Il Cvtr: «Falsità e mistificazioni contro il settore estrattivo»

«Il Cvtr (Centro valorizzazione travertino romano) e tutte le aziende associate si sono meravigliate nell’apprendere che un “giornalista” nel suo blog abbia ipotizzato che l’allontanamento dell’assessore Russo dalla giunta sia avvenuto per gratificare le aziende estrattive, in quanto l’assessore si sarebbe opposto al conferimento delle macerie nelle cave per il loro riempimento.
«Si vuole chiarire che non esiste nessun atto che prevede il conferimento di macerie in cava; che casomai vi sono atti che espressamente in convenzione prevedono esclusivamente il conferimento di rocce e terre da scavo; che la posizione di Russo nei confronti dell’attività estrattive è sempre stata di dialogo e di confronto, e peraltro da quando non è più di sua competenza non c’è stata occasione di conoscere posizioni contrarie o a favore del settore.
«Le ipotesi fantasiose del “giornalista” non trovano riscontro in nessun fatto se non in quello che ad un assessore sia stato tolta la fiducia, cosa che non è né nuova ne’ sporadica ed è frutto di dinamiche politiche che sfuggono evidentemente al fantasioso “giornalista”».

Qui viene esposta la polivalenza del Cvtr (che difende il sindaco di Guidonia Montecelio)

(t. ve.) SCRIVI UN ARTICOLO DI CRITICA alle scelte di un sindaco, di una giunta, di un partito… e la replica in (loro) difesa viene dal capo degli industriali del travertino. Non m’era mai successo. E dire che di articoli non smielati ne ho scritti. A bizzeffe. Sull’economia capitolina e laziale, una inchiesta a puntate sulle zone produttive della regione (rarissima, di quelle cose per le quali non si perde più tempo). Scelte sintetizzate nel menabò della «redazione economia» del quotidiano dove lavoravo. Il paragone tra oggi e ieri. Come se in un’intervista – ovviamente critica – a Giorgio Pasetto, a quel tempo presidente della Regione Lazio, avesse replicato in difesa Brunetto Tini, presidente di Unindustria. Descrivo storie di «giornaloni», argomenti che non avrei potuto pubblicare su hinterland. Sarebbe stato fuori luogo.
Erano tempi in cui Confindustria era «la» Confindustria. Se fossi tuttora in attività, avrei inneggiato con Carlo Bonomi al «ritorno dei padroni» – c’è qualche attinenza? –, un bene per tutti. Non se ne poteva più d’un presidente di Confindustria – Vincenzo Boccia – impegnato a chiedere investimenti allo Stato. La contrapposizione? Va bene, utile quando occorre per difendere i lavoratori serve.
Da ultimo, proprio di ogni carriera che si rispetti, la descrizione dello scoop, la «scoperta» dell’indagine di Paolo Borsellino sul «siciliano» residente a Guidonia Montecelio, a capo del mandamento di Canicattì. Un particolare dell’inchiesta sull’omicidio di Rosario Livatino, il «giudice ragazzino».
Dopo lo sfoggio, il ritorno ai giorni nostri. Vien da immaginare che, eddai eddai, ci si stufi di leggere cronache ossequiose e riverenti (che sadda fa pe campà). Così, altro passatempo, al Cvtr si decide di sfornare pagelle con i voti. Non è detto che non riesca, ma dipende da chi le riceve. Perché se si accetta, dalla regola «questo articolo mi va bene», «questo non» non se ne esce più.
Nel comunicato si scrive “giornalista” tra due apici, i postfascisti scrivono pennivendolo, nell’elenco di chi sbuffa sulla libertà di stampa, volta per volta, circostanza per circostanza, ci sono tutti, associazioni, partiti, moVimenti. Inclusi i «giornalisti» che se ne beano. Pronti a strillare quando succede a loro. Perché la porta è girevole.

Dagli ex 5stelle macerie per il ritombamento: chi ha chiamato in causa il Cvtr?

