I RAGAZZI DELLA TIBURTINA
ALICE, REBECCA, VALERIO (in ordine decrescente: Alice, Guidonia Montecelio, è alle prese con l’esame di III media; Rebecca, Tivoli, la frequenterà l’anno prossimo; Valerio, Tivoli, a settembre andrà in II): sono gli studenti che hanno accettato di rispondere a un grappolo di domande sul Covid-19/Coronavirus. Tre studenti, rappresentanza simbolica di una «categoria» della scuola alla quale pressoché nessuno ha fatto caso, alla quale non è stato chiesto cosa pensasse del fatto, dei fatti e degli effetti conseguenti. E nemmeno della novità assoluta – è la prima volta nella storia – della scuola a distanza. Il distico termina qui. Il resto è nelle loro risposte.
– Tu sai cos’è il coronavirus? Cosa ne pensi ? Sei consapevole di trovarti all’interno di un evento che tra qualche anno verrà ricordato dai libri di storia, che sarà il soggetto di qualche film fantahorror?
ALICE Del coronavirus so quello che sento al telegiornale cioè che è una malattia nata in Cina verso la fine del 2019 e che si è diffusa in tutto il mondo. So che i sintomi sono tosse, febbre e difficoltà a respirare, e che può provocare, soprattutto nelle persone che hanno già altre malattie, come gli anziani, la morte. Ma non tutti presentano i sintomi (asintomatici) ecco perché poi il virus continua a diffondersi. Per evitare il contagio bisogna stare distanti gli uni dagli altri, indossare sempre mascherina e guanti e lavarsi spesso le mani. Penso ovviamente che questo sia un evento bruttissimo e che non avrei mai immaginato di assistere a una situazione del genere. Da piccola desideravo di poter raccontare ai miei nipoti qualcosa che loro stessero studiando sui libri e io avevo vissuto in prima persona, proprio come i miei nonni che mi raccontano della guerra che hanno vissuto. Però non avrei mai pensato di poter raccontare un evento così brutto.
REBECCA Sì, è un virus che si è espanso in quasi tutto il mondo e che potrebbe essere molto pericoloso, Spero che tutto questo finisca presto, spero di ritornare il prima possibile alla mia vita normale. Spesso non me ne rendo conto, ma quando ci penso mi viene da dire un “wow” spontaneo perché non riesco a realizzare.
VALERIO È un virus che si diffonde con una rapidità velocissima e che può essere pericoloso per molti. Penso che sia una delle epidemie più contagiose in assoluto ma che se si resta uniti si può sconfiggere. Si ma questo purtroppo non resusciterà migliaia di vite.
– Sul Covid-19 sono arrivate notizie da ogni parte del mondo, centinaia di migliaia di morti: cosa hai pensato? I mezzi di informazione hanno fatto bene a specificare nei minimi dettagli quanto sta accadendo?
ALICE Mentre ascoltavo tutte le notizie al telegiornale avevo sempre più ansia di questo coronavirus, ma secondo me è giusto raccontare tutto quello che sta accadendo in modo che in futuro si eviti di fare gli stessi errori.
REBECCA Inizialmente ho subito pensato a stare attenta a tutte le notizie che leggevo, perché potevano essere false, con lo scopo di terrorizzare le persone.
VALERIO Che sono stato sfortunato a nascere proprio in questi anni e che si risolva tutto al più presto senza causare altri danni irreparabili. Non lo so, ma comunque all’inizio secondo me le cifre dichiarate erano ben più alte.
– Pensi che il coronavirus sia nato a causa delle condizioni del pianeta, del mancato rispetto per la Terra da parte dell’uomo? una risposta all’inquinamento? Cosa si deve fare?
ALICE Non sono sicura che sia dovuto all’inquinamento perché alcuni scienziati dicono di sì altri di no. Sicuramente l’inquinamento è un problema serio che va affrontato al più presto anche se in questo momento la mia preoccupazione è più legata al coronavirus.
REBECCA Secondo me sì, la natura ci ha fatto capire che l’inquinamento stava diventando un problema. Spero che le persone abbiano imparato la lezione e d’ora in poi staranno più attente all’ambiente.
VALERIO Secondo me non è stata colpa della Terra come non è stata colpa dei pipistrelli, il virus esisteva da ben prima che noi lo conoscessimo, quindi la colpa non è praticamente di nessuno.
– Cosa pensi del fatto che il coronavirus abbia aggredito soprattutto persone anziane?
ALICE Penso che gli anziani siano i più colpiti perché sono più deboli perché hanno anche altre malattie legate alla vecchiaia. Mi dispiace soprattutto per i ragazzi che possono aver perso i nonni.
REBECCA Questa cosa mi dispiace.
VALERIO È il modo più veloce del virus di espandersi, dato che sono le persone con le difese immunitarie più basse.
– Quali sono stati i divieti che hai dovuto subire senza piacere, quelli maggiormente fastidiosi?
ALICE I divieti più brutti sono stati sicuramente non poter uscire di casa, non poter andare a trovare i nonni, gli amici e non andare più a scuola.
REBECCA Adesso con la fase 2 sono un po’ più “libera”, però inizialmente c’erano vari divieti molto fastidiosi, come non poter vedere amici e parenti, non poter uscire di casa se non necessario. Sono contenta che adesso si sta piano piano tornando alla normalità.
VALERIO Non saprei, forse il non potere incontrare gli amici, quello di non vederli più è stato un duro colpo, ma per fortuna ora si può uscire con la mascherina e incontrare praticamente tutti, ma purtroppo non è bello come prima.
