IL COVID-19 NON CONOSCE CONFINI, ma anche molti italiani a stento conoscono per sommi capi i sacri confini della loro patria che, per Costituzione, sono obbligati a difendere. Si comprende quindi che, nei limiti delle loro attribuzioni, prefetti e sindaci ritengano categoricamente inviolabili i confini territoriali di rispettiva competenza, che sono stati chiamati a difendere ancor più rigorosamente dai recenti provvedimenti emergenziali anti covid-19.
Il problema è che da una parte di norma i cittadini, in mancanza di linee nette di demarcazione e di recinzioni, hanno un’idea approssimativa dei confini dei loro comuni di residenza, dall’altra questi ultimi frequentemente sono costituiti proprio da strade di grande comunicazione, quali le arterie consolari, ai bordi delle quali si sono sviluppati grandi agglomerati urbani, che di fatto sono organizzati come unico cenro abitativo. Capita quindi che su un lato di tali vie si trovino in esclusiva alcuni servizi essenziali, quali farmacie, banche, scuole ecc e sull’altro lato servizi parimenti esclusivi, quali la stazione ferroviaria, la stazione dei carabinieri, il distretto sanitario della Asl, i distributori di carburanti eccetera. La situazione estrema è costituita dalle fermate dei servizi di trasporto di linea, collocate, in una direzione di marcia in un comune e nella direzione opposta nell’altro comune.
E’ evidente, ad esempio, che, tra i tanti, i territori del Comune di Tivoli e del Comune di Guidonia Montecelio siano a tal punto strettamente connessi ed avvinghiati tra loro, da rendere estremamente difficile, oltreché inutile, per il semplice cittadino la percezione dei confini. Per molti chilometri nella direzione Tivoli-Roma sulla Via Tiburtina, sul lato destro si sta in Guidonia Montecelio, sul lato sinistro si sconfina in Tivoli ed il centro abitato di Tivoli Terme, sostanzialmente è circondato dal centro abitato di Villalba di Guidonia da una parte e del Bivio di Guidonia dall’altra.
Può forse comprendersi che il prefetto della provincia di Roma possa ignorare quanto sopra (così omettendo di impartire opportune direttive alle forze dell’ordine per tenerne conto e non incorrere situazioni kafkiane). Si comprende meno l’eventuale ignoranza del sindaco di Tivoli, al quale sarebbe sufficiente una semplice passeggiata sulla panoramica via Arnaldi, per avere l’evidente rappresentazione panoramica della commistione dei territori e degli agglomerati urbani dei due Comuni.
Purtroppo, allo stato, sembra che non si sia tenuto conto di tale problematica ed è così accaduto che la polizia locale di Tivoli, nell’adempimento del dovere di reprimere qualsiasi sconfinamento oltre gli inviolabili confini comunali, in esecuzione dei provvedimenti emergenziali, abbia ritenuto di dover pesantemente sanzionare un cittadino del Comune di Guidonia Montecelio, abitante sulla via Tiburtina, sorpreso nel mentre si recava con la sua autovettura nei pressi di un negozio di generi alimentari situato anch’esso sulla via Tiburtina, ma in Tivoli Terme.
Ovviamente è stata fatta opposizione, sia al prefetto che al sindaco, i quali, di questo passo, si troveranno ad essere inondati di opposizioni e quindi costretti ad archiviare il tutto, non potendo definire i procedimenti nei termini di legge e cosi aggravando il trionfo dell’inefficienza della burocrazia. Con il che sfumerebbe anche la possibilità di rimpinguare le esauste casse comunali….
Sembra urgente ed opportuno quindi impartire precise istruzioni per il futuro alle forze dell’ordine, anche perché, a quanto sembra, le restrizioni emergenziali dureranno ancora per molto.
Oltre al comune buon senso si potrebbe forse far ricorso anche ad una più attenta e sostanziale interpretazione della recente normativa, che prevede la punisce soltanto di chi realizzi contestualmente l’«allontanamento» dal territorio del proprio comune di residenza e lo «sconfinamento» nel territorio di altro comune.
Non può certamente ritenersi allontanamento l’attraversamento di una strada o comunque un percorso di poche decine di metri.