Riepilogo. Con Michel Barbet desaparecido, replica al suo posto Filippo Lippiello. Sconcertante. Perché dovrebbe trattarsi di figure distinte, sindaco il primo, capo del Cvtr l’altro, non sovrapponibili. Evidentemente non è così. Se poi aggiungi che si tratta dei protagonisti della «guerra del travertino» nell’estate di due anni fa, non puoi non concludere che il sopraggiunto armistizio comprende … «clausole singolari».
Di seguito, ripropongo il titolo del mio articolo del 21 giugno (quello del 28 non muta): «“Rilancio dell’economia” e “salvaguardia dell’ambiente”, così Barbet due anni fa. 
Chiacchiere. Domani il Consiglio vota l’ennesima delibera per il travertino. 
La proposta degli ex 5stelle: macerie per il ritombamento. «Anche» dai terremoti».
Quando si passa ai testi, sotto entrambi i titoli, si legge che lo «schema di convenzione» per le cave di travertino risale al Comune – non come redattore, come proponente –. Ossia la direzione verso la quale si indirizza la critica. Se poi il Cvtr, nella commistione di ruoli e funzioni, nella intercambiabilità che caratterizza questi mesi, finisce per confondere le proprie con le altrui competenze – un esempio: la «lezione» che Filippo Lippiello ha tenuto alla Commissione ambiente sulla «convenzione» –, rimettendoci al punto di calzare i panni di Michel Barbet, di Elisa Strani, degli ex grillini, è fatto che non riguarda il «fantasioso “giornalista”».

L’allontanamento di Davide Russo dalla giunta. «Le ipotesi fantasiose del “giornalista” – si legge nel comunicato – non trovano riscontro in nessun fatto se non in quello che ad un assessore sia stato tolta la fiducia, cosa che non è né nuova né sporadica ed è frutto di dinamiche politiche che sfuggono evidentemente al fantasioso “giornalista”».
Quindi, non sfuggono al Cvtr, al quale allora la motivazione è conosciuta. Tradotto: «Noi sappiamo il perché, si tratta di dinamiche politiche delle quali ci sono stati illustrati i particolari, ma che non può conoscere il «fantasioso “giornalista”». Né altri, a cominciare dal movimento 5stelle, visto che Barbet non ha fornito chiarimento ad alcuno.

Il «vero mistero»: perché la «convenzione» non si «deve» trasformare in un testo condiviso?

Tutto questo perché lo «schema di convenzione» così com’è, alle aziende associate al Cvtr va bene. Si è capito. Ma per le altre? E per quale ragione dev’essere licenziato senza cambiamenti, modifiche, correzioni? Anche a costo di rischiare la bocciatura in aula. Ci si chiede se non sarebbe più opportuno per tutti discutere le osservazioni, gli emendamenti, le proposte di modifica, per uscirne non solo con un testo condiviso ma senza i risentimenti che altrimenti permarranno.

Infine, i ritombamenti. Due i prossimi capitoli: 1) la crisi della giunta di Civita Castellana – che andrà al voto – a causa dello scontro «macerie nelle cave»; 2) alla Pisana c’è chi vorrebbe «alleggerire» il Prae (il Piano regionale sulle attività estrattive), introducendo le macerie tra i materiali «compatibili» (si vuole chiarire che non esiste nessun atto). Ne parleremo.

Quella dei rifiuti nelle cave è una brutta pagina. Nessuno l’ha impedito a quanti scarica(va)no di notte a Villanova di Guidonia. E’ acquisito che le voragini post-escavazione «ospitano» non si sa che cosa, sotto la terra di copertura. Come riporta l’«interrogazione» al sindaco del tempo (senza risposta) a firma di Sabatino Leonetti. Che vuol dire c’è persino l’«atto ufficiale». A forza di ignorare si rischia di finire sotto le macerie. A quel momento hai voglia a utilizzare “apici”.