– Il virus potrebbe riproporsi in autunno, il che significherebbe una nuova chiusura delle scuole? Quanto sarebbe piacevole?
ALICE Se le scuole dovessero rimanere chiuse anche in autunno mi dispiacerebbe perché dovendo cominciare una scuola nuova mi piacerebbe godermi il primo giorno, conoscere di persona i nuovi compagni e i nuovi professori.
REBECCA Per me non sarebbe per niente piacevole perché la scuola non è solo un posto per imparare i capitoli di storia o studiare scienze, ma è anche un luogo dove fare amicizie, dove abbiamo passato bei momenti insieme ai compagni. È anche un luogo di vita quotidiana.
VALERIO Io devo dire sinceramente che andare a scuola ha dei pro e dei contro: uno dei pro è proprio quello di incontrare gli amici e socializzare un po’ con tutti, i contro non sono tanto i compiti in sé, ma il darne tanti o pochi.
– Nella tua aula quanti eravate prima del coronavirus?
ALICE Prima del coronavirus in classe eravamo 16.
REBECCA Circa 21.
VALERIO Eravamo ben 24, in una stanza non ci si stava benissimo, ma si riusciva sempre a parlare un po’ con tutti.
– Se a settembre si rientrasse senza nessuna variazione, nella tua scuola come sarebbe possibile seguire le indicazioni decise dal governo? A cominciare dalle distanze… nelle aule entrereste tutti? E tutti insieme?
ALICE Onestamente non lo so perché comincerò il liceo, cambierò scuola e non so come si organizzeranno.
REBECCA Ho sentito dire che una possibilità sarebbe rientrare a settembre ma con le classi divise, per esempio un po’ la mattina e un po’ il pomeriggio, però secondo me non è la soluzione migliore perché ci sono classi con molti alunni che neanche dimezzando la classe entrerebbero con le dovute distanze. Inoltre per me che faccio la sezione musicale sarebbe un problema, perché ho anche le lezioni di strumento che normalmente sono di pomeriggio.
VALERIO Non sarebbe possibile, tutti a un metro di distanza finiremmo per occupare qualche altra aula del corridoio
– Tu obbedisci alle regole (guanti, mascherine, distanza sociale, lavare le mani)? e i tuoi amici?
ALICE Sì, se devo uscire metto sempre guanti e mascherina e sono sicura che anche i miei amici facciano così.
REBECCA Sì, io rispetto tutte le normative date dal governo. Durante la quarantena sono sempre stata dentro casa e dal 18 maggio (quando hanno tolto ulteriori restrizioni) sono uscita una volta con le mie amiche e siamo andate a fare una passeggiata, naturalmente con le mascherine, con le dovute distanze e sempre all’aperto. Quando sono uscita con le mie amiche mi sono resa conto che anche loro rispettavano le restrizioni, ma vedo molti ragazzi e ragazze che non portano le mascherine.
VALERIO Io devo per forza, dato che per via di un problema al cuore questo virus potrebbe essere un pochino più pericoloso del normale, ma comunque anche se non avessi avuto quel problema, lo avrei fatto lo stesso. I miei amici devo dire che non ne so molto, ma conoscendoli penso che rispettino le distanze e si mettano la mascherina rispettando le norme.
– Dell’esperienza attuale – la scuola a distanza – cosa ti è piaciuto e cosa no? Ritieni che debba-possa essere la nuova organizzazione dell’istruzione, fissa, a prescindere dal coronavirus?
ALICE Della scuola a distanza mi piace il fatto che posso svegliarmi un po’ più tardi rispetto a prima, le interrogazioni e le verifiche sono più semplici perché puoi tenere il libro aperto senza che ti vedano. Nonostante questo però mi manca molto la scuola e soprattutto i compagni.
REBECCA Questa scuola a distanza devo dire che per alcuni versi mi è piaciuta, per esempio il fatto di utilizzare le tecnologie ed imparare a usarle. Ci sono anche altre cose che però non mi piacciono, per esempio: alcuni professori non sono per niente organizzati, alcuni orari delle video lezioni sono molto scomodi perché le le facciamo sia di pomeriggio che di mattina e poi alcune video lezioni durano veramente tanto. Non credo (e spero) che la didattica a distanza possa sostituire la scuola di tutti i giorni.
VALERIO Già prima dell’avvento del Corna Virus si parlava della cosiddetta DAD, se ne parlava per il futuro, ma ora abbiamo dovuto ricorrere a questo metodo di istruzione. Personalmente la DAD non mi piace come andare a scuola, si fanno le lezioni di massimo due ore, ma non mi piace come stare con i miei compagni e giocare con loro, fare progetti e lavoretti, saltare di gioia quando suonava la campanella oppure quando facevamo educazione fisica e ci sceglievamo i compagni più forti, mi piaceva molto di più.
– Ritieni la quarantena forzata una violazione della libertà delle persone? Oppure la difesa dall’epidemia ha giustificato restrizioni e divieti?
ALICE Secondo me la quarantena è dura e può sembrare una privazione di libertà ma è la giusta decisione per riportare la situazione alla normalità.
REBECCA Ad essere sincera la quarantena non è piacevole, ma è servita a contenere l’epidemia e quindi ha giustificato le restrizioni.
VALERIO Secondo me all’inizio era giusto, ma poi dopo due mesi dentro casa mi sembra anche giusto poter rivedere i parenti e gli amici, e poter così uscire e prendere una boccata d’aria, ma sempre con la mascherina.