di TOMMASO VERGA
INFO. NEL SOLO CASO fosse distratto (o non avvertito): «Messaggio per il dottor Giovanni Tagliapietra: come dovrebbe sapere, il dottor Giuseppe Quintavalle è stato nominato commissario straordinario della Asl Roma 3 di Ostia; se non avesse ancora avanzato richiesta per la pubblicità di quell’azienda per le sue testate non si lasci sfuggire l’occasione». Per il colto e l’inclita: Giovanni Tagliapietra è il direttore de Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio; Sanità del Lazio; Corrierediroma-news.it. La sua azienda editoriale, la Ince srl, ha beneficiato delle delibere che nel 2018 vennero approvate dalle aziende dirette da Giuseppe Quintavalle, la Rm4 e la Rm5. (hinterlandweb.it/…/con-il-nuovo-direttore-generale-giorgio-santonocito-in-arrivo-il-1-novembre)
L’ultima delibera, l’ennesima, corrispondente all’attualità – la numero 686, del 14 aprile 2020 –, approvata dalla Asl di Civitavecchia, è a favore di Giovanni Tagliapietra («ma dai, non ci posso credere!!!»). Oggetto: «Affidamento, tramite trattativa diretta 1243313, della fornitura biennale di spazi pubblicitari dal 1 marzo 2020 al 28/02/2022 alla ditta «Il nuovo corriere editoriale srl”, per un ammontare complessivo pari ad euro 8.696, 16 Iva al 22% inclusa…». Di qui il suggerimento all’editore di bussare alla porta della Asl di Ostia. Perché l’accoppiata vincente Tivoli-Civitavecchia non si potrebbe bissare.
Nulla lo impedirebbe, non fosse che a Tivoli l’anno 2020 è già stato prenotato (mica risultano obiezioni da parte di Giorgio Santonocito, il successore di Quintavalle al vertice della Asl). Quest’anno è «coperto» comunque. La Ince srl-alias-Giovanni Tagliapietra-alias-il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio-alias– Sanità del Lazio, non resterà/ranno a scarsella vuota. Nel 2020 infatti «Dalla comunicazione eccetera, eccetera…» – un corso di formazione assegnato al solito Giovanni Tagliapietra – si è passati all’«Affidamento diretto, ai sensi dell’art. 36 comma 2 lettera a) del D.Lgs. 50/2016 e s.m.i., di un contratto di servizio di informazione e comunicazione, attraverso spazi pubbli-redazionali» (diversamente da Civitavecchia il «Me.Pa.» non era stato interpellato). Inserzioni sul giornale diretto da Tagliapietra insomma. Il compenso? 4.800 euro più Iva. Delibera 1310 del 18 ottobre 2019, a firma di Giuseppe Quintavalle.
Il quale, dal 24 marzo, a Ostia re-indossa gli indumenti del commissario. Una mise che aveva messo da parte dopo l’esperienza di Tivoli, Asl nella quale aveva sostituito Vitaliano De Salazar, il direttore generale. Routine. Invece, alla Roma3, è successo che lo stesso De Salazar si sia dimesso a metà marzo, a causa dell’«impiccio sui favori» che lo ha coinvolto insieme all’ex consigliere regionale Michele Baldi, capogruppo della «Lista civica per Zingaretti» alla Pisana. Aperta un’inchiesta giudiziaria.
La nomina di «commissario» alla Roma3 dirige l’attenzione su un altro aspetto singolare: ogni volta che la sanità (del Lazio; della provincia di Roma…) ha bisogno di un «commissario», la preferenza della Pisana ricade su Giuseppe Quintavalle. Sarebbe interessante conoscere cosa lo distingue, lo differenzia dai pari grado delle altre Aziende sanitarie.
Per concludere, il pensiero di fine corsa vira verso Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità e all’integrazione socio-sanitaria. Che non proferisce sillaba sulla pandemia da pubblicità qui illustrata. Non una piega né un rigo di «stiamo esaminando il problema» sulla necessità – necessità? – che hanno le Asl di farsi pubblicità, di competere con i rivali – rivali? – sul mercato della salute. Come dire che, volendo approfondire, verrebbero scomodati i massimi sistemi – le ideologie, la finanza e l’economia, la politica, le alleanze, le cordate – mentre ci accontenteremmo che l’assessore convenisse su una richiesta: conoscere le inserzioni di Quintavalle pubblicate da Tagliapietra. Non su bozza o formato testo ma come appaiono effettivamente al pubblico-lettore, uscite sui diversi giornali dell’editore-direttore, carta e web.
Così, per giudicare i progressi della comunicazione istituzionale della sanità del Lazio paragonati alle moderne formule del marketing. Una semplice richiesta che ha per scopo giudicare il trattamento al quale è sottoposto il «prodotto». Un diritto visto che paghiamo noi.