo civilissimo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili quali istruzione, sicurezza, ambiente e salute» –, sarebbe stato importante e significativo utilizzarne il contributo per constatare cosa,  frutto della professionalità e dell’esperienza, si potesse rivelare a favore dell’ente. La «Tre Esse Italia» non è mai stata audita.
Altro «fatterello». Il Comune di Guidonia Montecelio è parte di un giudizio davanti al Tar, su esposto della «Str spa». La «Società del travertino romano» è difesa dall’avvocato Guarino. Nulla quaestio non fosse che un anno e mezzo fa la dirigente del Comune di Guidonia Montecelio addetta alle cave venne denunciata dalla società. L’esito del procedimento davanti al Tar interessa anche la dipendente del Comune.
Al tempo degli avvenimenti, si leggeva la totale condivisione del sindaco per le azioni della dirigente (il post venne pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale), il «mi riconosco pienamente» in essa. Poi – così risulta – Michel Barbet ci ha ripensato. Libero di farlo. Però lo dica, emetta un comunicato, è anche un punto di responsabilità: «i dipendenti del Comune di Guidonia Montecelio stiano bene attenti quando agiscono per conto dell’ente. I rischi che correranno saranno qualificati “fatti personali”, io e il Comune non li tuteleremo. Se perdono affari loro».

Non si potranno dare le cave in pegno: penalizzati i cavatori

Le cave abbandonate diventate laghetti di acqua solfurea; il alto, la sede della «Tre Esse Italia» a Supino

Il 5 marzo, l’assemblea s’è svolta in seconda convocazione. Unica variazione al tema «regolamento entrate tributarie», il divieto di offrire le cave a garanzia della rateizzazione. Osservazione: aver cancellato la cava dalla possibilità di pegno, in effetti cancella soltanto la fanfaluca che il provvedimento è stato preso per aiutare gli affittuari morosi delle case popolari – giustificazione addotta in una animata assemblea dei 5stelle guidoniani.
Invece, in aula, s’è del tutto mancato di puntualizzare la garanzia della garanzia. Un gioco di parole relativo a un’azione decisamente decisiva, la «fideiussione bancaria». Unica, autentica, tutela del Comune in regime di rateizzazione.
Nessun cenno invece agli aventi diritto. Come e chi definirà lo stato di crisi del richiedente (indifferentemente persona fisica o giuridica)?
«In un capitoletto sulle tre paginette del «memorandum» inviato in proposito all’amministrazione comunale di Guidonia Montecelio, la «Tre Esse Italia» scrive che occorre muoversi secondo un «principio insindacabile», adottare un criterio che «sancisca il diritto di accedere al beneficio della dilazione». Strumento? l’«indice di liquidità», utilizzato dall’Agenzia delle entrate.
In aula, Carlo Alberto Pagliarulo, assessore alle Finanze, l’ha escluso, non precisando alcuna alternativa. L’impressione è che l’amministrazione intenda muoversi nell’ottica del TraVirus, il virus del travertino, senza distinzione alcuna tra chi ha effettivamente diritto alla rateizzazione e chi non.
Comunque, il «regolamento sulle entrate tributarie» passa ora alla stesura definitiva. Si potrà conoscere la traduzione dei retropensieri. E di quelli retrotrasversali.
E’ parso – ma può essere aver capito male – di aver sentito dire che l’amministrazione comunale predisporrà un nuovo «regolamento» per i cittadini comuni di varia morosità. Siccome non è ammissibile, dentro questo di regolamento gli stessi e le casse cittadine dovrebbero trovare ristoro. Non è vero. Basta fare i conti con le tabelle confezionate dall’autore del «regolamento sulle entrate tributare» – che non dovrebbe avere grande dimestichezza con salari e pensioni – per rendersi conto che il ricorso al beneficio della rateizzazione sarà un’esclusiva di quelli che tasse e imposte non le pagano per difficoltà economiche temporanee, magari risalenti al 2002 (e che, per dirla fino in fondo, se la Tre Esse Italia non avesse portato a compimento le proprie azioni, il Comune di Guidonia sarebbe ancora nella fase di ricerca di quanto incassare; ribadiamo: 27 milioni).
E veniamo alle moine della politica. Rappresentata dai 17 presenti (su 24) in aula.

I quattro assenti dei 5stelle (il conflitto di Angelo Mortellaro)

Guidonia Montecelio, il buio oltre la porta

Al MOVIMENTO 5STELLE in aula mancavano 4 eletti. A fine riunione, seppure non richiesto – tutti conoscevano le ragioni –, Alessandro Cocchiarella ha giustificato tre assenze: «avevano da fare». Mancava il quarto, Angelo Mortellaro, il presidente dell’assemblea, dipendente dell’Agenzia delle entrate. C’è chi ha detto che non avrebbe potuto votare un provvedimento che probabilmente – dopo l’esame obbligatorio del Mef (il ministero delle Finanze) –, potrebbe risultare in contrasto con la norma generale, e magari finire sul tavolo della Corte dei conti.
Il «regolamento sulle entrate tributarie» è stato approvato dai soli 5stelle. Senza alcun voto contrario né astenuti. In caso di danno all’erario…
Degli altri partiti, totalmente assente la maggior forza di opposizione, il PD, 4 eletti. Qualche dettaglio. Oltre al Pd, l’opposizione a Guidonia Montecelio conta il BIPLANO (tre «civici» risalenti ad Aldo Cerroni, ex presidente del Consiglio comunale nell’era Eligio Rubeis), una LEGA, una FRATELLI d’ITALIA,  due ex grillini.
Di costoro, sul dossier «entrate tributarie» nessuno ha votato. Né a favore né contro. Per colpa del Pd si è detto. Stando ai numeri inoppugnabile. Ma la politica non è solo e sempre numeri. Domanda: se fossero stati presenti, i quattro – comunque in disaccordo uno con l’altro – avrebbero votato a favore della «pregiudiziale» di Fratelli d’Italia? Incertezza. Certezza: per un paio, il consenso neppure sotto tortura (e non perché antimeloniani).
Ammettiamo che in un lampo di rinsavimento (appartenenza al partito e non al personale schieramento) i quattro avessero espresso il voto a favore della «pregiudiziale». Sarebbe finita lì, perché il soccorso sarebbe venuto dai tre civici, che non avrebbero mai votato contro la facilitazione sulle entrate tributarie dei cavatori. Sarebbe stata letta come una «ribellione» contro il mentore, Paolo Morelli, cavatore. Non basta. Perché nessuno avrebbe scommesso sul voto della leghista e degli ex grillini. Così, alla fine, non votare il «regolamento sulle entrate tributarie» ha soddisfatto tutti.
Unica effettiva conseguenza è che i quattro Pd hanno reso lo spettacolo deprimente, privato della punta di maggiore curiosità. Che probabilmente avrebbe avuto qualche analogia (e quindi ancor più interessante) se i grillini fossero stati tutti presenti alla riunione. Peccato essersi persi lo spettacolo.

3 / Fine – la prima parte è stata pubblicata il 2 marzo https://www.hinterlandweb.it/wordpress/2020/03/il-comune-di-guidonia-montecelio-in-soccorso-delle-societa-del-travertino/

La seconda parte è stata pubblicata il 3 marzo https://www.hinterlandweb.it/wordpress/2020/03/i-rilievi-della-tre-esse-sul-nuovo-regolamento-delle-entrate-tributarie/