Il racconto di come riuscire a essere sconfitti in una guerra non combattuta contro le mosche e gli odori: l’«Avr spa» e gli impianti per il trattamento dei rifiuti davanti all’Ipercoop del Centro commerciale tiburtino, a due passi dal distretto Asl Roma5
di TOMMASO VERGA
C’E’ DA SCEGLIERE (sai che piacere!): invisare – da indossare sul viso, neologismo ormai di routine – la mascherina, per non trangugiare gli odori puzzolenti che permangono all’alba e al tramonto, oppure cercarti il vietato Ddt della «Bombrini Parodi Delfino», adattandoti alle condizioni date, magari imbastendo una caccia agli insetti. Un passatempo come un altro insomma. Varianti se risiedi lì vicino? nessuna.
Cosicché, senza sotterfugi linguistici, vien da lamentarti che è stucchevole, insopportabile, il ripetitivo dover combattere contro un avversario forte di per sé, l’«Avr spa», alleato per di più con il Centro commerciale tiburtino, il settore degli alimenti in particolare, quello eletto a sede privilegiata delle mosche, gli insetti che svolazzano tutt’intorno. Stucchevole? Sì. Perché non è stato sufficiente scrivere e ribadirlo, per anni. Sempre gli stessi (compresi degli aspetti igienici) i problemi che infastidiscono la clientela. Che permangono.
Ieri (lunedì, 31 agosto 2020) era in corso l’ennesima disinfestazione. Chi voleva il pane poteva-doveva recarsi altrove, rivolgersi alla concorrenza. Nel forno non se n’è cotto per questioni di salubrità. Dell’ambiente. Un fatterello che chi scrive vorrebbe evitare di ripetere. Di dover pari pari copiare testi di altre volte, al plurale.
Ma allora: che si fa? All’Ipercoop (foto sopra), sbuffano. Poi si ritraggono non appena chiedi di chi sono le responsabilità, magari con l’aggiunta su come intendono porre rimedio al malcontento.
Fino a che ti ritrovi a dover prendere atto d’una semplice constatazione (identica a quella di due anni fa, maggio 2017, ma anche altre prima): niente da fare, sei nel regno delle mosche, contro le quali neppure i responsabili del distretto sanitario intervengono, mutàngheri anche loro avrebbe scritto Andrea Camilleri (tanto più che una storia come questa ben si adatterebbe ai racconti di Vigata).
Né è servito «aumentare il numero delle zanzariere elettriche e la temperatura dei frigoriferi» ci venne risposto. Con la precisazione che la resa a quel tempo era venuta a costare – per dichiarazione della responsabile del «Tiburtino» – la moltiplicazione della media delle bonifiche: da una l’anno si era passati a 12, una al mese.
Nemmeno è stato utile, osservando l’esposizione dei prodotti, trasferire di notte «l’apertura delle serrande, gli insetti invadono comunque i locali del centro commerciale» si disse.
In proposito sarebbe stato funzionale ascoltare l’opinione della Responsabile ufficio relazioni esterne e comunicazione dell’azienda parallela al «Tiburtino», l’«Avr spa», Laura Pinchiaroli. Quali danni subisce l’azienda di rifiuti dagli odori e dagli insetti?
A inizio mandato, venne detto all’assessora Tiziana Guida di Guidonia Montecelio, che «il puzzo è causato dalla calda stagione, ma abbiamo già provveduto a presentare un progetto alla Provincia per un impianto di purificazione dell’aria che risolverà definitivamente il problema». Il progetto è stato presentato? che accoglimento ha avuto? E le mosche? Perché si dirigono preferibilmente all’Ipercoop?
Tutto inutile. Perché, dopo aver tentato sull’home page dell’«Avr» di far camminare un maiale a pancia in su, la fantasia ha lasciato il posto ad altro. Meglio chiedere provveda chi di competenza.
Che non è il Comune di Guidonia Montecelio. Il quale con l’«Avr spa» ha un rapporto commerciale consolidato. In un articolo precedente, scrivevamo che ammontava a 490mila euro il versamento al municipio per la differenziata quanto a plastica e metalli. Quindi, le proteste dei cittadini? Mica penserai che valgano tanto.